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L’ultima reincarnazione di Fini: leader solitario dei difensori del Senato


(G.p)Per la serie a volte, purtroppo, ritornano, Gianfranco Fini, dopo il naufragio della sua destra liberale, liberista, repubblicana ed atlantista di Futuro e libertà, si ripropone al mondo della politica ed all'opinione pubblica sotto varie vesti. A Roma, si propone come grande elettore di Francesco Storace, aspirante candidato sindaco della città eterna e sostenitore di Azione Nazionale, movimento politico nato dalle cenere della cosiddetta mozione dei quarantenni sconfitta all'ultima assemblea della Fondazione Alleanza Nazionale, ma ha anche assunto le vesti di difensore del Senato contro le riforme renziane per le quali si  andrà a votare il prossimo mese di ottobre.
Il collega Antonio Angeli, dalle colonne de Il Tempo, storico quotidiano romano, con un interessante articolo, che proponiamo per intero, ci racconta l'ultima reincarnazione di Gianfranco Fini divenuto leader dei difensori del Senato.





A volte tornano, e Gianfranco Fini lo fa con la puntualità dei malanni stagionali. Dopo il naufragio, passato inosservato dai più, di Futuro e Libertà, l’uomo che chiuse il sipario del Movimento sociale si è riproposto in varie vesti. Ora assume quelle di ultimo difensore del Senato e contro le riforme renziane, per le quali si andrà a votare a metà ottobre. «Renzi sembra colpito da una sindrome napoleonica», ha tuonato Gianfranco da Bologna presentando a Montecitorio la neonata associazione «Presidenzialisti per il no alla Costituzione truffa».
E ancora: «Si deve votare no al referendum» sulla riforma costituzionale «non in odio al premier» ma perché è una pessima riforma». Della neonata associazione, ha spiegato Fini, fanno parte «esponenti della società civile e della politica in rappresentanza di tutte le regioni del Paese». La riforma Boschi approvata dal Parlamento, ha affermato ancora l’ex presidente della Camera, «è un ibrido che non ha uguali in alcuna democrazia occidentale», che trasforma il Senato in una Camera di «serie B che avrà poche competenze e che inevitabilmente moltiplicherà i conflitti istituzionali per non dimostrare la sua inutilità». Gli fa eco Carlo Mongardini, presidente onorario dell’associazione, il quale spiega che, con la riforma di Renzi, si aprono«scenari preoccupanti». Perché la Costituzione va «ripensata attraverso una riforma», ma che deve comunque garantire l’equilibrio tra i poteri, cosa che non avviene nel disegno voluto da Renzi. «Di quale equilibrio sarebbe alla fine garante il presidente della Repubblica?» Domanda Mongardini, il capo dello Stato diventerebbe una figura meramente ornamentale.

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