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Zerocalcare: Acca Larentia non è un evento da vietare


 (...)Ilaria Salis è stata arrestata un anno fa durante l’Honor day, raduno di gruppi neonazisti europei tollerato dal governo ungherese.

«Non è che questi vincono le elezioni, a parte Alba Dorata in Grecia prendono percentuali da prefisso telefonico. Però se li incontri per strada rischi che ti spacchino i denti. E sono formazioni che mantengono una dialettica con i partiti della destra identitaria, che invece le elezioni le vincono».

Per vedere braccia tese non occorre andare a Budapest, basta farsi un giro ad Acca Larentia la sera di ogni 7 gennaio. È un evento da vietare?

«No, diventerebbe un assist per loro perché ci si impantana nella polemica sulla violenza politica e sulla commemorazione di ragazzi uccisi. Ci sono altre spie della cultura fascista che attraversa anche le istituzioni, ben più gravi ma di cui non si parla».

Quali?

«Ad esempio questa…» Prende il telefonino, scrolla. «Sul web ho trovato la locandina di una tavola rotonda a Montesilvano in Abruzzo, organizzata dal Blocco Studentesco e da altri gruppi neofascisti. C’era anche il responsabile nazionale di Azione Universitaria, l’associazione giovanile del partito di Giorgia Meloni. E sulla locandina, fatta coi colori delle camicie brune, è stampata la bandiera del Terzo Reich!».

A destra, e anche qualcuno a sinistra, sostiene che tutto ciò sia folklore, perché il fascismo è morto.

«Ma la deriva autoritaria è viva. Ci siamo dimenticati dei decreti sicurezza di Salvini? Il rischio della compressione del diritto al dissenso è reale».

Un anno fa al Salone di Torino lei è stato il primo a parlare del tentativo della destra di conquistare l’egemonia culturale tramite l’occupazione della Rai, della Biennale, dei musei…L’ultima vittima è Marino Sinibaldi, cacciato dal Centro del libro di cui era presidente. Che fare? Resistere o aspettare che passi la nottata?

«Resistere».

Come?

«Producendo opere che creano immaginario, perché quello la destra non lo sa fare. Mette figure identitarie nei posti chiave ma ha radici culturali sterili e anacronistiche, la sua mitologia si fonda da una parte sul vittimismo, dall’altra sulla negazione delle responsabilità nelle stragi degli anni Settanta. Il massimo della loro editoria è Vannacci, per dire».

Che però è un successo editoriale.

«Pompato dai media e dalla sinistra».

Opere che creano immaginario, cioè?

«Gli artisti, i musicisti, i fumettisti, gli scrittori possono rendere il loro lavoro un atto di resistenza culturale. Gli appelli non funzionano. Contengono le parole giuste e i concetti nobili, ma alla gente trasmettono l’immagine degli intellettuali che fanno la morale dai loro appartamenti in centro».(...)

FONTE: Fabio Tonacci/La Repubblica

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