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Amatrice, Pirozzi si dimette da sindaco: farà il consigliere regionale

Resterò per sempre ad Amatrice, con la mente e con il cuore, soprattutto per difendere, vivendola, il diritto di 'vita' delle terre 'marginali e periferiche' di tutto il Lazio e anche d'Italia. Sarò sempre accanto alla 'mia' squadra di amministratori-amici e soprattutto al mio amico Filippo Palombini che mi sostituirà in quest'ultimo anno di mandato", ha sottolineato Sergio Pirozzi, sindaco dimissionario di Amatrice dopo l'elezioni in consiglio regionale.

Pirozzi nella lettera ha ripercorso il rapporto che lo ha legato in questi anni con il "borgo" prima e dopo il terremoto dell'agosto del 2016 che ha cambiato il corso della storia della cittadina e di Pirozzi stesso.
Era il 4 maggio del 2009 (esattamente 9 anni fa) quando decisi, spinto da un gruppo di 'amici', a candidarmi alla carica di sindaco del 'mio' borgo. Abbandonai il mondo professionistico del calcio, le mie ambizioni personali, per dedicarmi alla 'nostra' Amatrice.
Oggi, a nove anni di distanza, è il mio ultimo giorno da sindaco. 
Dal 24 agosto del 2016, giorno in cui un terremoto di magnitudo 6,0 ha devastato l'area fra Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, distruggendo i centri abitati di Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Trento, tutto è cambiato. Voglio però rivendicare lo straordinario lavoro svolto nel post-terremoto", ha aggiunto elencando quanto fatto fino ad oggi. "Come sindaco sapevo, in cuor mio, che avevo ottenuto il massimo. Era però necessario per non far morire definitivamente Amatrice, che oggi è in vita solo grazie al defibrillatore della solidarietà, alzare l'asticella, cercare nuove vie. Era necessario quindi andare in Regione", ha proseguito.
"Forte di un consenso straordinario, conclude Pirozzi, ottenuto senza l'appoggio di nessun partito politico, di ben 152 mila voti, andrò innanzitutto a segnalare i disagi ancora vivi del terremoto e cercherò di rappresentare degnamente tutti quegli amici che non ci sono più e che tante volte avevano manifestato contro la Regione Lazio per chiedere pari dignità".

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