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Dimissioni di Marino, Adinolfi va controcorrente e scrive al sindaco per solidarizzare

Mentre la fascisteria ha festeggiato con notevole ammuina la caduta del sindaco Marino, Gabriele Adinolfi prende spunto dalle dimissioni per una riflessione controcorrente sotto forma di lettera aperta: sì, Marino è antifascista, è un gaffeur e uno straccione ma vuoi vedere che la storia di Mafia capitale è un pretesto per un repulisti degli outsider e quello che seguirà sarà peggio?

Fare l’antifascista porta sfiga: capitò anche ad Alemanno
di Gabriele Adinolfi

Marino,
fare l'antifascista e parlare di ritorno nelle fogne evidentemente porta sfiga. La portò anche al Suo predecessore Alemanno che fece sfilare per Roma le jeep americane che la “liberarono” e accusò il fascismo del bombardamento angloamericano di Roma.
Ciò detto, va aggiunto che Lei è stato un pessimo sindaco e su questo non ci piove; ma a trovarne uno decente si deve tornare indietro forse di vent'anni e perciò su questo non si può infierire.
Lei ha fatto il furbetto e gliel'han fatta pagare. Sono certo che non fa assolutamente eccezione nella furberia – invero un po' sciocchina, diciamolo – ma lo fa di certo nell'essere stato chiamato a renderne conto. E su questo mi sento solidale con Lei – ovviamente senza sostenerLa né rimpiangerLa come sindaco – perché ogni qual volta la muta dei cani si rivolge a sbranare un cane io mi arrabbio.
Lei fu eletto a sorpresa. L'accusa che Le muovono gli avversari è di aver usufruito di un complotto associazionistico con Buzzi che avrebbe portato i rom alle urne per farla vincere. Mi par riduttivo. Di certo la coalizione che L'ha sostenuta è stata quella dell'estrema sinistra antifascista, Sel e Centri Sociali in testa, che hanno rappresentato il vero volto della cd Mafia Capitale anche se i Suoi affossatori compagni di partito (il Pd) si sono affannati di tingerla di nero dietro la figura del solo Carminati.
Quando le cose si sono messe male, nella perfetta tradizione che li contraddistingue, i golpisti rossi che La sostenevano si sono defilati, L'hanno lasciata commissariare e poi cadere. Amen.
Ora L'hanno cestinata vergognosamente. Certo Lei se l'è cercata tutta facendo figuracce di ogni genere (cadute in bicicletta, panzane sulla Barcaccia, bugie smentite dal Papa, immagini di vero e proprio accattonaggio). Quindi non La rimpiangeremo.
Però voglio dire che quest'operazione contro Mafia Capitale mi sembra indirizzata a far fuori tutti gli outsiders, tutti coloro che avevano aggirato le strutture portanti e le correnti. Non mi ha mai convinto il fatto che l'unico di centrodestra a pagare sia stato e sia Luca Gramazio, trattato come un capoclan mafioso. Per quel po' che posso dire di conoscerlo a me è parso uno dei pochissimi galantuomini in politica. L'unico a pagare, forse perché aveva sparigliato le correnti consolidate ed era un astro nascente a Roma.
Ora, in modo molto minore, paga anche Lei per ragioni analoghe. Diciamo che ben Le sta anche se coloro che l'hanno fatta cadere sono peggio di Lei.
I romani festeggiano perché sostengono che Lei è stato il peggior sindaco che noi abbiamo avuto e che chiunque altro farà meglio. Non ne sono sicuro, hanno sempre pensato così alla fine del mandato del sindaco precedente: tra Rutelli, Alemanno e Lei abbiamo assistito all'evoluzione della specie. Al peggio non c'è mai fine, non è detto che la regola subisca a breve un'eccezione.
D'altronde oggi come oggi a Roma chiunque sia il sindaco non cambierà niente, salvo se si trattasse di Pol Pot.
Quel che mi preme è che Lei che è ormai il capro espiatorio mediatico, nella sua indecorosa fine non faccia da paravento a coloro che, ben peggio di Lei, l'hanno sospinta e ora La fanno cadere.
Qualunque cosa accada, Marino, rammenti però al suo successore – specie nel caso assai improbabile che fosse di destra – che fare l'antifascista e parlare di ritorno nelle fogne porta sfiga.


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