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E in Campania per la prima volta scompare dal consiglio la destra missina e postmissina

di Giuseppe Parente
In attesa di poter ammirare, in tempi brevi, il nuovo film di Paolo Sorrentino, sugli “Impresentabili”, definiti dal registra napoletano avvincenti dal punto di vista drammaturgico vorrei fare alcune considerazioni sul voto regionale di domenica 31 maggio, al termine dello spoglio.
1) In Campania ha vinto l’Andreottismo  o meglio il demitismo. Purtroppo non ha fatto breccia, nel cuore del corpo elettorale, la voglia di voltare pagina rispetto ad un passato, il sentir soffiare il vento del cambiamento, ma abbiamo assistito alla  reinterpretazione del becero machiavellismo da Prima Repubblica.  La tanta nominata rottamazione, di rito renziano, almeno in Campania è sinonimo di riattazione. Vincenzo De Luca, candidato del centro sinistra alla presidenza della Campania, inserito in un elenco, composto da 16 nomi di candidati impresentabili, è stato eletto con il 41,04% rispetto al 38,32% del governatore uscente Stefano Caldoro, segretario nazionale del Nuovo Psi, partito federato con Forza Italia.
2) I cinque stelle perdono consensi rispetto alle scorse elezioni europee ma si confermano  in Campania come terzo partito, forti di un solido risultato a 2 cifre, il 17,09%. Un risultato davvero importante e raro nelle competizioni amministrative dove più che il voto di opinione conta l’effettivo radicamento sul territorio.
3) La sinistra alternativa ed antagonista  al Partito Democratico, composta da Sinistra Ecologia e libertà, Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani riesce nella difficile impresa di peggiorare il risultato delle scorse politiche, quando insieme ai Verdi e l’Italia dei Valori diedero vita ad un cartello elettorale denominato Rivoluzione Civile che candidò a premier il magistrato Antonio Ingroia
4) La lista dei candidati impresentabili, escluso Vincenzo De Luca, eletto governatore della Campania per la coalizione di centro sinistra, conquista la bellezza di 43 mila voti, secondo quanto calcolato dall’agenzia di stampa Il Velino.  Due candidati finiti nella “ black list “ sono stati eletti  in consiglio regionale, entrambi con Fratelli d’Italia, Alleanza Nazionale.  Si tratta di Alberico Gambino e Luciano Passariello.  Gambino è stato un  esponente di primo piano di Forza Italia in provincia di Salerno ed ex sindaco di Pagani, che ha ottenuto, nel collegio elettorale di Salerno, oltre 10 mila voti di preferenza. L’ex primo cittadino di Pagani, è stato condannato dal Tribunale di Nocera Inferiore per concussione e violenza privata a due anni e 10 mesi di reclusione. Contro la sentenza di primo grado ha presentato appello.
Luciano Passariello consigliere regionale uscente, eletto cinque anni fa nelle liste di Forza Italia,è stato il più votato di Fratelli di Italia a Napoli ed in provincia, con oltre 5 mila voti di preferenze, sconfiggendo candidati  forti e radicati sul territorio come l’ex consigliere regionale Luciano Schifone  ed il consigliere comunale più votato alle scorse comunali , bandiera della destra sociale partenopea Marco Nonno. Il consigliere Passariello  è stato inserito nella black list della Bindi perché rinviato a giudizio con l’accusa di aver «impiegato denaro, beni o utilità di provenienza illecita, aggravato dall’abuso dei poteri inerenti una pubblica funzione.
5) Esclusi eccellenti, un nome su tutti, Alessandra Mussolini. E’ senza ombra di dubbio l’europarlamentare forzista la regina dei trombati, capolista di Forza Italia, capace di raccogliere poco più di 2 mila preferenze, davvero troppo poche anche in virtù dell’ottima visibilità mediatica, del nome forte usato però malissimo, accompagnata da una assenza di radicamento sul territorio.
Dopo ben 5 legislature dice addio alla regione Campania, Luciano Schifone, entrato in consiglio regionale, la prima volta, con il Movimento Sociale Italiano Destra Nazionale nel 1980, dopo solo 2 legislature invece Sandra Lonardo Mastella, candidata con Forza Italia e forte di 10 preferenze nel Sannio. Tra gli altri appiedati eccellenti ricordiamo Bianca Maria D’ Angelo, ex An, ex Pdl, ora candidata nei Popolari per l’Italia, compagna dell’ex europarlamentare Crescenzio Rivellini,  l’ex consigliere regionale di Alleanza Nazionale, trombato anche alle scorse politiche con Futuro e libertà, Piero Diodato, candidato con il nuovo centro destra  ed infine Carlo Aveta,  consigliere regionale uscente, eletto cinque anni nelle file de la Destra , candidata, con scarsi risultati a queste regionali nella lista civica Campania in rete e prontamente burlato da Francesco Storace che dal suo profilo twitter dichiara : Devo ricordarmi di chiedere a De Luca uno stipendio per il camerata Carlo Aveta. Non penserà di cavarsela con trenta denari #senzaseggio. Intrigante il risultato di Angelo Pisani, l'avvocato della famiglia Esposito: ha preso meno preferenze dei votanti alle sue primarie.
6) Per la prima volta, in consiglio regionale, non sono seduti esponenti della destra italiana, di provenienza ex missina  ed orfani della destra di governo incarnata da Alleanza Nazionale,  candidati un po’ dovunque, da Forza Italia, a Fratelli d’Italia passando per il Nuovo Centro Destra e la lista civica Caldoro Presidente.
7) Una postilla sui presentabili: due amici di vecchia data, di grande passione, di generosa militanza, Marina Simeone ed Ernesto Ferrante hanno guidato coalizioni civiche nei loro paesi, in Sannio e in Terra di Lavoro. Hanno combattuto con coraggio, hanno perso con ottimi risultati. Si faranno onore da leader dell'opposizione in consiglio comunale, al servizio della comunità

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