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Adinolfi: la strage alla stazione non fu un incidente di trasporto ma un complotto


(umt) E' una consuetudine che si rinnova, quelle delle interviste a Gabriele Adinolfi che nascono da lunghe discussioni tra telefono e mail. In questo caso lo spunto d'occasione è stato il post in cui segnalavo la sua sorprendente (per uno da sempre contrario alla pista palestinese) adesione alla tesi Raisi-Fioravanti sulla strage di Bologna. Tra commenti sul blog e nella mia pagina Facebook Adinolfi ha avuto modo di mettere meglio a fuoco le sue ipotesi, da qualcuno tacciate di eccesso di fantasia e di carattere letterario/cinematografico.
La tesi Mitrokin-Pellizzaro-Area partiva dalla considerazione che Kramm e la Fröhlich (nella foto a destra), guerriglieri del gruppo Carlos (nella foto a sinistra), si trovavano a Bologna il giorno della strage, per affermare che era doveroso indagare su di loro, cosa che non è mai stata fatta. Mentre su Ciavardini (in basso a destra), Fioravanti (in basso a sinistra) e la Mambro si procedette tramite elementi fumosi e oggettivamente inconsistenti per pronunciare sentenze già scritte prima del dibattimento.
E questo lo condivido.
La considerazione ulteriore che suggeriva che la strage venne commessa da quei tedeschi e dai palestinesi invece l’ho sempre rigettata per ragioni logiche.
Una persona che va a commettere una strage e che, tra l’altro, viene prima fermata alla frontiera, non si va di sicuro a registrare in un albergo della città dove sta per commettere il crimine. Peraltro l’ipotesi che i palestinesi si mettessero in testa di far saltare gli accordi con l’Italia e si condannassero così da soli ad un isolamento controproducente soltanto perché il loro dirigente Saleh era stato arrestato, quando sarebbe stato facile liberarlo per vie diplomatiche, come effettivamente poi accadde, non sta in piedi.
E la logica del cui prodest – anche se non è sempre inesorabile – c’indica che la gestione del dopo-strage fu appannaggio della frangia atlantista e israeliana e non certo di quella favorevole alla politica filoaraba inaugurata da Mattei, Gronchi e Fanfani e proseguita da Moro.
Ma alla originaria pista tedesco-palestinese, principale frutto del team dei consulenti della Mithrokhin che animano le esperienze editoriale Liberoreporter e SegretodiStato, si è affiancata, differenziandosi la controinchiesta portata avanti dal deputato futurista Raisi. Quella che io ho definito un po' ironicamente pista romano-palestinese
L’intervento di Raisi con l’ipotesi del Di Vittorio che salta in aria mentre trasporta l’esplosivo da Parigi ci permette di farci un’idea più precisa di quanto probabilmente accadde.
Io non sposo la tesi di Raisi, così come non ho sposato quella di Pellizzaro, ne offro un’altra.
Non ho idea se il Di Vittorio sia appartenuto o meno all’area dell’autonomia e nemmeno se e quanto fosse di sinistra. La super-agenzia che a Parigi, sotto la copertura della Hypérion, esercitava una notevole porzione di controllo sulla lotta armata di sinistra (a destra c’era allora poco o niente) era protetta dalla destra atlantista francese fin dal 1973 tramite Chaban-Delmas, la cui sezione italiana, definita Superclan, faceva capo a Simioni, un ex socialista che nel nome della rivoluzione comunista aveva messo insieme, oltre a schegge rosse, diversi partigiani bianchi e anche funzionari della Nato.
Si poteva essere inquadrati nel Superclan o in Hypérion senza essere, per questo, comunisti.
Intorno a quell’agenzia, protetta dall’Eliseo, ruotavano gruppi armati internazionali e anche uomini dei servizi non solo francesi e americani ma anche israeliani e tedeschi dell’est e dell’ovest.
I quali, ebbe a dire Lazagna al figlio di Feltrinelli, per certe cose lavorano tutti insieme…
Dobbiamo a Berio, il luogotenente di Simioni, i contatti tra BR e Mossad, servizio al quale il padre di Berio apparteneva. E una costola di Hypérion, dal nome Crise, sosteneva ed armava le fazioni palestinesi ostili ad Arafat, ma lo faceva con la benedizione francese e con il controllo israeliano.
Non sei il solo fissato sul ruolo centrale dell'Hyperion come sorta di Spectre. Penso a Priore, Fasanella [nella foto qui sotto], lo stesso Calogero
Carlos ha praticamente detto che i suoi si trovavano effettivamente a Bologna per effettuare un trasporto ma che poi intervennero gli israeliani o gli americani.
