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Le fontane rosse, CasaPound e le carte dell'inchiesta: quando gli errori materiali non sono innocenti

(umt) - A fare i giornali con le notizie, sfotteva un antico maestro dallo strepitoso dono dell'autoironia, sono tutti buoni. Il problema è tirare la carretta quando le notizie non ci sono. Problemi che ieri al "Mattino" non si sono posti. Da una crepa del muro della Procura è uscito uno spiffero: sul volantino di rivendicazione di una campagna filo palestinese nell'inverno 2009 c'è una mezza impronta digitale compatibile con quella di Enrico Tarantino, uno degli arrestati nel blitz contro CasaPound dei giorni scorsi. Ed ecco il titolo a tutta pagina pronto e servito. Peccato che all'epoca CasaPound a Napoli ancora non esisteva. E del resto nello stesso articolo si sottolinea che a rivendicare il gesto "futurista" è un volantino firmato Cuib (la definizione adottata da Forza nuova per le sue cellule di base, dal termine rumeno scelto da Codreanu: cuib è il "nido", cioè il luogo in cui si covano i giovani militanti rivoluzionari) e accompagnato da una croce celtica, un simbolo estraneo all'iconografia dei "ragazzi di Ezra".
CasaPound Italia nasce alla fine dell'estate del 2008, dopo l'espulsione di Gianluca Iannone dalla Fiamma. Molti gruppi umani locali attratti dal dinamismo dei "fascisti del terzo millennio" nei mesi successivi lasciano il partitino post-missino in dissolvimento (poco dopo escono anche gli ex di Base autonoma, Boccacci e Castellino) per aderire alla nuova formazione. Tra questo il gruppo napoletano che fa capo, appunto a Enmanuela Florino e Giuseppe Savuto. Ragazzi che si riuniscono nella sede della Destra a via Forio, gestita appunto da Florino sr., ex senatore del Msi e poi di Alleanza nazionale. Hanno conosciuto Iannone in occasione della campagna elettorale del 2008 (il leader romano era stato improvvidamente catapultato a Napoli per imperscrutabili ragioni) e sono rimasti colpiti dal suo carisma. Di questo gruppo giovanile non fa parte Enrico Tarantino.
Quest'ultimo stringerà i rapporti con CasaPound qualche mese dopo, a settembre, in occasione dell'occupazione dell'ex convento di Materdei che è, appunto un'iniziativa unitaria tra il gruppo giovanile di Savuto e Florino e di "Stupor mundi", l'associazione dedicata a Federico II, il cui leader è appunto Tarantino. Per l'occasione nasce appunto Hmo, il comitato di gestione dell'occupazione che si dà appunto, ironicamente, come nome la celebre frase di Tito Livio ("Hic manebimus optime") rilanciata da D'Annunzio a Fiume e che oggi è una delle tre strutture sotto inchiesta. 
Ma a districarsi male nei contorti rivoli dei percorsi carsici della destra radicale napoletana non sono soltanto i miei colleghi giornalisti ma anche gli investigatori. E un attento lettore mi fa notare che non tutti gli errori materiali, copiosamente presenti nell'ordinanza di custodia, sono innocenti come quelli da me segnalati. 
La questione riguarda ancora una volta lo scomparso Antonio Torre, già promosso capo di CasaPound due anni prima della fondazione del movimento. Il suo nome figura a pagina 130, in un elenco di sette "adulti", esponenti storici della destra napoletana, identificati a piazza Mercato mentre a più di un chilometro di distanza si svolgevano tafferugli tra neofascisti, antagonisti e forze dell'ordine. Il gip Cananzi riprende pari pari il testo dell'informativa del Ros dei Carabinieri, senza ovviamente sottoporla alla minima verifica:
noto agli atti di questo Reparto come esponente di Forza nuova negli '80 poiché imputato dell'omicidio di PALLADINO Iolanda, citato da Tarantino come responsabile del movimento napoletano nel 2001.  
Ora non bisogna aver scritto cinque libri sulla fascisteria, come il sottoscritto, per sapere che Forza nuova è stata fondata nel 1997, mentre Jolanda Palladino è stata bruciata viva nella notte tra il 16 e il 17 giugno del 1975, perché i fascisti della sezione Berta del Msi assaltano a colpi di molotov un carosello d'auto di simpatizzanti di sinistra in festa per la clamorosa avanzata del Pci alle elezioni amministrative che consegneranno tutte le grandi città italiane a "giunte rosse". Torre all'epoca ha 13 anni e mezzo, essendo nato nel novembre del 1961. 
In realtà Torre è stato imputato dell'omicidio di un'altra vittima napoletana della "violenza fascista", Claudio Miccoli, pestato a morte dopo una rissa a Mergellina che si è svolta in più fasi, da piazza Sannazzaro al vicino piazzale della Metropolitana. Assolto dall'accusa di omicidio per non aver partecipato al pestaggio mortale, Torre beneficerà del "perdono giudiziale" per la rissa, in quanto minorenne. Ma intanto avrà avuto modo di farsi un paio di anni di carcere speciale, esperienza decisiva per la sua formazione politica e umana.
Lo scambio di vittime, in questo caso, non è però innocente. Perché uno dei cardini dell'accusa è che appunto a dare sostanza alla struttura associativa ci sia anche un patto di continuità militante tra vecchia e giovane guardia, tra l'eredità sanguinosa della vecchia sezione "Berta", che fu appunto chiusa all'epoca come covo fascista, e i militanti del terzo millennio. Un patchwork farraginoso se per costruirlo si ricorre a elementi suggestivi e materialmente infondati.







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