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Valle Giulia: noi "fascisti" eravamo più abituati allo scontro



Della "battaglia di Valle Giulia" Fascinazione si è più volte occupata (vedi sotto). E quindi ci sembra interessante rilanciare qui un commento di "Puccio Borbonico" al post odierno pubblicato su l'Alter Ugo (la ricostruzione del 1 marzo 68 a Roma nel libro "L'orda d'oro"


Appassionata ricostruzione. Alcuni periodi iniziali - di spiegazione - sono per me ostici. Non dispongo della relativa cultura per una puntuale comprensione. Quella mattinata per alcuni di noi non fu straordinaria. A Salerno, quando avevo 14 anni ed ero iscritto alla "Giovane Italia", l'organizzazione giovanile missina, avevo già avuto che fare con le cariche della polizia. In alcune occasioni ci mandavano contro la Celere di Padova (avvezzi al confronto con gli operai incazzati) ed in altre fummo attaccati dai portuali salernitani di obbedienza PCI. Di manganellate e corse per le strade, mordi e fuggi, avevo quindi una certa esperienza. I compagni avevano la protezione del partito (palese o clandestina) e, dove la polizia li attaccava (a Torino, le prime volte), opponevano la "resistenza passsiva". Una volta l'abbiamo fatto anche noi: ci facemmo trasportare di peso dal Rettorato dove D'Avack a noi (dovrei dire a me) rispose: «Ad impossibilia nemo tenetur» alla nostra richiesta di riformare alcune modalità etc. etc.Comunque, a Valle Giulia noi per primi, i "fascisti", opponemmo resistenza, confermando la corrente opinione di giovani violenti amanti più della scazzottata che della dialettica raffinata. Molte sono state le pubblicazioni che nel corso degli anni hanno mostrato il contributo fattivo dei giovani in gran parte fuoriusciti dal Msi (al quale, peraltro, io non sono mai stato iscritto). Non rivendico alcunché. Ripeto: quello scontro per me è stato importante perché mi fece imboccare la strada che mi avrebbe portato alla fondazione di "Lotta di Popolo" Un fatterello: E mò a mamma come lo spiego che ho i pantaloni sgarrati?, disse uno di noi sequestrando una jeep alla polizia. Non faccio i nomi (non li ho mai fatti) perché chi voleva pubblicità e riconoscimenti ha avuto mille occasioni con interviste memoriali e quant'altro e chi, invece, ha scelto l'anonimato non sarò certo io a tradirlo. In breve: nasceva un movimento giovanile di enorme e mai visto impatto dai tempi della difesa di Trento e Trieste. Fu rovinato dal Pci che a Roma, per esempio, sciolse la federazione giovanile comunista e i "funzionari" già in carriera nonostante la giovane età portarono nel movimento la funzionale categoria di fascismo-antifascismo indebolendo la carica innovativa e, a tratti, rioluzionaria. Grazie per l'ospitalità.
Puccio detto il Borbonico


Per approfondire

1. La testimonianza di Scalzone/1 

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