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Affatigato: un ritratto d'epoca

Cosi disegnavo il ritratto di Marco Affatigato nella prima edizione di "Fascisteria" (Castelvecchi, 2001), ahimé ormai dieci anni fa, nel capitolo

BANDITI, TRAFFICANTI, FACCENDIERI
Ha militato per un paio di anni in Ordine nuovo, che l’ha distaccato come “osservatore” tra i bombaroli toscani, poi, per quasi vent’anni, abbandonata la militanza, ha vissuto nell’area grigia tra affari, traffici e servizi segreti. Il suo nome risulta, con Digilio e i fratelli Soffiati, tra quelli degli ordinovisti inseriti a pieno titolo nella rete spionistica della CIA
eppure ogni volta che torna alla ribalta per qualche inchiesta giudiziaria l’etichetta resta quella dell’ex terrorista nero. Parliamo di Marco Affatigato, lucchese, collaboratore della polizia. Dopo una breve cotta pannelliana si iscrive ad Alleanza nazionale, dove ritrova, tra gli altri protagonisti delle trame grigio-nere, il colonnello Spiazzi, fresco presidente di un circolo nazional-alleato. Un percorso lungo e faticoso, comunque, per il neofascista a mezzo servizio. A ventidue anni [in realtà ne aveva solo 18, nda] partecipa al furto di esplosivi in una cava di Arezzo che costituisce l'arsenale del Fronte nazionale rivoluzionario (FNR), la banda armata di Tuti e subito dopo il duplice omicidio di Empoli ospita per qualche giorno il capo [più che ospitarlo gli fa da attendente per alcune settimane: la vicenda è dettagliatamente raccontata dal punto di vista di Affatigato in un memoriale che pubblicherò in questo blog nei prossimi giorni, nda].
Affatigato rivela una precoce vocazione per l’intrigo e il doppio gioco. Alla fine dell'anno incontra Clemente Graziani, latitante in Corsica, e gli consegna una dettagliata relazione sugli attentati compiuti in Toscana [poi condividerà, sia pure in abitazioni diverse, un periodo di latitanza a Londra con il capo di Ordine nuovo, nda]. Nel settembre 1976 è arrestato a Lucca per ricostituzione del partito fascista (l’attività del FNR) mentre il fiduciario toscano di ON, Mauro Tomei, è catturato in Corsica e ben presto estradato. Le ammissioni sui finanziamenti massonici a Ordine nuovo non gli risparmiano una condanna a quattro anni. Ottenuta la libertà provvisoria, anima un bollettino di collegamento tra i “detenuti politici anticomunisti”, Azione Solidarietà, suscitando le ire di Tuti che ha il dente avvelenato perché Affatigato aveva venduto le sue nuove foto e un finto memoriale ai giornali: “Fin dalla pubblicazione dei primi numeri di Azione solidarietà – scrive il leader del FNR - io ho provveduto a mettere in guardia contro le trame di quel gruppo e Affatigato, venuto a conoscenza del fatto, ha spedito a me e ad altri camerati una serie di lettere - peraltro senza avere il coraggio di firmarle - nelle quali passava dalle promesse di contributi finanziari, se avessimo assecondato le sue manovre, alle minacce e alle più basse insinuazioni nei nostri confronti”.
Affatigato capisce l'antifona - l'articolo di Tuti inaugura una rubrica dedicata ai traditori da eliminare - e si mette al sicuro in Francia. Il suo nome torna alla ribalta dopo il disastro di Ustica, quando sulla base di notizie fornite dal suo amico Marcello Soffiati, un altro ordinovista-spione, si cerca di costruire una pista secondo la quale Affatigato sarebbe morto nel disastro che aveva provocato trasportando esplosivo. Si scoprirà poi che era già stato inserito in una nota del Sisde del gennaio 1980 che apre una serie di segnalazioni di Amos Spiazzi che si svilupperanno fino alla velina del 28 luglio 1980, che rappresenta il primo consistente “depistaggio” della strage di Bologna (che avviene sei giorni dopo). Immediatamente dopo la strage Affatigato è arrestato a Nizza ed estradato in un mese per scontare la condanna per il FNR. Nel corso di un’intervista televisiva tenterà di accreditare uno “scambio di spie”: lui sarebbe stato rimandato in Italia in cambio della consegna di Paul Durand , ufficiale dei Renseignements Génereaux, gli Affari riservati francesi, fermato a Bologna il giorno dopo la strage. Di un coinvolgimento dei servizi segreti francesi nella strage e nei successivi tentativi di depistaggio si tornerà a parlare a proposito del ruolo del capo dello SDECE, il generale De Merenche, nell’operazione “terrore sui treni”. I sostenitori - sempre più numerosi - di uno stretto legame tra il disastro di Ustica e la strage hanno delineato tra gli scenari possibili quello di una “rappresaglia” francese per la soffiata italiana che avrebbe fatto fallire l’attacco all’aereo di Gheddafi nel corso del quale sarebbe stato abbattuto il Dc 9 dell’Itavia .
