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"Qui ebrei". Ma è la casa di una partigiana deportata

Una scritta antisemita è comparsa sulla porta di casa di Aldo Rolfi, figlio di Lidia, partigiana deportata a Ravensbruck nel 1944, una delle grandi voci dell’orrore dei lager. La scritta "Juden hier", "qui ci sono ebrei", come nelle città tedesche durante il nazismo, è comparsa nella notte appena trascorsa a Mondovì (Cuneo) sulla porta della casa dove la donna ha vissuto sino alla morte, nel 1996. La via dove sorge la casa è stata intitolata proprio alla Rolfi pochi anni fa.
I proprietari dell’abitazione hanno denunciato l’episodio ai carabinieri. Indaga anche la Digos di Cuneo. Staffetta partigiana, dopo la deportazione, Lidia Beccaria Rolfi lavorò per l’Istituto Storico per la Resistenza di Cuneo e per l’Associazione nazionale ex deportati. Nel ’78 scrisse ’Le donne di Ravensbrack’, la prima opera pubblicata in italiano sulla deportazione femminile nei campi di concentramento della Germania nazista. Nel ’97 uscì (postumo) ’Il futuro spezzato’, un saggio sull’infanzia durante la dittatura, con l’introduzione di Primo Levi. Peraltro la famiglia Rolfi non è di origine ebraica. 

2 commenti:

  1. Non ci credo.
    È pieno di telecamere, chissà come non li pescano mai.

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  2. E' LA tattica seguita per secoli del giudagliame son esperti NeL fingere falsi ,son dei falsari dei plagiatori hanno LA menzogna NeL sangue , il bravo Don curzio nitoglia lo ha detto chiaro " gli ebrei sono le progenie del diavolo " basta vedere LA palla dell'olocausto , Paul rassiner un ebreo sincero ci ha scritto pure un libro " LA menzogna d'ulisse " l'altro Norman Finkelstein " l'industria dell Olocausto " son dei bugiardi seriali da curare

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