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Israele nega il visto a Salvini, tradotto: lasci perdere CasaPound

(G.p) Secondo rifiuto ricevuto da Matteo Salvini, neo leader dell'italica destra ed aspirante candidato premier ad ipotetiche primarie di centro destra. Dopo la Nigeria, che poche settimane fa, aveva negato il visto sul passaporto, ora anche l'ambasciata israeliana dà parere negativo alla missione del segretario della Lega Nord per l'indipendenza della Padania, Matteo Salvini a Gerusalemme.
Il collega Antonio Luppi, dalle colonne di Intelligo news, ci spiega i motivi che hanno spinto Israele a negare il visto a Salvini, non ultimo la vicinanza con Casa Pound, fascisti del terzo millennio.

Israele nega il visto a Salvini, tradotto: lasci perdere Casa Pound



L’ambasciata israeliana dà parere negativo alla missione del segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, a Gerusalemme. In sostanza Naor Gilon parla a nuora perché suocera intenda. 

Chi è Naor Gilon? Un diplomatico israeliano, attuale ambasciatore di Israele in Italia. La nuora sarebbe Matteo Salvini che vorrebbe tanto andare a Tel Aviv, ma purtroppo non vogliono dargli il visto. E non perché ci sia dell’acredine verso di lui, ma perché lui è “nuora” cioè ha la suocera che sarebbe CasaPound Italia. Diversi organi di stampa hanno scritto che il rifiuto del visto al rappresentante del Carroccio è stato un rifiuto politico di Israele a una personalità scomoda soprattutto per le sue posizioni Lepeniste e per la sua “alleanza” con CasaPound Italia.

In realtà il rifiuto del visto non è mai stato motivato ufficialmente fino a ora, e probabilmente questo deve avere infastidito chi avrebbe voluto una presa di posizione necessaria e sufficiente per dare un colpo alla popolarità di Matteo Salvini. Questo potrebbe essere il motivo della dichiarazione dell’ambasciatore israeliano che, vagamente, ha voluto essere chiarissimo. “Si tratta di un problema tecnico. Ho scritto una e-mail ai collaboratori dell'onorevole Salvini spiegando che in questi giorni è in corso la discussione della legge di bilancio alla Knesset, il Parlamento israeliano, e quindi in questo momento sarebbe stato difficile, se non impossibile, organizzare la visita a Gerusalemme del segretario della Lega Nord”, ha infatti detto.

Per il Matteo nazionale numero due è stata una doccia fredda, fresco del rifiuto anche della Nigeria a una sua visita. L’ambasciatore ha ribadito neanche troppo vagamente: “Abbiamo lavorato per questa visita di Salvini anche con l'ambasciata italiana in Israele e abbiamo trovato difficoltà a organizzare gli incontri”. Poi però succede che le voci provenienti da Roma, zona Tempio Ebraico, rendono tutto più chiaro: “Non va bene che stia accanto a Casa pound ma molte idee sono condivisibili” e ancora “lo ammiro per come parla, Israele non poteva chiudere le porte a quello che potrebbe essere un capo di governo. Fascista? Anch’io lo sono e molti mie parenti sono morti nei campi di sterminio. Si può essere fascisti e non antisemiti. Serve il pugno duro a volte, un uomo che prenda le decisioni”. Non ci sono i nomi di chi rilascia queste dichiarazioni, ma il messaggio sembra essere il medesimo (lievemente meno criptico) di quello dell’ambasciatore: a parte “la suocera” Matteo Salvini è votabile. Chissà come la prenderà il Matteo numero uno prossimo ad affrontare la sfida elettorale sulla Capitale…

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