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Speciale 11 settembre/4: l'antrace uccide, complici l'autorità

 Prosegue la pubblicazione dell'ultimo capitolo di In god we kill, il mio instant book su destra radicale e fondamentalismo religioso in Usa, scritto di getto dopo l'11 settembre 2001. Dopo aver  parlato della campagna bioterroristica partita nel clima di panico dopo gli attacchi all'America (i profiler misero sotto accusa la destra radicale ma l'inchiesta si è conclusa con il suicidio del sospettato), e le campagne di panico sociale scatenate da antiabortisti e altre frange estremiste, entriamo nel vivo della campagna bioterroristica che fa cinque morti nelle settimane successive gli attacchi dell'11 settembre.


Robert Stevens
, fotografo di 63 anni morto di antrace il 5 ottobre 2001, è la prima vittima del bioterrorismo negli USA . L'uomo lavorava al Sun, una delle testate dell'American Media, a Boca Raton, in Florida, al numero 5401 del Broken Sound Boulevard di Boca Raton. L'AMI è un gruppo editoriale specializzato in rotocalchi scandalistici che fattura oltre mezzo miliardo di dollari l'anno. L'edificio non è lontano dai residence in cui ha vissuto in estate un commando di kamikaze delle Torri Gemelle. La coincidenza  scatena il panico e diffonde la convinzione che le lettere all'antrace siano la seconda tappa dell'attacco all'America.

Boca Raton è la prima città della Florida con un sindaco ebreo, Steven Abrams e la sua comunità è un quinto della popolazione. John Aschroft smentisce le rivelazioni della Cnn secondo cui il bacillo rinvenuto è stato rubato da un laboratorio dell’Iowa dove sarebbe stato prodotto 50 anni fa. Gli investigatori con tute protettive stile astronauta e maschere antigas perlustrano centimetro per centimetro l’edificio dell’AMI e lo mettono in embargo per un mese. I 300 dipendenti ottengono subito una sede alternativa. L'attacco batteriologico ha un effetto devastante per l'azienda. In giorni in cui non c'è tiratura che basti a soddisfare la voglia dei lettori di essere informati, la gente ha paura di acquistare i popolarissimi tabloid dell'AMI. 

Il presidente della compagnia David Pecker chiede al Centro di Atlanta un comunicato ufficiale che spieghi ai consumatori che è impossibile la contaminazione via carta stampata. Nei giorni successivi due addetti allo smaltimento della posta si ammalano di carbonchio e altri cinque impiegati dell'AMI, risultano positivi ai test. I primi contagi risalgono al 2 ottobre. Il fotografo Bob Stevens è morto per aver aperto una lettera ed averla avvicinata al volto, causa la sua forte miopia. Ernesto Blanco, 73 anni, responsabile dell'ufficio postale interno dell'American Media, ha inalato le spore durante il trattamento aziendale della corrispondenza. Sarà dimesso dopo tre settimane di cure ospedaliere.
Stephanie Dailey, 36 anni, collega di Blanco, anche lei esposta alle spore, viene curata con antibiotici.

Gli attacchi a New York e nella capitale, lanciati in contemporanea, vengono alla ribalta una decina di giorni dopo. A un mese e un giorno dall'eccidio delle Torri gemelle, Manhattan si sente di nuovo sotto attacco, in un altro simbolo del potere e dell'orgoglio cittadino: il Rockefeller Center. Al terzo piano del numero 30, un'impiegata trentottenne della NBC Erin O'Connor scopre di essere stata contagiata dal bacillo dell'antrace cutaneo, arrivato in una busta indirizzata a Tom Brokaw, il 25 settembre, l'anchorman di cui è  assistente personale. Gli uffici vengono subito chiusi e affidati ai tecnici. Tutti i redattori si sottopongono ad esami meticolosi. La lettera è stata imbucata il 18 settembre da Trenton, nel New Jersey. Spore di antrace sono scoperte anche sulla faccia e nelle narici di un agente di polizia e due tecnici di laboratorio, che hanno analizzato la busta inviata al conduttore del telegiornale. 

