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I fatti di Bologna e Milano, il doppio negazionismo e i conti da fare con la realtà della nuova violenza sociale

(umt) La pratica della violenza produce cattivi pensieri e cattive parole. A pochi giorni di distanza, su fronti opposti, si sono consumati due episodi dal segno antico: la molotov contro CasaPound a Bologna, le coltellate contro il militante antagonista a Milano. E subito, in molti, è scattato il richiamo della foresta, con il ricorso ad argomentazioni improbabili e a ragionamenti flebili pur di mantenere "la linea del fronte", non rendendosi conto delle evidenti analogie.Invece anche persone che normalmente ragionano, pur su posizioni radicali, stavolta hanno straparlato. Così Contropiano riesuma, a proposito dell'episodio di Bologna, dietrologie da anni Settanta, della serie "un compagno non può averlo fatto":

La decisione del gip conferma i numerosissimi dubbi che erano immediatamente nati alla prima analisi dei fatti. Tre giovani calabresi, con precedenti per piccoli reati comuni, appena arrivati a Bologna e residenti in un quartiere "bene", completamente sconosciuti nell'ambiente di sinistra (di qualsiasi genere). Per quale diavolo di motivo erano andati a tirare un molotov contro la contestata sede di Casapound di via Malvolta?Esclusa la motivazione antifascista (altrimenti il Gip avrebbe confermato l'accusa di "terrorismo"), non ne restano che due: a) "affari" andati storti tra esponenti locali dei "fascisti del terzo millennio" e malavita calabrese; b) "giocherelloni" di Stato sempre alla ricerca di un "innalzamento della tensione" per terrorizzare i movimenti di lotta gridando al "terrorismo". Giochi vecchi, in entrambe le ipotesi; ma sempreverdi...
Il giorno dopo, a seguito di diverse segnalazioni, l'articolo è stato rimosso e la redazione si è scusata con gli arrestati, ammettendo l'infondatezza delle illazioni. Una persona mite e civile come Roberto Jonghi Lavarini si spinge invece a parlare di "presunta aggressione" a Milano:
Il presidio antifascista organizzato oggi alle ore 18.00 in Piazzale Loreto, luogo simbolo della guerra civile, dell'odio e della violenza politica, a poche centinaia di metri dal Presidio di Forza Nuova e dalla sede di Lealtà e Azione, con il pretesto di una presunta aggressione ad un loro militante, è soltanto una evidente provocazione politica, tesa ad esacerbare gli animi, a creare inutili tensioni ed a riportare alla folle logica degli opposti estremismi. I compagni della estrema sinistra stiano bene attenti a non farsi strumentalizzare ed utilizzare, come "utili idioti", dal sistema plutocratico e mondialista (ben rappresentanto dal governo tecnico di Mario Monti) che vuole dividere, circoscrivere, emarginare e spegnere a sana ribellione giovanile. Il Comitato Destra per Milano (a sostegno del Progetto Itaca di Marcello Veneziani e della lista unitaria La Destra - Fiamma Tricolore, alle prossime elezioni) denuncia le violente intimidazioni della estrema sinistra a Milano (basta guardare i toni usati nei loro manifesti) e rivendica, con forza, orgoglio ed assoluta determinazione, la sacrosanta libertà di pensiero, opinione, ricerca, espressione e manifestazione politica. Non accetteremo alcuna provocazione, le autorità ed i cittadini stiano tranquilli, ma non ci faremo certamente intimidire! Non sono riusciti a zittirci i partigiani veri e nemmeno le BR, figuriamoci qualche centinaio di borghesissimi figli di papà che giocano a fare i rivoluzionari, facendosi strumentalizzare dallo stesso sistema che, a parole, dicono di volere abbattere.
Questo doppio comando, che si traduce in un negazionismo d'accatto a difesa dei propri e si rovescia in una foia forcaiola a danno degli avversari, deve invece cominciare a misurarsi con la realtà e con quella che io da tempo chiamo la catastrofe del mentale: e cioè che in questi tempi cupi tre soggetti spaesati, appena arrivati nella luccicante Bologna dalla periferia calabra, decidono che il loro "fare qualcosa" debba incarnarsi nel colpire il più facile bersaglio simbolico che gli viene offerto dalla fabbrica dell'opinione e che due ragazzotti addobbati da skin pensano di risolvere il loro conflitto immaginario con la realtà prendendo a coltellate il "nemico" più prossimo. No, nessuna direzione strategica ha organizzato in commando i piccoli trafficanti immigrati né gli accoltellatori sono stati mandati da qualcuno dei capi degli Hammerskin. Ma la molotov è stata lanciata, le pugnalate sono state tirate e hanno prodotto tristi effetti di realtà. Con questi strani soldati, varianti sociali dei "lupi solitari" che animano la più recente pratica del terrorismo in Occidente, dovremo fare i conti sempre più spesso nei prossimi mesi.

