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Nando Dicè ricorda Pietro Golia


(G.p)E' trascorso poco più di un mese dalla scomparsa del giornalista ed editore della casa editrice partenopea Controcorrente Pietro Golia.
Nella giornata di sabato 4 marzo, in ricordo di Pietro Golia, la casa editrice Controcorrente ha organizzato una Santa Messa di suffragio con inizio alle ore 10-30 presso la Chiesa di San Ferdinando sita nella centralissima Piazza Trieste e Trento a Napoli ed un convegno culturale presso l'Antisala dei Baroni, Maschio Angionio intitolato Controcorrente Andare avanti per andare più avanti ancora al quale parteciperanno, in qualità di relatori, Luigi Branchini, il senatore Emiddio Novi, la giornalista Marina Simeone, l'avvocato Eduardo Vitale, direttore della rivista tradizionalista L'Alfiere.
In memoria di Pietro Golia,, l'architetto Nando Dicè, leader del movimento meridionalista Insorgenza Civile ci invia un suo personale ricordo, che pubblichiamo volentieri.



Dal Meridionalismo, al complottismo, dall’identitarismo alla geopolitica, dall’analisi alla lotta, voler esprimere un pensiero, su Pietro Golia è difficilissimo. Troppo ampio e vasto i settori su cui si potrebbe parlare. Quindi mi limiterò a ricordare le sue chiacchierate, serie, se eri stato puntuale, molto meno se avevi da ultimo arrivato, pagato il caffè. Ed era un gesto importante, la puntualità. Le idee meritano il giusto rispetto, il giusto tempo, il giusto approccio. Essere puntuali con le idee, non esclude l’aggiornamento del calendario
Non c’è più rispetto per le idee, perché esse non comportano consequenzialità, non comportano sacrifici.
Contro la modernità delle idee moderne di vasto accesso, preconfezionate a cui basta accedere leggendo da casa con la tv accesa…lui avrebbe detto “non so se”.
L’unità di misura delle idee, va oltre il bene ed il male, è la loro realizzazione.
Giro e rigiro, ed il pensiero va all’uso e all’’abuso di un film. Matrix. Morpheus, soldato di fede, di lotta e di saggezza.
Il “coniglio bianco” che in-seguì ha dei margini che inclusi negli intercalari “esatto” e “non so se” che Pietro Golia ripeteva agli amici.
“Esatto!” cioè ci sono delle cose su cui siamo d’accordo è quindi è inutile approfondire, perché se approfondiamo e basta, prima o poi qualcosa che ci separi la troviamo e rischiamo di non agire.
“Non so se”, cioè più o meno ci siamo, ma per avere una visione comune più chiara da usare come arma o forza comune dovremmo approfondire e certamente non è questo il caso.
La prima arma dell’uomo è stata la parola…Pietro era “uomo di parola”, in ogni senso.
Ha posto tanti innanzi al dilemma della pillola rossa o della pillola blu e su tanti argomenti, e su tanti argomenti alla fine ti rendevi conto che “il veleno” era nel bicchiere d’acqua. Come? Dal come ti esprimevi.
Quante volte citava “boris e ivan” canzone degli anni 70, per farti capire che le parole sono pietre che tradiscono “il linguaggio del nemico”.
Con la trasformazione di quello che c’era prima, la rottura epistemologica non era sicuramente sul piano verticale, ma su quella orizzontale, che troppe volte impantanava le idee.
Sul piano verticale della comprensione delle cose “esatto” e “non so se” erano i margini estremi in cui ti era concesso il dialogo, superati i quali il tuo diventava un monologo.
Una scuola di pensiero originale, che con quello che comunemente viene chiamata "cultura di destra" dagli italiani ha poco in comune.
Nei tempi in cui Garibaldi era ancora l’eroe dei due mondi, le rivendicazioni territoriali si saldavano con le teorie anti-americanizzazione, Pietro aveva già i libri di De Sivo
Quando solo accostare la Geopolitica al signoraggio, il FMI alla crisi reale dell’economia erano “favole”, lui era già controcorrente da tempo.

Saremo "controcorrente" anche a noi? La “parola” appartiene a chi saprà mantenerla.

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