Posto che il gruppo Carlos non poteva più muoversi con tranquillità in Francia dopo che lo Sciacallo aveva freddato due poliziotti che cercavano di arrestarlo (a quattrocento metri dai locali di Hypérion…) va da sé che se il carico in questione era atteso dalla Francia, a portarcelo doveva essere un esterno. Se il trasportatore era ignaro che l’ordigno fosse stato innescato non è responsabile se non di delitto colposo, in quanto giocato e sacrificato durante un trasporto che riteneva di tipo bellico e non certo stragistico. E’ ben verosimile che lo abbiano fatto saltare in aria a distanza come è accaduto altre volte (Londra 2007 e Bulgaria 2012 per esempio).
Carlos e i suoi erano stati attirati in trappola?
Possibilissimo dato che facevano sponda, a Berlino, su Markus Wolf, direttore del servizio HVA della Stasi, un reparto che godeva di autonomia, che se da un lato sosteneva frange palestinesi dall’altro collaborava con il Mossad che espresse pubblico apprezzamento nei suoi confronti.
Crise, a Parigi, era infine il trait-d’union tra francesi, israeliani, tedeschi orientali e palestinesi.
Mettendo insieme tutti gli elementi ecco che si va a dama. Ed ecco come, con la logica del grappolo di ciliegie, si giunge ai palestinesi e alla sinistra autonoma, ma come originari capri espiatori.
I reali esecutori della strage centravano contemporaneamente vari obiettivi. Colpivano l’Italia e l’indebolivano nel Mediterraneo, ne acceleravano la “normalizzazione” che sarebbe stata affidata a funzionari più inquadrati alla logica israelo/atlantista e preparavano la virata che avrebbe permesso di lì a poco agli israeliani d’invadere il Libano.
E quindi paradossalmente una strage nata palestinese (e lo stesso Fioravanti invita a ricordare le decine di morti fatti in Italia dal terrorismo arabo) finisce per essere, in realtà, attribuita alla responsabilità sostanziale del Mossad. Ancora una volta gli israeliani: tu vedi sempre e
soltanto loro?
Non è del tutto esatto.
Se ci atteniamo al livello di guerre oblique tra “alleati”, ho detto a più riprese che nel Mediterraneo entrammo in contenzioso non solo con Israele ma anche con Francia e Inghilterra e che, in misura diversa e in tempi successivi tutti questi nostri “alleati” ebbero ruoli attivi nella strategia della tensione e nello stragismo.
Peraltro noi abbiamo il riflesso terribilmente provinciale di astrarre le stragi in Italia dall'intero contesto e di assolutizzarle. Ma i nostri “alleati” ne hanno subite quante e più di noi. E spesso si è trattato di vere e proprie offensive militari oblique.
Non è perciò troppo intelligente isolare Bologna dal resto, a cominciare da Ustica. Se tra Ustica e Bologna l'accoppiata franco-israeliana prese l'iniziativa contro di noi ciò accadde perché eravamo in conflitto reale con Parigi (in Libia e in Corsica) e perché Israele voleva al contempo destabilizzare il Mediterraneo, come annunciato dal Mossad alle BR, e far saltare il Lodo Moro che ci legava ai Paesi Arabi.
Se non parliamo di ciò io tutte queste stragi arabe in Italia non so quali siano.
Eppure sembra che tu ce l’abbia in prima istanza con gli ebrei e il partito comunista
Riflessi condizionati. Se israeliani vuol dire necessariamente ebrei, ebrei non vuol dire necessariamente israeliani. Peraltro i cittadini israeliani non sono molto più responsabili dei crimini del Mossad di quanto quelli italiani lo siano di quelli dei propri servizi.
Ciò premesso, il ruolo da protagonista dei servizi israeliani nella tensione di quegli anni emerge inequivocabilmente e con larghezza di particolari un po’ ovunque, dal Belgio alla Francia all’Italia alle infiltrazioni e provocazioni presso i palestinesi. Basti pensare al finale del film Monaco per rendersi conto che lo stesso Steven Spielberg pare pensarla così.
In quanto al partito comunista, a parte il dettaglio che è l’unico partito italiano che abbia una strage nel suo palmarès, quella di via Rasella, le sue responsabilità sono enormi.
Lo sono in quanto il Pci, che con il suo “ministro degli interni” Pecchioli avallò e sostenne le dirigenze pidduiste nei servizi, aveva un servizio d’informazione e le relazioni giuste per sapere tutto.
Ma anziché denunciare quanto realmente accadeva, con l’utilizzo massiccio e organico dei suoi soviet in Magistratura preferì offrire la verità calunniosa dello stragismo fascista. Questo perché negli anni settanta l’avvicinò alla stanza dei bottoni e, dall’ottanta in poi, sembrò rallentarne l’allontanamento.