8 commenti:

  1. Si, credo che le cose stiano proprio così .....

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  2. Tassinà!
    Doppio negazionismo de che ?
    A bologna i compagni hanno fatto un presidio per i tre arrestati, rivendicandosi il fatto, aldilà della provenienza degli imputati.
    A milano gli Hammer hanno accoltellato un antifascista a cui l'avevano giurata da tempo, un episodio che lascia poco al caso.
    In entrambi i casi solo dei paraculi senza palle possono mettersi a negare l'evidente.
    Su Lealtà e Azione...beh non sanno cos'è il senso del ridicolo; mi ricordo anni fa dopo aver accoltellato a freddo 4 filobordighisti, legati a una delle poche librerie milanesi dove si trovano i libri della Graphos, si facevano grossi dicendo che avevano dato "una lezione agli antifascisti del ticinese".
    Credo questo basti per inquadrarli nei soggetti mononeuronali che sono.
    Poi volendo potremmo parlare delle loro scorribande all'interno dell'area milanese... ma non mi va di lavare i panni sporchi in piazza.

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  3. A 'nonimo, invece di chiederlo a me chiedilo alla redazione di Contropiano (che nega che Bologna sia stata un'azione militante e oscilla tra il teppismo criminale e la provocazione di Stato) e a Jonghi Lavarini (che parla di presunta aggressione).
    Per quel che mi riguarda ho scritto che la molotov è stata tirata, le coltellate sono state inferte.

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  4. Lavarini parla di presunta aggressione perchè se scriveva di nuovo un comunicato come questo http://www.fascinazione.info/2010/10/jonghi-lavarini-nessuno-discrimini-un.html mi sa che "cadeva dal motorino" un altra volta.

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  5. il barone ha ragione, non vi è alcuna prova che vi sia stata una aggressione "politica" e non una rissa per altri motivi, magari, visto la zona (Stazione Centrale) per droga... non sarebbe la prima volta che un compagno giustifica una ferita dando la colpa ai soliti fascisti... ed anche le sue discordanti dichiarazioni rese in ospedale avvalorano questa ipotesi tuttaltro che assurda...

    JOE

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  6. Commenti come quest'ultimo confermano la validità della mia ipotesi interpretativa.
    E comunque il "barone" non scrive un'aggressione per imprecisati motivi ma presunta aggressione. Quindi non contesta il movente ma il fatto stesso...

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  7. Non nego, evidentemente, il fatto materiale, ovvero che ci sia stato l'accoltellamento ma dubito, come del resto gli stessi inquirenti, che sia stata una aggressione, tantomeno di matrice "politica". Fino a prova contraria, sono più propenso a pensare che si sia trattato di una rissa per futili motivi, se non, per droga, come giustamente ipotizza Joe. Aggiungo e preciso, dato importante, che conosco perfettamente le dinamiche e le problematiche di quella zona, del quale sono stato, cittadino, consigliere ed anche presidente.

    Per quanto riguarda il "simpatico" e male informato anonimo che riporta un comunicato allora concordato con i responsabili di Cuore Nero, preciso che, in quel caso, si trattava, invece, di flagranza di reato. Infine, sulla "questione motorino": mi sono rialzato, ho chiuso i conti, ed ho anche fatto nuove ed inaspettate amicizie... ;-)

    "il mite e civile"
    Roberto Jonghi Lavarini
    robertojonghi@gmail.com

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  8. (ANSA) - MILANO, 4 DIC - Un 17/enne si e' costituito in questura affermando di essere l'autore del ferimento due giorni fa a Milano di un militante del centro sociale 'Orso'. Il suo legale, Antonio Radaelli, l'ha definito un simpatizzante di estrema destra ''ma senza far parte di nessun movimento'' e ha spiegato che i due hanno iniziato a litigare e lottare e il suo assistito che ''stava avendo la peggio ha reagito usando un piccolo temperino multiuso''.Il giovane e' indagato per lesione aggravata dall'uso dell'arma.

    Quindi, pare che si tratti di una lite, uno contro uno, per futili motivi, nella quale uno spaventato ragazzino diciassettene (genericamente simpatizzante di destra ma non appartenente a nessun gruppo organizzato!), per difendersi dal suo aggressore trentacinquenne, lo ha ferito con un piccolo temperino. Il compagno ferito, sembrerebbe, perlomeno, avere ingigantito il caso...

    robertojonghi@gmail.com

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