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Pista nera a Capaci, quanto vale Scarpinato


di Alessandro Smerilli

Il 22 giugno scorso il giornalista televisivo Sigfrido Ranucci annunciò trionfalmente nel servizio  a partire da 1h 51' min della puntata di Report (rai3) che la cosiddetta “pista nera” sulla strage di Capaci era viva a vegeta, parola del procuratore di Caltanissetta, Salvatore De Luca

In quella circostanza, essendo un animo sensibile,  confessò di rabbrividire tutte le volte che il senatore M5s Scarpinato, ex procuratore di Palermo e sedicente amico di Giovanni Falcone quando era in vita (smentito dalla  testimonianza di Ilda Boccassini che ha rivelato come non fosse affatto un amico ma facesse invece parte della schiera dei nemici di Giovanni Falcone)  era fatto oggetto di palesi manifestazioni di disprezzo, in particolare dagli ex Ros Mori e De Donno.  Scarpinato è l’inventore della pista nera per Capaci insieme a tante altre inchieste dissoltesi nel nulla nel corso degli ultimi decenni. È stato anche merito suo, che  bruciò improvvidamente un infiltrato messogli alle costole dai servizi segreti di Mori, se la cattura del boss mafioso Matteo Messina Denaro subì un ritardo  di 17 anni.  

In quella puntata di Report Sigfrido Ranucci non si peritò di tenere nella massima considerazione le dichiarazioni del luogotenente Giustini  e di Maria Romeo che avrebbe appreso dal suo compagno ora deceduto Lo Cicero, il quale a sua volta lo avrebbe appreso da altri,  il coinvolgimento dell’avanguardista nazionale Stefano Delle Chiaie (anch'egli ora deceduto)  nella strage di Capaci. Una testimonianza  de relato che riferiva di un’altra testimonianza de relato. Una de relato al quadrato. Maria Romeo è stata definita dal suo giudice delle indagini preliminari una  «dichiarante che tende a rielaborare a suo piacimento notizia apprese casualmente, orientandole nella direzione a lei più favorevole». In parole povere una bugiarda inattendibile che cerca di trarre profitto da qualsiasi notizia le giunga all’orecchio e che è abile a piegare ai suoi interessi adattandola a una tesi precostituita. 

Ranucci che evidentemente aveva mal interpretato il pensiero del procuratore De Luca,  additò inoltre surrettiziamente, utilizzando il potente mezzo televisivo, al pubblico ludibrio un giornalista del Dubbio, Damiano Aliprandi, che il generale Mori aveva indicato in una conversazione telefonica privata carpita illegalmente come possibile consulente della commissione Antimafia. 

Inaspettatamente per Scarpinato e Ranucci, ieri Damiano Aliprandi ha avuto la sua rivincita. 

Audito in commissione Antimafia, il procuratore di Caltanissetta Salvatore De Luca ha chiarito aldilà di ogni ragionevole dubbio cosa pensa del luogotenente Giustini, di Maria Romeo, Alberto Lo Cicero e  quanto valga a suo parere l’inchiesta sulla pista nera di Capaci, imbastita dall’ex procuratore di Palermo Scarpinato e incensata  dal giornalista RAI Sigfrido Ranucci : zero, anzi zero spaccato. 

Qui il sunto dell’audizione in commissione Antimafia del procuratore De Luca di Damiano Aliprandi. 

Dopo la diffusione della deposizione del magistrato, l'avvocato di Giustini, che è attualmente processato per depistaggio, ha precisato che  "il carabiniere Giustini non ha mai indagato sul ruolo di Delle Chiaie e le stragi

Qui, invece, ancora Aliprandi sul Dubbio  sulle reazioni politiche...

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