Un mix di odio e astuzia all’ombra della concezione ideologica sulla valenza rivoluzionaria della calunnia. Una calunnia alla quale è poi finito inchiodato in modo veramente patetico. Mentre la rivoluzione effettivamente ci fu, e dall’alto, ma il Pci ne fu solo complice e non protagonista.
Premesso che, ovviamente, non condivido il giudizio storico su via Rasella (era un'azione di guerriglia contro un corpo di polizia nemico in un contesto di guerra civile), è forse veramente il caso di tornare ai fatti. Vuoi provare a riassumere in modo organico il tuo scenario per la strage?
La tesi per la quale la strage fu l’effetto di un trasporto palestinese andato male fu formulata immediatamente: forse perché era il depistaggio originario, anzi l’impistaggio originario.
Si slittò invece da subito sulla pista neofascista perché la classe dirigente pidduista che fino ad allora aveva gestito la modernizzazione con gli equilibri della politica del compromesso si sentì minacciata dall’imminente cambio.
E’ plausibile che fu questo il movente dei continui depistaggi pidduisti (ben quattro contro la mia persona): depistaggi difensivi.
Che i dirigenti pidduisti dei servizi, pur accompagnati e avallati dal garante della Cia, Michael Ledeen, per essere autorizzati a lanciare le piste alternative si siano dovuti recare a Parigi, presso l’ammiraglio Desmaranches, il capofila degli atlantisti nei servizi francesi, sembra proprio confermare la necessità di un negoziato presso il vincitore.
Pensiamo poi alla sequenza delle stragi immediatamente successive a quella di Bologna. A Monaco e Parigi, presso quelli che hanno chiamato in trappola Carlos e i palestinesi: la si può leggere sia come l’indignata ritorsione per la trappola bolognese sia, invece, nell’ottica di locali scontri intestini. Comunque sia la coincidenza è degna di attenzione.
Ci si dimentica inoltre di osservare come di fatto il colpo di coda di Hypérion coincida proprio con Bologna; pochi mesi più tardi, l’avvento all’Eliseo di Mitterrand e della sua dottrina comporterà da un lato l’introduzione di una terra d’asilo e dall’altro la neutralizzazione progressiva dell’agenzia del terrore.
Il 1980 chiudeva in pratica una fase strategica, quella teorizzata nel 1971 e avviata nel 1973 dalla Commissione Trilaterale. Negli anni ottanta le componenti della tensione armata vennero difatti rapidamente liquidate un po’ ovunque, dopo che avevano facilitato la rapida trasformazione economica e istituzionale per la quale erano state utilizzare; poi ci sarà il passaggio di livello che condurrà all’implosione dell’impero sovietico. Bologna è al crocevia e, immediatamente dopo, oltre ai guerriglieri tollerati fino ad allora, vengono liquidati i centri politici di mediazione e di equilibrio.
E’ una tesi molto complottista, come ha commentato in modo anche beffardo qualche frequentatore del blog.
Distinguiamo: è corretto definire complotto quello che ipotizzo sia accaduto a Bologna, giocare alcuni a loro insaputa e muoverli contro di sé dopo averli attirati in trappola, è effettivamente un complotto.
Non è complotto né complottismo, invece, alzare lo sguardo e uscire dal torpore delle convinzioni legate alle apparenze arcaiche.
Noi ragioniamo come se vivessimo ancora nella prima metà del XX secolo e non ci rendiamo conto che la realtà è molto diversa.
Il 1945 non segnò solo la nascita del bipolarismo mondiale con il tramonto delle ere nazionali e la contemporanea istituzionalizzazione del crimine organizzato su scala internazionale, ma anche l'avvio del processo di cessazione di sovranità e la costituzione di strutture supernazionali incaricate di gestire e di ammortizzare progetti e conflitti.
Oggi in Europa assistiamo ad una sin troppo evidente cessazione di sovranità progressiva in cui le singole potenze regionali cercano di portare comunque a casa il miglior risultato raggiungibile e di cedere il meno possibile di potere. E questo ora lo vediamo e lo capiamo tutti.
In forma più involuta e primitiva, ma anche più agguerrita e pretenziosa, è quanto accadde nei decenni trascorsi con codazzo di attentati e stragi. Gli “alleati” si combattevano per terrorismi interposti.
Se intorno ad Hypérion agivano indisturbati gruppi terroristici e servizi segreti dell'est e dell'ovest, è in quest'ottica che ciò avvenne e se ci fu tregua e cooperazione anche tra “nemici” giurati è perché esisteva e operava un consiglio direttivo sovranazionale fornito, con tanto di ideologia e strategia, dalla Commissione Trilaterale che, per inciso, partorì per intero l'amministrazione presidenziale di Giscard d'Estaing in Francia e quella di Carter in Usa.
