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15 marzo 2003: contestazione di meridionalisti e Forza Nuova agli eredi di casa Savoia

Dopo ben 57 anni di esilio, il 15 marzo 2003 i Savoia tornano in Italia ed approdano a Napoli  tra poche accoglienze festose e vivaci proteste organizzate da meridionalisti, Forza Nuova, Fiamma Tricolore e disoccupati organizzati che li costringono a cambiare diverse volte il programma della visita in città.
Con un areo, proveniente da Ginevra, Vittorio Emanuele di Savoia, la moglie Marina Doria ed il figlio Emanuele Filiberto atterrano all'aeroporto di Capodichino.
Vittorio Emanuele, appena sceso dall'aereo, accolto da applausi e gridi di gioia di pochi monarchici e tanti curiosi, dichiara: "sono molto emozionato".
La giornata del rientro a Napoli della dinastia Savoia, dopo 57 anni di esilio, è caratterizzata per lo più da proteste, disordini e momenti di tensione.
In particolare davanti al Duomo, dove si radunano militanti meridionalisti guidati dal giornalista Pietro Golia, editore di Controcorrente, andato oltre poco più di un anno fa e dall'architetto Nando Dicè, gli aderenti ed i simpatizzanti del Movimento Neoborbonico guidati dal professor Gennaro De Crescenzo, i militanti di Forza Nuova, guidati dall'allora coordinatore regionale Antonio Torre ed i militanti della Fiamma Tricolore guidati dall'allora vice segretario nazionale Raffaele Bruno ed i disoccupati organizzati guidati dal consigliere circoscrizionale Salvatore Lezzi
Per ovvi motivi di sicurezza, in seguito all'assedio dei manifesti ai 2 ingressi della Cattedrale di Napoli, i Savoia rinunciano a recarsi alla Cappella di San Gennaro dove avrebbero dovuto partecipare ad una celebrazione religiosa, una Santa Messa.
Nel piazzale del Duomo si registrano degli incidenti. L'arrivo di un autobus di sostenitori della monarchia di casa Savoia, armati di bandiere e striscioni, viene visto dai manifestanti come una provocazione.Volano calci, pugni, schiaffoni. Una guardia reale viene privata del suo mantello di colore verde. Un giovane militante di Forza Nuova "ruba" una bandiera con simbolo sabaudo che viene successivamente tagliato. Anche alcuni invitati della famiglia reale vengono presi a schiaffi. Solo l'intervento della polizia riporta la situazione alla normalità.
Un altro momento di rumorosa contestazione alla famiglia Savoia viene organizzata dall'associazione culturale Il Solco, guidata da Marco De Marco, fuori all'ingresso del prestigioso albergo Vesuvio, sul lungomare di Napoli. Appena l'auto con a bordo i reali di Casa Savoia si fermano nei pressi dell'albergo viene colpita da una bottiglia di plastica piena d'acqua e vengono lanciati due fumogeni.
Due distinte contestazioni che hanno un unico comune denominatore nello slogan 1861 carnefici 1943 traditori.

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