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Strage di Bologna: la pista palestinese, Affatigato e il ruolo dei servizi francesi nei depistaggi

(umt) Si infittiscono le voci sull'arrivo di ulteriori clamorosi sviluppi dalle nuove indagini (ma sarebbe più corretto parlare di un grandissimo lavoro di rielaborazione di antichi materiali giacenti nei diversi archivi investigativi) sulla strage di Bologna. Del resto, come in tutta la ricerca indiziaria, è la somma che fa il totale e quindi - ha  giustamente osservato qualche sostenitore delle piste alternative - ogni elemento che riaffiora, inserito in un contesto che gli dà senso, ridefinisce il peso dei singoli fattori. E quindi cambia il risultato . In questo caso il riferimento forte è alla coincidente presenza di un brigatista rosso di Quarto Oggiaro sui luoghi delle stragi di Brescia (Lintrami) e di Bologna (Marra, che abbiamo visto in realtà essere un ex).
Io resto sostanzialmente scettico ma laicamente aperto alla possibilità che le mie idee acquisite possano essere messe in discussione da folgoranti scoperte. Trovo però difficile che si riescano a mettere insieme, già da ora, in una costruzione sensata, i tre tasselli emersi: e cioè la presenza a Bologna di due militanti di un'organizzazione internazionalista filopalestinese, di un ex brigatista legato ai partigiani secchiani e uscito dall'organizzazione quando i suoi compagni sono arrestati e di un giovane fricchettone che ha avuto vaga esperienza del movimento del '77. E infatti i "tre della Mitrokhin" insistono nel tenere fuori Di Vittorio da ogni congettura.
Del resto questi sono lavori complicati che richiedono tempo. Dalle confessioni di Sparti (che colloca Fioravanti e Mambro sul posto) agli arresti per l'organizzazione tripartita (vertice piduista, router ordinovista, manovalanza dei Nar) che costituisce l'ipotesi accusatoria di cui resterà soltanto la condanna degli esecutori materiali passano quattro anni e mezzo. E per arrivare a questo impianto gli inquirenti comunque hanno dovuto digerire polpette avvelenate e metabolizzare errori di percorso, come quello che porta al blitz del 28 agosto 1980, costruito sulla congettura della natura fittizia dello spontaneismo armato e della continuità organizzativa della Spectre ordinovista.
Anche la pista palestinese, ovviamente, ha vissuto analoghe vicissitudini. Alla luce di questa considerazione è interessante rileggere, a distanza di qualche anno, un articolo dell'Unità di venerdì 28 luglio 2006, che ricostruisce la genesi (e l'iniziale cantonata: un classico della disinformazione) della pista palestinese, con una vecchia conoscenza dell'indagine su Bologna che colloca sulla scena del delitto nientemeno che Carlos. Vincenzo Vasile mette a fuoco i trascorsi ordinovisti di Marco Affatigato ma è probabilmente più interessante ricordare che, nel corso della latitanza in Costa Azzurra, il "vivandiere" di Tuti è agganciato e arruolato dal servizio segreto francese, una presenza costante nei depistaggi su Bologna.