In questo caso, quindi, anche uno dei più grotteschi depistaggi sulla strage, la cosiddetta superloggia di Montecarlo, opera di un losco personaggio come Ciolini – e che contribuì a mandare in galera gli avanguardisti – sarebbe, se non propriamente un impistaggio, quantomeno l'allusione, la traduzione in linguaggio cialtronesco e truffaldino, di un ragionamento sul ruolo di certe centrali di potere occulto. Ma, come sai, e ce lo ripetiamo prima durante e dopo ogni nostra discussione, certi ragionamenti criptocratici li ho sempre considerati dei pipponi assurdi.
L’esistenza di metastrutture (non sovrastrutture) è palese e nessuno di fatto lo nega: ci limitiamo ad ignorarla solo per scarse facoltà intellettive e interpretative. Siamo noi che c’inganniamo, non sono loro che c’ingannano.
Preferiamo ragionare per schemi elementari solo per pigrizia mentale.
Gli intrecci tra partito comunista e servizi americani, per esempio, in Italia risale al 1944 ma lo abbiamo metabolizzato, e superficialmente, solo a metà degli anni novanta.
Parlavamo di Markus Wolf (nella foto accanto vicino al Muro di Berlino). Bene, se diamo un’occhiata alla Germania ci accorgiamo che dopo l’unificazione non c’è stata alcuna repressione nei confronti dei responsabili dei servizi dell’est, pur rei dell’uccisione di migliaia di cittadini tedeschi.
Ma non è tutto. Raisi osserva che i tedeschi si sono opposti, oggi, a far interrogare Kramm e la Fröhlich, che pure da essi dovrebbero essere considerati nemici interni e terroristi. Invece li proteggono con un cordone sanitario.
E non è finita. Se leggiamo la storia della Stasi scopriamo che, in piena guerra fredda, le spie dell’est colte a passare segreti militari ad ovest vennero condannate a pene irrisorie, spesso sospese.
Come è il caso di Karl Hauff, che girava segreti scientifici ai sovietici e ai tedeschi orientali e che ricevette una condanna con la condizionale inferiore a quella di Alberto Palladino.
Solo chi fornì segreti atomici ai sovietici subì condanne significative, inferiori comunque a quelle inflitte al sottoscritto in Italia per reati associativi. Non possiamo sostenere che Bonn avesse meno paura dell’atomica sovietica di quanto Roma l’avesse di Terza Posizione. Dobbiamo sostenere piuttosto che ci fossero intrecci intertedeschi già allora, intrecci internazionalmente avallati e regolati. E si può procedere così un po’ ovunque.
Trent'anni dopo, caduto il Muro, con la processione degli assi (dallo scontro Est-Ovest a quello civiltà occidentale-Islam) cosa è cambiato e cosa è rimasto immutato.
Prendiamo il teorema del nuovo antagonismo sud-nord e del pericolo islamico. E’ evidente come lo schema del passato venga replicato ed è anche più evidente che, a prescindere dalla propaganda, le relazioni tra componenti che dovrebbero odiarsi sono invece molto distese. Le “primavere arabe” hanno registrato una santa alleanza tra Usa, Inghilterra, Francia e monarchie wahabite, fino al punto di armare e sostenere pubblicamente Al Qaeda dimenticandosi che, fino a qualche anno fa, dicevano che questa avesse abbattuto le Twin Towers. Lo scenario insomma è quello di trenta e quarant’anni fa ma un tantino più orwelliano.
In quanto alle metastrutture, oggi queste appaiono evidenti: l’uniformità dei media internazionali (Cnn, Bbc, Al Jazeera ecc) e la globalizzazione dei mercati nonché della comunicazione informatica hanno fatto fare un salto in avanti ai nostri cervelli ossidati e così riusciamo un po’ meglio a intravedere le strutture dell’epoca in cui viviamo.
Potremmo fare un salto ulteriore e capire, tramite ciò, anche quel che lo precedette. E dovremmo infine pensare a quel che seguirà.
Si parla di una governance europea che la Commissione Trilaterale (toh guarda…) intende varare e istituzionalizzare in novembre.
Non parlo da reazionario in quanto sono europeista e sostenitore dell’Euro. Ho l’impressione però che si assista ancora una volta ad uno strappo strategico che, partito con le “primavere arabe” e con la neutralizzazione di Strauss-Kahn e della sua soluzione monetaria, avrà effetti deleteri e scompaginanti su quanto poteva ancora esserci di positivo.
Stavolta non ci sono state stragi significative, ma c’è sufficiente massacro quotidiano di genti, di società, di economie e di culture e si tratta, ancora e sempre, di una “rivoluzione dall’alto” mediante un dirigismo cinico e spietato.
I giovanotti che agirono a Bologna e altrove ora sono uomini maturi. E ancor di più lo è il mostro che hanno generato.


