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#Romanzodiunastrage. Il riconoscimento di #Valpreda e i contributi di #Giannuli e #Tobagi jr.

Poiché appassionati lettori del blog, mediamente colti e civili, si ostinano a parlare del riconoscimento di Valpreda come un incontrovertibile elemento a suo carico, credo sia utile mostrare la foto - ripescata in rete da Stefano Nazzi e rilanciata su twitter - dei soggetti a cui era stato accostato per rendersi conto di come Rolandi non potesse che scegliere lui.
Proseguiamo intanto con la rassegna stampa. Notevole oggi il contributo di Benedetta Tobagi che esalta il valore civile e pedagogico del film, risolvendo i punti di contrasto con la realtà come "libertà autoriali", considerato che i sedimenti negativi nell'immaginario collettivo saranno limitati proprio dalla ricchezza del dibattito e della messa in guardia. La giovane ricercatrice trova il modo di ricordare il processo in corso a Brescia e a replicare in modo convincente a Sofri sul rapporto tra i giovani, la storia e la pratica della memoria.
A suo volta Aldo Giannuli, nel suo blog, si accanisce a sottolineare tutte le differenze tra il libro e il film, ridimensionando invece qualità e quantità dell'ispirazione.

8 commenti:

  1. ma parlare invece di Giorgione Chinaglia? quella sì che sarebbe degna e lodevole fascisteria

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  2. Per finirla con il mito del povero "Valpreda innocente" non c'è solo ed esclusivamente il riconoscimento da parte del tassista Rolandi. C'è per esempio il regista Beppe Menegatti, marito della celebre ballerina Carla Fracci, il quale verso la mezzanotte del 16 dicembre 1969, telefonava alla redazione del Corriere della Sera chiedendo di parlare col giornalista Zicari che si occupava della strage.Il regista riferiva che a mettere le bombe a Milano non poteva essere stato Valpreda, in quanto egli era stato visto a Roma al teatro Ambra Jovinelli,il giorno dopo la strage, da almeno una decina di testimoni.A tale proposito in seguito, due dei testimoni romani,furono dichiarati dalla magistratura, attendibili non certi; mentre Menegatti capito il guaio provocato, fece parziale marcia indietro, circa la data di permanenza a Roma, del ballerino.Ricordiamo che Valpreda affermava di non essersi mai mosso da Milano,dal pomeriggio della strage,perché inchiodato a letto dalla febbre.Le due zie spergiure, che avallarono la falsa malattia, a Catanzaro furono condannate per falsa testimonianza, come già era avvenuto in un precedente processo per rapina a mano armata,a carico di Valpreda. Altra circostanza interessante è che Valpreda aveva abitato per dei mesi in piazza Fontana, presso l'Albergo Commerciale occupato da estremisti della sua risma, ubicato di fronte alla BNA e in quel periodo soffriva di improvvisi crampi alle gambe che impedivano la normale deambulazione, dovute al morbo di Burger di cui era affetto da anni; oltre ad essere conosciuto personalmente dall'edicolante della piazza, ove era solito comperare i giornali; ecco un valido motivo per prendere il taxi di Rolandi, nella vicina piazza Beccaria, per fermarsi nei pressi della banca.Il falso alibi di Valpreda per il pomeriggio della strage, fu ribadito nel 1981 dalla sentenza d'appello e nel 1986 nel processo d'appello bis.Perché non devono valere per Valpreda le regole processuali che valgono per i comuni mortali? Temistocle Vaccarella.

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  3. se si dovessero condannare le persone per un alibi che vacilla

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  4. Tassinari, lasciatelo perdere questo è uno degli idioti come quei fasciosionisti che per tirar fuori ciavardini tirava in ballo i palestinesi con deliri ed indizi che stavani insieme con lo sputo.

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  5. Sarà opportuno ricordare che dagli archivi del Tribunale di Milano, è sparito il fascicolo processuale riguardante le rapine a mano armata, cui Valpreda, aveva partecipato nel 1952-1953, fascicolo disperso nelle peregrinazioni tra la Corte d'Assisi e il Tribunale dei minori.Così come è svanita la perizia psichiatrica, eseguita allora dal professore Enzo Morpurgo, che aveva sanzionato che l'adolescente Valpreda era "personalità psicopatica con neurosi del carattere". Ma non basta è stranamente scomparso il foglio matricolare, relativo al servizio di leva di Valpreda, che sotto naja, aveva fatto un corso di sabotaggio e lezioni pratiche sugli esplosivi.Senza dimenticare che sono sparite le carte delle Brigate Rosse, che per la strage della BNA, chiamavano in causa gli anarchici trovate a Robbiano di Mediglia.Valpreda fu assolto per insufficienza di prove anche grazie all'alibi falso della zia Rachele Torri, definita dai magistrati palesemente compiacente e contraddittoria. A proposito della zia Rachele,già nel gennaio 1955 durante il processo per rapina a mano armata, assieme alla famiglia del giovane anarchico, aveva fornito un alibi che si rivelò goffo e falso.Concludo ricordando che a favore di Valpreda, il Parlamento, varò una legge per poterlo scarcerare; inoltre il Manifesto, lo candidò al Parlamento, ma fu sonoramente trombato dagli elettori.Fatti documentati e certi, non ipotesi personali. Temistocle Vaccarella.

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  6. Vorrei far notare che la foto riportata non è in realtà quella del confronto all’americana del 16 dicembre 1969 a cui presenziò Cornelio Rolandi, ma è una foto del 1974, scattata a Catanzaro su richiesta dei magistrati che volevano verificare le somiglianze tra Valpreda e i poliziotti utilizzati come comparse. Nel 1974 Rolandi infatti era già morto.
    Lo “scoop” del confronto squilibrato tra un anarchico scapigliato e ordinati, eleganti cittadini, rivelatosi come vedremo una “topica”, era stato opera di Repubblica con una serie di articoli. Il primo del 3 settembre 2000 era firmato da Giovanni Maria Bellu (“È lui”, così fu riconosciuto “il mostro” Pietro Valpreda), seguito a ruota il 4 settembre da Giorgio Bocca (Valpreda e la moda revisionista) e dallo stesso Valpreda che il 5 settembre cercò di tamponare la diga scricchiolante (Valpreda: quello scatto è del ’69). Infatti già il 5 settembre sul Giornale, Luigi Ligotti intervistato da Gian Marco Chiocci rimetteve le cose al loro posto (Quella foto di Valpreda è una patacca).
    Utile il compendio che ne fa sul settimanale Sette Michele Brambilla il 21 settembre 2000 (Valpreda, la foto e i dietrologi). In quell’articolo tra l’altro era riportata anche la vera foto di Valpreda all’uscita dal confronto all’americana del 1969. In essa lo si vede con tanto di paltò, cravatta e sciarpa.
    Ora questo “equivoco”, in qualche modo qui rinnovato, mi sembra sia utile per capire come una notizia falsa, seppur sbugiardata da fatti e da documenti, possa riemergere di tanto in tanto come se nulla fosse, a dimostrazione di quanto sia complesso il lavoro di chi cerca di informare correttamente.

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  7. grazie, Paradisi, me l'aveva già segnalato Giacomo Pacini su fb l'inghippo. Comunque, per essere Valpreda uno che ha più imitazioni della settimana enigmistica (solo per restare alla destra extraparlamentare due: Orsi e Sottosanti) la questura si poteva sforzare di trovare almeno un poliziotto che gli somigliasse.

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