Poco dopo l'allarme batteriologico suona anche al New York Times: una lettera inviata alla giornalista Judith Miller, coautrice del bestseller Germs, contiene polvere bianca. E' borotalco ma l'edificio è sgombrato per precauzione. Rudolph Giuliani cerca di tranquillizzare gli animi: “Il carbonchio - dice il sindaco - non è contagioso. La dipendente della NBC è in buone condizione. E' curata con antibiotici e non ci sono timori per la vita”. Il ceppo di antrace inviato a New York è infatti meno grave di quello usato in Florida. I messaggi ufficiali non bastono a rasserenare gli animi nella comunità giornalistica, che si sente braccata. Negli stessi giorni una succursale della Microsoft a Reno, nel Nevada, riceve dalla Malesia una busta con foto pornografiche contaminata da spore di antrace. Sei persone che l'hanno toccata risultano positive.

Anche i falsi allarmi contribuiscono a diffondere la psicosi collettiva. Quella recapitata al New York Times è stata imbucata a St. Petersburg, in Florida, insieme a una indirizzata alla Sony di Hollywood da un mitomane in cerca del suo quarto d'ora di celebrità. L'unica certezza è il carattere non unitario dell'attacco all'impero dei media: le buste con ceppi diversi di antrace (il batterio della Florida causa il carbonchio polmonare, quello di Manhattan la forma cutanea, meno pericolosa), sono state imbucate in luoghi molto distanti. 

Il ministro della Sanità Tommy Thompson parla di bioterrorismo per la prima volta. “Non ci sono dubbi - spiega in alcune interviste - che i responsabili hanno voluto terrorizzare il paese usando armi batteriologiche. Chi è stato non lo sappiamo. Non possiamo essere certi di una responsabilità diretta di Osama Bin Laden”. Per il Times - che ha ottimi informatori nell'intelligence britannica - molti indizi portano a ipotizzare un coinvolgimento iracheno. L'indiscrezione rafforza la posizione del viceministro della difesa Paul Wolfowitz e degli altri “falchi” che premono per allargare l'intervento militare.

L'attacco di New York è invece collegato a una campagna contro i Palazzi della Politica. I bacilli dell'antrace dissacrano il 15 ottobre il Campidoglio. Sono contenuti in una lettera indirizzata al capogruppo democratico al Senato, Tom Daschle. Un'assistente, insospettita dalla polvere fuoriuscita dalla busta, ha subito chiamato la polizia e i medici del parlamento. Poco dopo è il presidente Bush a comunicare in diretta televisiva il responso dei test. La contaminazione è subito circoscritta. Squadre speciali sigillano gli uffici e sottopongono le 40 persone dello staff a esami del sangue e a una terapia antibiotica preventiva. Nessuno rischia la vita, tanto meno il senatore, star nascente del partito.

 La risposta del governo appare contraddittoria. Da un lato il ministro Thompson tranquillizza, dall'altro le tv mandano in onda le immagini dei “marziani”, i tecnici con maschere e tute protettive che si aggirano in mille angoli del paese, mentre il consigliere per la sicurezza nazionale Condoleezza Rice raccomanda prudenza nell'apertura delle lettere sospette. Le spore sono sempre arrivate attraverso una delle 680milioni di buste che passano quotidianamente attraverso gli uffici postali americani. Alle Poste Centrali di Roca Baton gli ispettori sanitari hanno scovato tracce di antrace nel locale che smaltisce la corrispondenza dell'AMI: 31 impiegati sono stati sottoposti ai test, per fortuna nessuno ha inalato le spore mortali. Saranno invece i postini di Washington a pagare il prezzo più alto all'offensiva bioterrorista, con un forte concorso di colpe da parte delle autorità.
(4-continua)

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