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Lucca, per il "comandante" Palmeri "un personaggio come Giannecchini può schiattare"

(umt) Dalle tante reazioni di sdegno per la brutale aggressione al comandante partigiano Giannecchini, per trent'anni direttore dell'Istituto per la storia della Resistenza, mandato in gravi condizioni in ospedale domenica scorsa, si distingue, dalle pagine di Facebook, quello di Andrea Palmeri, il "comandante" del disciolto gruppo dei Bulldog, ben noto ai lettori di Fascinazione perché protagonista di numerosi episodi di cronaca: “Sarò controcorrente per me un personaggio così può anche schiattare. E comunque sarei contento se beccati gli autori si venisse a scoprire che erano extracomunitari, dopo aspetto i commenti dell'Anpi e feccia simile”.
Tra l'altro le indagini sono orientate nella direzione dell'agguato a scopo di rapina. Il quotidiano on line Lucca in diretta così ricostruisce la dinamica:

"Sono circa le 17 del pomeriggio. Giannecchini rientra a casa come ogni giorno. Segue abitudini precise e anche domenica si presenta alla Casa del Clero alla stessa ora. Con l'auto Giannecchini entra nel primo cortile, lo oltrepassa e apre il cancello che dà accesso all'area più interna: parcheggia la vettura e si avvia nel vialetto che lo conduce alla sua abitazione. In quel momento un uomo lo assale nel buio. E sferra i primi due colpi. Tutti e due alla testa. Giannecchini cade a terra, quasi tramortito. Non riesce a distinguere nessuna parola del suo aggressore, che tace e continua a infierire. Si china su di lui per sferrare ancora un colpo e Giannecchini riesce a dargli un calcio. L'altro allora si allontana, arraffa il portafogli e il mazzo di chiavi caduto dal marsupio dell'ex partigiano durante la colluttazione e fugge. Apre il cancello utilizzando forse il telecomando o premendo il tasto che aziona l'apertura dall'interno e si dilegua. Giannecchini, ancora a terra, il volto ridotto ad una maschera di sangue, riesce a trascinarsi fino alla porta dove si trova il personale della Casa del Clero, che dista circa venti metri dal luogo indicato per l'aggressione. Con uno sforzo disumano l'anziano partigiano riesce a chiedere aiuto. Le addette aprono la porta e lo trovano sanguinante, chiamano subito i soccorsi. Qualcuna corre al cancello e vede che non è ancora scattata la chiusura automatica. Il malvivente autore dell'aggressione forse è uscito da pochi istanti. Nessuno lo vede, nessuno lo trova. Arriva l'ambulanza e comincia la corsa al pronto soccorso dell'ospedale Campo di Marte di Lucca. Poi, in serata, il trasferimento d'urgenza nel reparto di Neurochirurgia dell'ospedale Cisanello di Pisa. Dove Giannecchini è ancora ricoverato dopo aver subito un delicato intervento. Le sue condizioni starebbero migliorando".

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