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Mimmo Falco scrive a de Magistris: sindaco,cosi uccidi, non amministri la città

 Mimmo Falco è figura di riferimento del giornalismo napoletano per le attività sindacali e ordinistiche ma in questo caso ha scritto una lettera aperta (pubblicata dal quotidiano Roma) da cittadino preoccupato al primo cittadino protagonista della bagarre del wekend, che si è conclusa con la messa a ferro e fuoco del suo quartiere.
Napoli non ha bisogno di violenze, ma di lavoro, di un piano generale di risanamento urbano e sociale. La città da Lei amministrata è ridotta a brandelli dalle periferie abbandonate (da Scampia a Secondigliano a Soccavo e Pianura).

Tutto è fuori dalla normalità. Il Centro Storico è ridotto ad un cortile di paese. Veda la ferita della Riviera di Chiaia, veda l'abbandono costante dei Decumani. Che delusione, che rabbia, che vergogna.
Chi ha veramente a cuore una città, chiede la partecipazione attiva delle Istituzioni, ne cerca il confronto, propone idee, invita alla partecipazione quanti amano Napoli.
Lei invece rompe con il governo nazionale su Bagnoli: e già in quelle giornate ci furono le "prove tecniche" della mobilitazione della piazza. Poi entra in collisione con il governo regionale sfidando più volte il presidente Vincenzo De Luca.
Ora se la prende con Salvini, facendolo balzare agli onori della cronaca nazionale e addirittura europea. Perché?  Un comizio, quello del leader della Lega, che se si fosse svolto nella normalità, avrebbe occupato si e no mezza pagina dei giornali locali e qualche servizio di pochi secondi su radio  e televisioni. Lei ha dato un significato spropositato all'evento, se le è presa addirittura con il Ministro dell'Interno che ha garantito lo svolgimento della manifestazione di Salvini, alludendo a misure adottate solo per l'emergenza rifiuti.
Cosi, a mio parere, non si amministra una città come Napoli, ma la si uccide. E Lei con i suoi atteggiamenti ne sta diventando il responsabile politico. I Centri sociali, gli antagonisti, quelli ai quali Lei ha più volte, fatto riferimento, non si accontentano di essere le sue comparse, voglio essere loro i protagonisti, e con loro Lei dovrà fare i conti.
O li seguirà sulla strada della contestazione globale o ne sarà prigioniero.

Fonte Il Roma di lunedì 13 marzo

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