17 commenti:

  1. Condivido la parte conclusiva dell'articolo. Però vi è da obiettare che il trattamento "delicato" riservato agli agenti dei servizi in combutta con il nemico è da attribuire alle ragioni dello scambio di favori fra intelligence e non può essere additato come prova di un presunto collaborazionismo.
    Per esempio anche di recente si svolse una vicenda analoga con lo scambio di agenti segreti in arresto tra il governo statunitense e russo.

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  2. Caro Ughetto Maria, le tesi del tuo amico si possono così riassumere: i comunisti con l’utilizzo massiccio e organico dei loro soviet in magistratura hanno calunniato i poveri Freda, Ventura & camerati. I palestinesi si sono fatti scoppiare addosso a Bologna l’esplosivo che trasportavano come Fantozzi quando si infila il revolver nella cintura e subito ne hanno approfittato i giudo-plutocrati, anzi sono stato loro a innescare il botto. La vicenda del muro di Berlino è stata una finzione perché i tedeschi dell’ovest dell’est avevano un servizio segreto che agiva a reti unificate, come rete 4, canale5 e italia 1 ai tempo d’oro di B. Gli americani stanno armando Al Qaeda e tra un po’ ammetteranno che le torri gemelle se le sono tirate giù da soli. La trappola sessuale tesa a Strauss-Kahn ha destabilizzato l’euro e minaccia la catastrofe dell’Europa. Il grande vecchio delle brigate rosse e dell’intero terrorismo occidentale è stato l’abbé Pierre e per conseguenza l’assistente ecclesiastico dei superclandestini era Giovanni Paolo II. Una cosa è però sfuggita all’inossidabile intelligenza del tuo amico (la definizione è sua), l’evento epocale che ha definitivamente deviato il destino dell’umanità: l’aspirazione idraulica di Monica Levinski (e sfido chiunque a affermare che dico parolacce).
    Alessandro Smerilli

