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Luca Traini si è pentito. Il pm chiede 12 anni. Stasera la sentenza

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"Grazie ai giudici e alle forze dell’ordine che stanno riportando la situazione alla normalità". Ad affermarlo, durante dichiarazioni spontanee nel processo in corso, a porte chiuse, in Corte d’Assise a Macerata è Luca Traini imputato per il raid a colpi di pistola contro migranti del 3 febbraio scorso. Ha detto di aver agito per il "clima che si era creato con il ’bombardamento’ di notizie sullo spaccio in città" e per "fare giustizia" anche per l’ex fidanzata che assumeva stupefacenti. Poi ha capito di aver sbagliato.  
"Non sono matto, né borderline né razzista: volevo fare giustizia contro i pusher a causa del bombardamento di notizie sullo spaccio a Macerata, anche a causa dell’immigrazione". E' questo uno dei passaggi della dichiarazione che Luca Traini ha letto ai giudici della corte d’appello in apertura della quinta e ultime udienza. Il 29enne ha fatto anche un riferimento alla sua "ex fidanzata, che assumeva sostanze e alla sua infanzia difficile". L’imputato aveva un testo scritto su cinque fogli e ha ribadito il suo pentimento, maturato in carcere: "Il mio gesto non e’ collegato al colore della pelle: un poco di buono può essere sia bianco che nero".
E’ stata anche la "cessione di eroina da parte di nigeriani a Pamela" insieme ad altre notizie riguardanti "violenze su bambini e su donne" a provocare in Luca Traini "un tumulto interiore" che lo spinse a sparare contro migranti a Macerata, ferendo sei persone. Il 29enne di Tolentino ha fatto riferimento alla giovane romana uccisa e smembrata a Macerata il 30 gennaio, spiegando le ragioni delle azioni da cui poi si sarebbe ravveduto in carcere grazie a cure, assistenza psicologica e al conforto di varie persone. 
All’inizio dell’udienza la Procura di Macerata ha depositato la relazione degli psicologi che hanno esaminato Traini durante la detenzione provvisoria nel carcere di Piacenza. Il 29enne, ora in carcere ad Ancona, era stato trasferito per qualche tempo nella casa circondariale emiliana dopo aver dato in escandescenze il 7 giugno scorso: poco prima aveva saputo che erano cadute le accuse di omicidio nei confronti di due dei tre pusher nigeriani (Lucky Awlima e Desmond Lucky) inizialmente arrestati per aver ucciso e smembrato la 18enne Pamela Mastropietro a Macerata - la ragazza aveva anche assunto eroina - insieme a Innocent Oseghale che è tuttora in carcere per il massacro.
Dopo la requisitoria del pubblico ministero, che ha chiesto una pena di 12 anni, ridotta per via delle attenuanti generiche e del rito abbreviato, sono in corso gli interventi delle 13 parti civile, alle quali seguirà quello della difesa di Traini. La sentenza è prevista in serata. 

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