L'operazione-polverone in un'intervista di un ex Ordine Nuovo: in quei giorni a Bologna c’era il terrorista internazionale Carlos a capo di una cellula palestinese
Quanti depistaggi per coprire la strage fascista
di Vincenzo Vasile
Dalla stazione di Bologna alla Beirut insanguinata di ventisette anni fa? C'è un'intervista, uscita purgata, ma depositata in Parlamento in forma integrale. Un malloppo di dossier di servizi, polizie e magistrature dell'Europa dell'Est e dell'Ovest acquisiti e insabbiati. O citati per dire l'opposto. Conferenze e campagne di stampa “innocentiste”, interrogazioni. Se non è la cronaca di un altro depistaggio (sulla strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980), assomiglia. Insomma, è una vera patacca la “pista araba” (basata sulla figura del terrorista venezuelano Ilich Ramirez Sanchez, più noto come Carlos), con cui nella defunta commissione Mitrokhin presieduta da Paolo Guzzanti, la destra avrebbe voluto rimettere in discussione la verità giudiziaria sulla strage di Bologna. Che attribuisce con sentenza definitiva ai terroristi neri Giusva Fioravanti e Francesca Mambro, e che già finì nel mirino di altre intossicazioni informative architettate da Licio Gelli e dalla sua corte piduista, coimputati e condannati. Stavolta, l'operazione-polverone cominciò con un'intervista di Marco Affatigato (nella foto). È un esponente di Ordine Nuovo, sedicente “fonte Cia”, già coinvolto in torbidi inquinamenti di indagini su Ustica e sulla stessa strage di Bologna. Nel settembre 1999 questo personaggio affidò la sua “verità” a Gian Paolo Pellizzaro, consulente delle commissioni “stragi” e “Mitrokhin”, redattore della rivista “Area”, allora organo della “Destra sociale” di An (Alemanno-Storace). Il fascista-spia rivelava: «Negli archivi di Stato della Germania è conservato un documento dell'ex Stasi - mai arrivato in Italia - in cui si fa cenno della presenza a Bologna del noto terrorista internazionale Carlos nei giorni precedenti la strage, a capo di una cellula palestinese. Su questo versante nessuno ha voluto mai indagare. Perché? ». Interrogativo interessante. Peccato che il riferimento a Carlos stranamente spariva dal lungo dossier pubblicato dalla rivista. Per ricomparire quattro mesi dopo nella trascrizione della conversazione, silenziosamente depositata nell'archivio della commissione stragi. A sollevare dubbi su questo giallo qualche anno dopo, spulciando le carte della commissione stragi ereditate dall'archivio della Commissione Guzzanti, sarà un altro ex-consulente di quest'ultima, Nicola Biondo. Che ha ricostruito gli inquietanti passaggi della vicenda mediatica sviluppata dai parlamentari di An insieme a 100 deputati di destra, firmatari di un' interrogazione sul caso di taglio assolutorio per Fioravanti e Mambro: le “prove” raccolte inquadrerebbero, secondo loro, la strage di Bologna in una ritorsione nei confronti dell'Italia per la condanna di Abu Azeh Saleh, arrestato a Bologna nel 1979 insieme a esponenti di “Autonomia” mentre trasportava due lanciamissili destinati alle milizie palestinesi assediate a Beirut. Passava qualche giorno dal deposito negli archivi della bozza della conversazione con Affatigato, e il senatore di An, Alfredo Mantica, futuro sottosegretario agli Esteri nel governo Berlusconi bis, rivelava in commissione stragi che lo stesso Pellizzaro aveva inoltrato un formulario di 56 domande a Carlos, detenuto in Francia, e che il terrorista era disposto a farsi ascoltare dai parlamentari italiani. Ma Carlos poneva condizioni inaccettabili, del tipo: essere scarcerato e raggiungere con propri mezzi Roma. La commissione presieduta dal ds Giovanni Pellegrino optava, dunque, per una “rogatoria internazionale”, indirizzata al giudice francese Jean-Francois Riou. Queste carte sveleranno la bufala: non a caso non verranno mai citate né dai parlamentari di An più impegnati nella campagna, come lo stesso Mantica ed Enzo Fragalà, né dal forzista Guzzanti nella sua relazione di chiusura dei lavori della “Mitrokhin”, che pur dedica pagine e pagine alla pista “araba” per Bologna. I francesi, infatti, consultano l'archivio del controspionaggio della defunta Repubblica democratica Tedesca (Mfs), e riferiscono che «non è stato possibile raccogliere alcun elemento obiettivo in ordine alla presenza in Italia di Ilich Ramirez Sanchez alla vigilia dell'attentato della stazione di Bologna il 2 agosto 1980». Anzi: «Lo studio dettagliato dei documenti in nostro possesso non consente di imputare» a Carlos e al suo gruppo all'attentato del 1980 né ad altre imprese terroristiche in Italia. Così scrive il capitano di polizia Jean-Francois Riou al giudice Brughiere, che trasmette il dossier a Roma. Invece, la commissione stragi chiude i battenti, nella nuova legislatura si apre la “Mitrokhin”, e in questa cassa di risonanza da destra continuano a fioccare le rivelazioni. È lo stesso Carlos che in una doppia intervista a domande scritte del Messaggero e del Tempo allude ora alla strage di Bologna: c'era un nostro “compagno” quel giorno nella piazza della stazione, era sceso da quel treno in corsa, forse la bomba è stata fatta esplodere per eliminarlo. Si tratta - come è noto sin dal 1980 - di un certo Thomas Kram, un esperto in falsificazione di documenti di un altro gruppo terroristico tedesco, le Cellule rivoluzionarie (RZ), che lasciò tracce dei propri passaporti e patenti non contraffatte alla frontiera e negli alberghi. Dunque, nulla di nuovo. I documenti allegati all'inchiesta francese dicono anche di più, riguardo all'inconsistenza dell'imbeccata di Affatigato, origine fin troppo equivoca della pista, e proprio per questo motivo depennato dai documenti esibiti dai “commissari” di destra. I francesi hanno scoperto che il servizio di sicurezza della Germania dell' Est, la Stasi, pose sotto stretto controllo l'organizzazione terroristica “Separat” capeggiata da Carlos, ritenendo che si trattasse di velleitari “pseudo-rivoluzionari”, o peggio di mercenari doppiogiochisti: la Stasi si insospettì perché il braccio destro di Carlos, Steve, godette nel 1984 di un ambiguo trattamento giudiziario di favore da parte della dirimpettaia Repubblica federale. Storie di guerra fredda. Ma il complotto dell'Est e la pista araba non passarono dalla stazione di Bologna