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  3. Caro Anonimo,
    a me i commenti frizzanti mi divertono sempre. Se però pretendono di attenersi ai pezzi dovrebbero rispettare i fatti e le narrazioni. In questo caso c'è un tuo errore clamoroso: i palestinesi non si sono fatti saltare addosso l'esplosivo ma sono stati i cattivissimi agenti segreti israeliani (quei gran paraculi) a farlo.
    Per quel che mi riguarda è noto il mio scetticismo per tutte le tesi paranoiche e complottarde m anche la mia ferma volontà di lasciare massimo spazio al confronto e all'espressione.

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  4. Quello che Smerilli riassume in modo caustico e con tono beffardo, se espresso altrimenti si avvicina in effetti a quanto dico. Ma ci si avvicina soltanto. Infatti io non ho mai preteso che il Muro di Berlino fosse una finzione. Ho semplicemente dedotto da tempo che, al di sopra dei singoli conflitti (realmente in corso) e dei singoli interessi, ci sono camere di compensazione e luoghi strategici. Rispettandoli e solo rispettandoli è consentito ai contendenti di condurre il proprio contendere purché però non li intacchino. Tuttavia noi abbiamo la pessima abitudine di ignorarle queste metastrutture ed è la ragione per cui non capiamo niente quando accadono le cose più importanti. Quando poi s'inizia a provarci a capire qualcosa, dovendo rovesciare ogni schema e quindi mettere in discussione ogni riflesso condizionato, s'ingenera automaticamente la reazione dello Smerilli. E' la stessa reazione difensiva che hanno da sempre gli uomini nei confronti dei prodigi, del sacro, del mistero, dell'ignoto e di tutto quanto, essendo inabituale ai loro occhi, li spaventa. Per esorcizzarlo la buttano sull'ironia che in questi casi non è mai un'ironia allegra e solare bensì acida e sferzante, a comprova che essa nasce non dalla serenità dell'animo ma dal disagio. Non mi pare di proporre scenari che possano davvero corrispondere a quel tipo di descrizione o che debbano accompagnarsi a quel genere di ironia perché la mia investigazione dell'occulto (che non lo è affatto ma che ci occultiamo da noi per pigrizia mentale) è di un genere abbastanza analitico e critico. Ma mi rendo conto che per autodifesa non si possa che reagirvi così. Il peggior nemico siamo noi. Il nostro demone di gravità

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  5. Giusto per disinnescare tempeste virtuali. Adinolfi chiama per nome e cognome l'anonimo beffardo semplicemente perché ha firmato nella mia bacheca facebook quasi identico commento

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  6. A me sembra che in Adinolfi un riflesso condizionato permanga comunque: quello a favore dei suoi cari camerati, sempre "ingiustamente" perseguitati. Su Fioravanti e mambro, ad esempio, va detto che costoro sono stati condannati per non aver fornito risposte convincenti sulla loro ubicazione e attività nei giorni vicini all'ora x (è provato invece il loro collegamento alla banda di spioni e stragisti, ordinovisti, del Veneto), come puntualizzò Riccardo Bocca nel suo libro:
    http://www.scribd.com/doc/101812859/Tutta-un-altra-strage-Riccardo-Bocca

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  7. Fioravanti e mambro, ad esempio, va detto che costoro sono stati condannati per non aver fornito risposte convincenti sulla loro ubicazione e attività nei giorni vicini all'ora x

    Una volta non era l'accusa che doveva dimostrare la colpevolezza e non la difesa portare prove della sua innocenza? Ah già, ma Mambro e Fioravanti sono neofascisti e, quindi, stragisti per antonomasia!

