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Luigi Mercogliano: la Fiamma è in Af-Fitto.Ad Atreju la storia è finita.

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(G.p) Luigi Mercogliano, già esponente del comitato difendiamo i nostri figli, candidato alle scorse elezioni amministrative di Napoli per il Popolo della Famiglia, movimento politico guidato da Mario Adinolfi, organizzatore campano dell'associazione pro life e pro family, approdato nelle file di Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale movimento del quale è stato responsabile regionale del Dipartimento Vita, Famiglia e confessioni religiose e candidato alle politiche di domenica 4 marzo nel collegio proporzionale Napoli con una lettera intitola la Fiamma in Af- Fitto, ad Atreju la storia è finita,  che pubblichiamo per intero, commenta le ultime vicende in casa Fratelli d'Italia, la probabile candidatura del leader democristiano di Noi per l'Italia nelle file del partito di Giorgia Meloni e la svolta conservatrice data al movimento. 


Aspettavo il terzo indizio che sgombrasse definitivamente il campo da ogni equivoco sulla probabile candidatura di Caio Giulio Cesare Mussolini nelle liste di Fratelli d'Italia nel collegio Italia Centrale o in quello Italia Meridionale alle europee. E mentre lo scoop era il primo indizio e la notizia ripresa da Il Tempo rappresentava il secondo e per la logica dei tre indizi che fanno una prova aspettavo il terzo, pensavo tra me e me che in fin dei conti la probabile candidatura del pronipote del Duce potrebbe servire anche per una piccola vendetta personale di Giorgia Meloni nei confronti di Alessandra Mussolini, che alle ultime comunali romane appoggiò Alfio Marchini e non lei come candidato Sindaco a Roma.
Ma, mentre aspettavo il terzo indizio - che non tarderà ad arrivare, vedrete - che avrebbe fatto la fatidica 'prova', mi arriva una inaspettata indiretta conferma.
Nella due giorni di Atreju, infatti, la leader dei Fratelli d'Italia non solo non ha smentito le voci di una probabile candidatura del novello discendente di Casa Mussolini, ma ha addirittura fatto venire a galla - tra una piroetta e l'altra in delirante ed esilarante equilibrio precario tra conservatorismo sovranismo e liberalismo, fenomeni di ieri e di oggi che ho difficoltà a concepire insieme seppur nella attuale visione di The Movement - l'ipotesi di un 'af-FITTO' di lusso di quel che resta della gloriosa Fiamma da parte di un decaduto della politica contemporanea, ancora però forte nelle preferenze nella sua terra di Puglia. Infatti, a far traballare l'entusiasmo folkloristico della kermesse dei Fratelli Tricolore all'isola Tiberina dello scorso fine settimana ci hanno pensato i giovani pugliesi del partito che, legittimamente incazzati neri come non mai, non vogliono per niente al mondo digerire la probabile decisione di Giorgia Melloni di candidare alle europee ovviamente come capolista nel collegio Italia Meridionale l'ex Ministro Forzista Raffaele Fitto, presidente di Noi con l'Italia, la quarta gamba del fu centrodestra che, in questo impeto conservatorista-sovranista(??)-liberale della Meloni, potrebbe candidarsi all'europarlamento per traghettare così la lista ideologicamente confusa di FdI in Europa con i suoi voti, ottenendo in cambio un più probabile del suo Noi con L'italia trampolino per Bruxelles.
E sfido che i giovani pugliesi sono incazzati! Come reagireste voi se in Campania, nella vostra terra, vi chiedessero di portare per l'ennesima volta un pugliese? E già, un pugliese. Questo dei pugliesi colonizzatori nella terra degli altri alle europee nella Destra Nazionale è una vecchia tradizione negativa degli ex missini. Quando ero in Alleanza Nazionale un dirigente giovanile e poi il coordinatore dell'ufficio stampa del gruppo regionale del Partito durante la Giunta Rastrelli, ricordo bene come funzionava il gioco. Il partito da Roma aveva "sulle palle" i napoletani e così chiedeva a tutti i campani il sacrificio di portare un pugliese. Fu così per Tatarella. Fu così per Nobilia, che pur non essendo pugliese raccolse voti in Campania come i pugliesi per anni. Fu così per la Poli Bortone. E i napoletani? E i napoletani restavano ogni volta fregati e, se entravano a Bruxelles, lo facevano per la rinuncia di qualcuno che era stato eletto in Senato o alla Camera e aveva rinunciato al seggio in Europa. Restavano li due o tre anni, credevano di rinforzarsi e poi sistematicamente la volta dopo venivano surclassati dalle valanghe di voti pugliesi che, grazie alle trame dei colonnelli romani, venivano a fare la spesa in Campania.
Stavolta però il pugliese Fitto vuole candidarsi in FdI ed è contestato proprio dai giovani di FdI della Puglia suoi conterranei? E certo, non è un uomo di ambiente. E i napoletani di oggi in Fratelli d'Italia, cosa dicono i napoletani? Annichiliti anche quelli. Bene, il terzo indizio su Caio Giulio Cesare Mussolini non è arrivato. 
Ma è arrivata la prova delle prove: alla Meloni non importa di valorizzare la sua classe dirigente. I talenti di Gioventù Nazionale possono stare in panchina, a scendere in campo adesso servono uomini dal nome altisonante e dai pacchetti di voti comprovati. Che poi questi stacchino l'ennesimo biglietto della lotteria dimenticandosi un minuto dopo di rappresentare le istanze del partito questo è secondario. Senza parlare di identità sovranismo e conservatorismo che Raffaele Fitto, valori ai quali, seppur nella nuova versione miscellanea e caotica proposta dalla Meloni ad Atreju, non guarderebbe mai una volta tra i banchi dell'emiciclo in Belgio vista la sua dichiarata e mai abiurata provenienza democristiana. 
Insomma, le speranze della giovane destra si infrangono contro il muro dei valori alti e non negoziabili: chi ha più voti, quello sarà candidato. Ed io ho fatto bene a non andare ad Atreju e a lasciare il soggetto politico sovranista liberista e conservatorista (e chi più ne ha, più ne metta!) che ha in mente la leader di Fratelli d'Italia. Non ho più un partito nel quale militare, ma almeno non dovrò fare i salti mortali per spiegare alle persone la nuova visione della destra che non c'è in Italia. E, in ultima analisi, non dovrò spiegare alle persone che la storia, quella nobile e bella del giovane Atreju che lotta per salvare la sua Terra e preservare così i suoi Valori e la sua Identità raccogliendo il pesante testimone della sua eredità politica e umana, questa volta è finita per davvero, smarrita nelle paludi della tristezza dove regna il nulla.

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