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Diabolik, parla Boccacci: "I Fascisti di Roma nord non esistono"

“Gaudenzi è impazzito. Oppure è manovrato”. Maurizio Boccacci, 62 anni, è uno dei 'fascisti di Roma Nord' nominati da Fabio Gaudenzi nel video girato, passamontagna e armi in pugno, per annunciare di conoscere il mandante dell’omicidio di Fabrizio Diabolik Piscitelli.
Gli occhi neri sono gli stessi di quando ha iniziato a lottare per i suoi ideali, a 14 anni già ad Avanguardia Nazionale e con “la polvere da sparo nel sangue”, ma da allora il fondatore del Movimento Politico Occidentale è molto cambiato, nonostante i tatuaggi dei Nar ancora nitidi sul corpo. Con i suoi 30 chili di meno, quando apre la porta dell'appartamento dove vive con la moglie ad Albano, nel comune dei Castelli Romani dove si è “ritirato”, come lui stesso dice, a vita privata, non è che l’ombra di quel Boccacci di allora.
“Gaudenzi non lo vedo da diversi anni - dice all'Adnkronos  - lui fa il nome del gruppo dei fascisti di Roma nord, gruppo che non esiste nemmeno come sigla, e fa un miscuglio di persone che mi dà da pensare. Per me è impazzito, non è in linea col cervello. O c’è una manovra politica dietro, perché il 17 ottobre c’è la Cassazione per Mafia Capitale, o con la morte di Fabrizio (Piscitelli ndr), altro mio carissimo amico, cercano di movimentare o creare un qualcosa come sempre è stato fatto da questo regime, dalle stragi ad altri casi di cronaca, omicidi e via dicendo...".
"Per me rimane una persona che è impazzita o è pilotata - ragiona Boccacci -, perché lui al processo per Mafia Capitale ha preso 2 anni e qualche mese (8, ndr). Non gli auguro la galera, ma mi fa pensare il fatto che lui, in concomitanza con l’omicidio Piscitelli, tiri fuori l’elite, i miei camerati che non si sono mai arresi, le persone rimaste sempre unite e non hanno ma tradito. Di queste persone che lui chiama elite io sono l’unico insieme a Massimo Carminati e Riccardo Brugia ad essere vivo: gli altri sono tutti morti, due in carcere, io l’unico fuori, a parte qualche divieto di andare a Roma o qualche altra stupidaggine...".
Boccacci ricostruisce il passato di Gaudenzi: "Lui nasce nel Movimento Politico nel ‘92, poi il Movimento Politico viene messo fuori legge nel ‘93 con la legge Mancino (una legge ad personam, considerato che tocca solo me....)" e lui "tira fuori anche Opposta Fazione, gruppo della Curva Sud che lui richiama al gruppo politico". E "quando dice che la gente di Opposta Fazione, richiamando al gruppo politico, è capace di fare determinate cose (rapine...) durante la settimana e la domenica adattarsi ad altre - aggiunge Boccacci riferendosi a un'intercettazione di mafia capitale in cui Gaudenzi spiegava questo meccanismo - sono cose che appartengono alla cronaca, tutte pagate", tiene a sottolineare.
"Mi risulta un po’ strano che un magistrato che fa parte dell’antimafia dia retta a una persona sconclusionata - aggiunge ancora riferendosi alla richiesta di Gaudenzi di essere sentito da Gratteri - Mi era venuta l’idea di postare su YouTube un video in risposta al suo in cui mi mettevo con qualche pistola giocattolo o un mitra sulla poltrona dicendo ‘Io non sono di Roma Nord, io sono di tutta Roma’. E' una cosa folle, sarebbe da fare delle perizie a Gaudenzi, mettergli una camicia e fargli un Tso, perché uno che spara dentro casa, poi si mette sulla sedia con una pistola... Io sono Boccacci Maurizio e lo dichiaro però mi metto un passamontagna... non ha senso. Do la lista di nomi, mi dichiaro... Cosa mi copro a fare?”.
Quanto all'ipotesi che Gaudenzi sia davvero a conoscenza del mandante dell'omicidio Piscitelli, "non sono in grado di dirlo, neanche lo penso - risponde Boccacci - Al processo di Mafia Capitale si comportò male con dei coimputati perché disse cose false per salvarsi. Oltretutto è isolato, lui stesso dice ‘mi hanno abbandonato tutti’, a eccezione di questa elite di cui io sono l’unico fuori”. L'ex leader di Militia però spiega di non aver più alcun contatto con Gaudenzi "da anni". "Mi ha tirato in ballo così. Ha fatto tutti nomi che gli danno risonanza... Avesse citato Pinco Pallino sconosciuto alla cronaca lo avrebbero preso per pazzo, invece il magistrato lo vuole sentire, giustamente, perché penserà magari di trovare qualche verità nella sua pazzia”.
D'altra parte, aggiunge Boccacci, “per me può dire ciò che vuole, da parte mia non devo difendermi, sono tranquillissimo: mi stanno sempre dietro, sanno della mia vita, che non ho più possibilità di muovermi, limitato anche fisicamente con i miei problemi di salute, ho una famiglia e penso al lavoro", dice, rivelando che "insieme a un amico sto aprendo un locale in Emilia dove mi trasferirò".
"Sono andato al funerale di Fabrizio, ho tre anni di diffida ma non mi interessa. Sono andato come ogni anno ai funerali di Acca Larentia e di altri amici che sono venuti a mancare a Roma. Perché su questo - incalza - possono anche darmi ergastolo, divieti, farmi seguire. Questi tre anni di diffida li ho presi perché il 28 ottobre sono andato a mettere la bandiera della Repubblica Sociale davanti al Parlamento: però ci sta, loro fanno il loro dovere e io il mio. Ma da qui a credere a un matto che si mette seduto su una poltrona con pistola e passamontagna ne passa. Mi sorge il sospetto che sia indotto... aveva una pistola nuova, sembrava uscita dall’armeria in quel momento, lucidissima, perfetta, e un Uzi, una mitraglietta israeliana, e poi c’era qualcuno che lo riprendeva....".

Fonte Adn Kronos

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