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  8. perfettamente d'accordo con Andrea Carancini.
    La vera "metastruttura" che in Italia stava dietro lo stragismo (almeno dal 1969 al 1980) non era certo l'Hyperion di Parigi, i cui dirigenti erano da molti anni screditati agli occhi di tutta la sinistra italiana, compresa quella più estrema.
    Aveva un altro e ben più famoso nome: Nato, o meglio Ftase (Nato del fianco sud dell'Europa).

    A questo punto i signori Fioravanti e Mambro dovrebbero spiegare come mai hanno sempre lavorato - prima, durante e dopo la carcerazione - per i servizi segreti o comunque con gente organicamente legata ai servizi segreti.
    Farebbero bene anche a dirci come mai - a differenza di Ciavardini e di tanti veri neofasciti italiani - sono sempre stati filoisraeliani e filoamerikani.
    Infine dovrebbero spiegarci come mai già nell'agosto 1980, con una telefonata femminile a "radio alternativa" di Roma, dissero che i responsabili della strage di Bologna andavano cercati fra l'Eta, l'Ira, l'OLp e le Br.
    Si è capito che gli ultimi depistaggi sulla strage di Bologna sono identici a quelli di cui una voce femminile parlò nell'agosto 1980 ad una radio di destra?

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  9. Sveglia ragazzi e ragazze! E sveglia anche al pur onesto Adinolfi (una delle persone che più stimo fra quelle che partecipano a questo blog anche perché a suo tempo fu vittima delle calunnie di Fioravanti)!

    Le calunnie del 1980 sono identiche a quelle del 2012:

    “Roma – Con una telefonata alla emittente privata di destra “Radio alternativa”, una donna ha smentito qualsiasi responsabilità dei Nar nella strage di Bologna e la militanza in questo gruppo di Marco Affatigato.
    Nella telefonata la sconosciuta afferma tra l’altro: “Se Marco Affaticato è responsabile dell’eccidio di Bologna lo uccideremo noi. Egli non ha niente a che vedere con i Nar”
    Suggerisce di controllare fra i morti e di “far luce su Azione Diretta, sull’Eta, sull’Olp, sul volto rifatto di Mario Moretti”.

    La Stampa. 8 agosto 1980”

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  10. C'è una cosa che mi preme chiarire: non mi considero tra i colpevolisti pregiudiziali di Mambro e Fioravanti. Non mi sembrano però neanche così estranei alla strage. Il guaio delle stragi è che si tende (perchè a questo siamo indotti dai media) a giudicare con il metro del bianco/nero, perdendo di vista la "zona grigia" che invece è fondamentale. Detto questo, considero preziose le osservazioni di Tassinari e interessante lo scenario proposto da Adinolfi: meritevole però di un'ulteriore messa a punto mi sembra l'identificazione degli "zimbelli" . In questo ruolo (su Di Vittorio concordo con Tassinari), oltre al gruppo estero, non escluderei proprio la presenza dei due NAR (che certo , nel caso, non invidio: non colpevoli ma neppure così estranei al meccanismo della strage da spiegare perchè gli stragisti non erano loro)

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  11. Ma Adinolfi e soci non avevano fatto un volantino in cui definivano Mangiameli sparato dai NAR come l'86° vittima della strage di Bologna ? Vuoi vedere che allora a uccidere Mangiameli sono stati i supersegreti cattivoni dell'Hyperion ?
    Comunque il fatto che sta storia sulla pista palestinese sia nata su "AREA" con un intervista di Gian Paolo Pelizzaro della Commisione Mitrokhin a MARCO AFFATIGATO (ordinovista e servo della CIA) la dice tutta su quanto sia un palese tentativo di depistaggio da parte di gruppi legati all'atlantismo

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  12. Anonimo, quando i camerati di Francesco Mangiameli stilarono quel volantino non avevano idea di chi lo avesse ucciso e pensavano si fosse trattato dei servizi segreti.
    Del resto chiunque si vada a leggere qualsiasi mio intervento sulla strage di Bologna, anche a poca distanza dalla stessa, non avrà difficoltà a notare che non ho mai considerato Fioravanti e/o Mambro come colpevoli e questo a prescindere dall'irriducibile ostilità reciproca e da quello che posso imputare loro. Lo si può riscontrare anche a verbale a Bologna. Non "ciuliamo nel manico" per piacere.

