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Lo schiaffo a La Russa tra smentite e verità



Contrordine, camerati. Lo schiaffo tirato da Tom Staiti a Ignazio La Russa non c'è mai stato. A ricostruire la verità si impegna Marco Valle intervenendo sulla pessima, volgare polemica sulla morte di Tomaso Staiti di Cudia delle Chiuse. 



Il barone. Tom. Un amico. Per qualche strambo motivo, Flavia Perina — eppure è una donna intelligente… — ha raccontato una bugia. Una brutta bugia. Un’inutile bugia. Purtroppo subito ripresa da Antonio Carioti sul Corriere, da Libero e (mi sembra) dal Fatto Quotidiano. Nel ricordare Tomaso, Flavia ha inserito un passaggio non vero. Per la Perina Staiti schiaffeggiò, per qualche motivo, Ignazio La Russa. Non è vero. C’ero, c’eravamo. Sappiamo e ricordiamo tutto. Nella Milano disperata e crudele dei Settanta e, poi, negli Ottanta i due personaggi discussero e litigarono. Tanto. Aspramente. Ma sempre con reciproco rispetto. Poi, durante il processo Ramelli, momento centrale quanto drammatico per la nostra piccola comunità politica, i due antagonisti politici furono vicini e compatti. Certo, vi erano visioni diverse, sensibilità opposte, culture distanti. Ma tra Tomaso e Ignazio, tra “almirantiani” e “rautiani” o “staitiani” (le obsolete categorie di un mondo finito) vi era al tempo una cultura di partito, cameratismo, amicizia. Solidarietà. Un altro sentire rispetto alla nebulosa di rancori e odii intrecciati che affligge oggi i resti della destra politica. Flavia Perina — eppure è una donna di forte memoria… — dovrebbe ricordarsi che il barone disprezzava con tutte le sue forze una sola persona. L’infallibile che ha fallito, l’ometto di Montecarlo, il leader di Futuro e Libertà

Ma la storia dello schiaffo non è un'invenzione maliziosa dell'ex deputata finiana. E' lo stesso Staiti a raccontarlo, collocandolo a fine anni Ottanta. Ci abbiamo messo 24 ore ad accorgercene nonostante la tempestiva smentita trasmessaci da Flavia Perina, con cui ci scusiamo

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