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Il 1° Maggio, il blocco nero e i linguaggi del conflitto, Murelli: occorre superare la subalternità alla sinistra

Dagli incidenti di sabato a Milano ho staccato la spina, fedele alla regola che se non si ha nella di interessante da dire è meglio stare zitti, leggere, pensare. E' evidente, però, che la sequenza ritualità black bloc  - risposta d'ordine della sinistra di governo che mobilita i corpi intermedi - cariche brutali contro i precari inermi a Bologna imponga una riflessione seria e approfondita, sulle forme e i modi del conflitto nel nuovo quadro politico e tecnologico ... In questo blog, intanto, si ragiona di fascisteria e quindi tocca partire da uno spunto interessante offerto da Maurizio Murelli, che esamina la contaminazione dei linguaggi conflittuali tra destra e sinistra, con un'evidente subalternità della prima:
È da tempo che ci penso e ci rifletto. I commenti ai fatti di Milano il 1° maggio che hanno visto al centro l' imprese dei Black Bloc mi rilanciano nella riflessione. Setacciando commenti e pensieri qui (su facebook) postati risulta evidente come il linguaggio dell'antagonismo "di-destra radicale" (quindi fascista o neofascista che dir si voglia) è in larga misura infettato da quello coatto e da quello dell'antagonismo "di sinistra" (comunista, neocomunista che dir si voglia). Coatto al seguito delle contaminazioni che alcuni di noi hanno avuto con il mondo carcerario e quindi il linguaggio giudiziario oltre che malavitoso; "di-sinistra" quale retaggio di un certo senso di inferiorità provato da alcuni militanti "di destra" per le imprese attuate negli anni '70-'80 da "rivoluzionari" "di-sinistra". Il linguaggio-pastone che ne segue fa torto al linguaggio originario che, senza complessi, va recuperato. Sopra tutto ora che il cosidetto antagonismo radicale "di-sinistra" va disintegrandosi, grazie alla propria insipienza e deficienza nel elaborare fisica e microfisica del Potere del Terzo Millennio. Sarà questo il tema che mi piacerebbe affrontare prossimamente.
Io voglio invece provare a sollevare un'altra questione: perché è stata unanime, nella camerateria, la condanna dell'impotenza della polizia contro i casseurs mentre nulla è stato obiettato contro i metodi brutali adottati a Bologna contro gli inermi precari? Oltre alla contaminazione coatta quanto pesa invece l'antico riflesso di ordine?

1 commento:

  1. Nulla mi toglie il pensiero che si sia voluto evitare lo scontro con i devastatori di Milano nella speranza che così facendo i disordini sarebbero stati evitati o, come ha detto qualche ebete , circoscritti. Ovviamente non è andata così e la cosa grave è che lo Stato non può e non deve rinunciare alla difesa dell'ordine pubblico sperando che ... o per evitare il sangue , anche perchè il sangue c'è stato , solo di feriti per fortuna , ma allora è meglio reprimere da subito qualunque provocazione , isolare le manifestazioni in aree apposite , non farli sfilare per il centro . D'altra parte ad ogni calata di unni calcistici dall'Europa dell'est o del nord le nostre città vengono saccheggiate davanti agli impotenti tutori dell'ordine. Ma la cosa vomitevole è stata la determinazione utilizzata a Bologna che ha fatto poi da trampolino per il lancio del Renzie paciere e comprensivo che ha accolto nella sua magnanimità una delegazione dei precedentemente percossi precari ... Mah

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