3 commenti:

  1. Una domanda dovrebbe sorgere spontanea.
    Perché i francesi si misero subito in mezzo con il depistaggio del compiacente Affatigato e poi perché furono loro ad ospitare il summit Sismi-P2-Cia da cui nacque il depistaggio successivo?
    Si torna a Parigi come luogo strategico e/o di coordinamento di qualcosa che non si può leggere con le sole categorie abituali (guerra fredda, guerra mediterranea tra medie potenze) senza salire almeno di un gradino nell'edificio internazionale.

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  2. A proposito della scena internazionale, vi comparve per completezza d'informazione, anche un ispettore della polizia francese,in forza ai Rassegnement Generaux, tale Paul Durand, che fu tirato in ballo proprio da Affatigato, durante una trasmissione televisiva di Santoro. Sembra che costui facesse parte del gruppuscolo neonazista FANE di Parigi e che sia transitato per Bolona nell'agosto del 1980;perché nessuno lo ricorda e cita costui?

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  3. E' una fesseria colossale. Soltanto questo blog ha citato Durand in almeno 5 post, come si evince da una semplice ricerca su google usando le parole chiave: fascinazione durand:
    Speciale 28 agosto/1: Il blitz contro "il vertice dell ... - FascinAzione
    www.fascinazione.info/.../speciale-28-agosto1-il-blitz-cont...Condividi28 ago 2010 – FascinAzione ... su quel singolare personaggio francese, che si trovava a Bologna alla vigilia della strage, mi riferisco a Paul Durand.
    Affatigato - FascinAzione
    www.fascinazione.info/.../affatigato-un-ritratto-depoca.ht...14 giu 2010 – FascinAzione ... in Italia in cambio della consegna di Paul Durand , ufficiale dei Renseignements Génereaux, gli Affari riservati francesi ...
    Affatigato - FascinAzione
    www.fascinazione.info/.../affatigato-io-spia-per-combatter...6 lug 2010 – FascinAzione .... strage di Bologna, che il governo italiano, barattò la sua libertà, con quello di un francese, tale Paul Durand, ispettore ...
    FascinAzione: Cartellino rosso per Affatigato
    www.fascinazione.info/.../cartellino-rosso-per-affatigato.ht...5 ott 2010 – FascinAzione ..... Pubblicato da fascinazione alle 8:23:00 AM ... e quello francese, che ha visto interessato tu e un certo Paul Durand?
    Affatigato: credibile per Bologna la pista mediorientale - FascinAzione
    www.fascinazione.info/.../affatigato-credibile-per-bologna...6 ago 2010 – FascinAzione .... francese sono giunto ad uno scambio di prigionieri politici, cioè a dire tra lui e un cittadino francese tale Paul Durand.

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