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“Liberi di essere schiavi”, la provocazione del Fronte Skinheads per il 25 aprile

In diverse provincie del nord Italia, l'associazione culturale Veneto Fronte Skinheads, guidata da Giordano Carancino ha protestato contro la retorica della Festa della liberazione con un messaggio dal contenuto forte e diretto stampato su un volantino intitolato  25 aprile la libertà di essere schiavi.
Il senso di questa iniziativa ci viene spiegato, con maggiori dettagli, dalla collega Simona Di Rutigliano, con un interessante articolo pubblicato su Il Giornale, storico quotidiano milanese.
Articolo che riportiamo per intero.
 
La Festa della Liberazione per molti è sinonimo di falsità: una ricorrenza per ricordare, più che altro, di essere “Liberi di essere schiavi”.
L’associazione culturale Veneto Fronte Skinheads, infatti, ha voluto far riflettere più province del Nord Italia su quello che ritiene essere il vero significato del 25 Aprile. Per farlo ha affisso numerosi volantini “tesi a rappresentare la prigionia e l’asservimento iniziati in Italia nel secondo dopoguerra. Quello che la retorica della liberazione non dice e non vuole ascoltare è che, ad oltre 70 anni dalla fine della guerra civile, la tanto paventata democrazia ci ha regalato una serie di libertà devastanti. La libertà di essere asserviti ai pruriti della finanza internazionale. La libertà di morire per interessi extranazionali. La libertà di lasciar morire un popolo strangolato da banche e debiti. La libertà di essere invasi per assecondare i diktat del libero mercato. In poche parole: la libertà di essere schiavi”.

Parole forti quelle comparse nel comunicato stampa dell’associazione. Un testo simile è stato stato stampato sui volantini affissi in più province del Nord Italia: Cuneo, Genova, Mantova, Trieste, Piacenza, Vicenza e molte altre ancora.

Una provocazione politica, come ha affermato Giordano Caracino, presidente dell’associazione culturale Veneto Fronte Skinheads. Caracino ha poi fatto un immancabile riferimento al problema dell'immigrazione, particolarmente sentito dagli skinheads: “Come possiamo parlare di liberazione in un paese che senza chiedere nulla a nessuno si è permesso di farci invadere da sedicenti profughi?”.

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