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  13. ........La tesi dell'esplosivo per farli saltare per aria a distanza e' suggestiva, ma andrebbe provata.....in piu' se si fanno saltare delle persone e' sottinteso che questi ci restino ( cioe' passino a miglior vita) e non mi risulta i due principali terroristi legati a Carlos siano passati ad altra vita..........Analogamente non mi risulta siano stati esumati cadaveri con nomi palestinesi o richiamanti il mondo arabo......Certo forse una strategia israeliana c'era, ma quella dell'esplosivo per farli saltare e dagli la colpa verrebbe smontata all'istante
    io torno a propendere per una pista internazionale, magari con la longa manus francese, ma certamente internazionale. Far saltare dei terroristi a distanza comporterebbe la loro morte certa e qui questa NOn c'e' stata.......almeno tra palestinesi......
    Piuttosto si cerchi di scoprire meglio i depistaggi effettuati dai militari piduisti sul treno Taranto-Milano fatti per INCASTRARE Marco Vale e COPRIRE (altro che indirizzare!) una pista internazionale che invece si stava profilando, con la storia dei biglietti intestati a suo nome........Perche' qui taluni imbrogloni in mala fede parlano ancora di depistaggio per favorire la coppia-diabolica??? (Fioravanti e la Mambro amici di Vale)......


    Ago

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  14. Veramente Agostino, in questa tesi, a saltare in aria sarebbe stato quel tal Di Vittorio proveniente da Parigi. Kramm e la Frohlich sarebbero l'elemento politico incastrato da quell'esecuzione provocata a distanza con un colpo che tramite il loro collegamento fregherebbe i palestinesi. E l'esplosione avrebbe avuto luogo a loro insaputa, oquanto meno nel luogo e nel momento sbagliato.

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  15. La tesi di Adinolfi è suggestiva, ma a mio parere rafforza la tesi dei NAR come pedine giocate all'interno della strage, esecutori non si sa fino a che punto consapevoli.
    Sono noti infatti i rapporti stretti dai Nar con agenti del Mossad, che svolgevano il ruolo di consiglieri militari nei campi maroniti in Libano dove alcuni dei Nar erano andati ad addestrarsi.

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  16. ...si chiedo scusa Adinolfi. Pensavo ci si riferisse ai due terroristi tedeschi legati a gruppi palestinesi................Tesi suggestiva e in effeti Israele ha mezzi e strumenti tecnologici sofiscati per raggiungere questi obiettivi. Ma siamo pur sempre nel campo delle ipotesi. Niente di effettivo e ahime' niente prova concreta.
    Resto fermo sulla pista internazionale per indebolire il nostro paese , ma credo che si dovrebbe indagare piu' a fondo riguardo a quel depistaggio attuato sul treno Taranto- Milano effettuato da militari, alti ufficiali piduisti, per inguaiare Giorgio Vale (...e NOn Marco come prima erronemaente scrissi) e di conseguenza riportare sulla scena la coppia diabolica ( di cui pure ho pessima opinione). Insomma io credo possa esserci l'idea di coprire scientemente un paese occidentale del Patto atlantico e un saltino in Oltralpe lo rifarei. Molti fatti sono stati coperti da silenzi inspiegabili e sarebbe il caso di riportarli alla luce nella sua giusta dimensione. Intanto depistaggio per COPRIRE un "amico" atlantico e NON per indirizzare verso il terrorismo internazionale, sarebbe gia' una prima ammissione che i giudici polticizzati e i Bolognesi vari dovrebbero fare, poi altre verita' credo spunterebbero a breve.
    Comunque tornando all'oggetto della contesa......resto fermo sulla pista internazionale ma la strada- Mossad avrebbe bisogno di qualcosa di piu' tangibile e comprovato. E finore ahime' si resta nel campo delle ipotesi.


    Ago

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