Il tentativo di coinvolgere Affatigato nella strage di Bologna dura lo spazio di un mattino. Il numero due del Sismi, il generale Musumeci, che per i depistaggi sulla strage si beccherà due condanne, tenta di tirarlo in mezzo con un identikit fasullo e un paio di segnalazioni in veline costruite assemblando particolari veri in un quadro fantasioso. Le protezioni del terrorista nero reggono. Lui si lamenterà: mi avevano commissionato un documento politico che rappresentava una situazione golpista che dava per scontata l’organizzazione di un movimento delle forze armate di stampo veterordinovista, con proclami da fare subito dopo il golpe e strutture organizzate miste e poi mi hanno usato per montare un polverone prima e dopo la strage. Collabora con la magistratura: al pm di Bologna Libero Mancuso racconta che mentre era a Nizza era stato contattato dai servizi francesi che in cambio del permesso di soggiorno gli avevano chiesto la collaborazione. Meno caloroso il rapporto con la Cia, che gli avrebbe proibito di mandare soldi a Ventura, l'imputato della strage di Milano scappato dal soggiorno obbligato e riparato in Argentina. Nel febbraio 1985 Affatigato è arrestato per una nuova inchiesta sugli attentati alle linee ferroviarie in Toscana. Ottiene ben presto gli arresti domiciliari ma quando a dicembre il giudice Minna lo convoca per un altro interrogatorio telefona all'Ansa e annuncia: signori, me ne vado. Ripara ancora una volta in Francia dove vive di piccole attività illegali. In un anno è arrestato due volte, per traffico di assegni falsi e per truffa e ricettazione di auto. Le richieste italiane di estradizione sono respinte in quanto di natura “politica”, anche se uno degli ordini di carcerazione era per assegni a vuoto: immediatamente prima di scappare dall'Italia aveva “bidonato” un concessionario comprando due auto con assegni scoperti. Pochi mesi dopo il salto di qualità improvviso, nel gennaio 1989, quando la procura di Massa Carrara spicca settantadue ordini di cattura contro una banda internazionale che traffica armi, droga e titoli di credito falsificati, uno è per Affatigato: lo coinvolge un francese arrestato a S. Francisco mentre tenta di negoziare falsi titoli di credito. L’incidente non ha tolto allo “spione” lucchese la passione per i traffici. Nel 1994 ricompare sulla scena in Toscana: è tra i protagonisti, in nome e per conto di una cordata non meglio identificata, del tentativo di costituire un network televisivo di estrema destra . Di suo ha un ufficio tecnico-commerciale a Valence, in Francia, al servizio delle ambasciate dei paesi africani e dell’Est che vanta una nutrita rete di corrispondenti sparsi in tutto il mondo, un’attività che ha frequenti intrecci con i servizi segreti. Ma a spezzare i sogni di gloria di Affatigato è ancora una volta l’accoppiata dei giudici Lama e Manzione, che già avevano condotto l’inchiesta sulla triangolazione armi-droga-titoli falsi. Su loro ordine la Guardia di Finanza sequestra gli im¬pianti di TV Studio Lucca e Tiesse, per il cui acquisto il fratello di Affatigato, Rosolino aveva già accreditato 800 milioni in una banca di Bruxelles. Poche settimane dopo Affatigato è arrestato per traffico di armi e rifiuta il confronto con i coimputati croati, dai quali si dichiara minacciato. Al processo, nel mese di giugno 1995, al quale compare in manette, il capo della Digos di Lucca e un sovrintendente confermano che già nel settembre ‘94 l’ex “terrorista nero” aveva segnalato l’arrivo dell’esplosivo e che a dicembre era stata una sua precisa indicazione a far scoprire il deposito clandestino, dimostrando quello che da vent’anni affermano i tanti neofascisti oggetto dei suoi “sporchi giochi”: altro che terrorista nero, il lucchese è organico ai servizi segreti.

3 commenti:

  1. mi pare che ora questo personaggio sia segretario di NUOVA DESTRA SOCIALE Lucca

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  2. affatigato a Lucca in un comunicato intende dare battaglia per l'abrogazione della disposizione transitoria 12esima..su facebook si legge alla pagina di marco affatigato in un comunicato.. "..Marco Affatigato in qualità di segretario provinciale di Nuova Destra Sociale ha enunciato la volontà di far partire da Lucca le seguenti iniziative politiche nazionali : abrogazione della XII disposizione transitoria della Carta Costituzionale; "

    questa e' proprio la ricerca di creare tensione e confusioni..

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