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Mafia Capitale, quando Carminati fermò le pretese estorsive di Mokbel contro un complice

Hanno, a giusta ragione, definito il blitz sulla Mafia Capitale la "tempesta giudiziaria perfetta". Così ognuno ci pesca quello che vuole: il Giornale e Libero si sono scatenati sulle piste di Buzzi e delle coop rosse, La Repubblica dà sfogo al suo rigurgito antifascista e insiste sulle "trame nere", Il Fatto, per non fare torto a nessuno, dà in testa a tutti quanti. E così faremo anche noi, andando a pescare una storia interessante, quello che vede Gennaro Mokbel tentare un'estorsione ai danni di un complice della maxitruffa e Massimo Carminati nel ruolo di non disinteressato "raddrizzatorti". A conforme della sindrome del cervo maschio tipica di certa fascisteria di strada, in cui gli esemplari dominanti finiscono sempre per rompersi le corna tra loro. Ecco la storia raccontata nell'ordinanza di custodia cautelare:

La prova del tentativo di estorsione nei confronti di MOKBEL  si rinviene nell’espressioni di Massimo CARMINATI, protagonista della vicenda, chiamato in causa dalla persona offesa, Marco IANNILLI , per ottenerne la protezione e rapportarsi direttamente con il soggetto attivo della condotta minatoria per neutralizzarne gli effetti, in virtù del suo prestigio criminale e dei rapporti intercorrenti e intercorsi con MOKBEL, sin dalla giovinezza, allorché militavano in frange dell’estrema destra. L’azione estorsiva trova il proprio movente nella mancata restituzione, dopo oltre un anno, dell’ingente somma di denaro che il commercialista IANNILLI aveva ricevuto da MOKBEL.
Occorre, ora, soffermarsi sulle specifiche risultanze intercettive che hanno captato la voce di accusa di CARMINATI per verificarne, poi, l’attendibilità .
In primo luogo, il 18 aprile 2013 , all’interno dello studio DELL’ANNO, sito a Roma, in via Nicotera, nr. 29, CARMINATI illustrava la vicenda relativa ai rapporti tra MOKBEL e IANNILLI agli avvocati LETO, DELL’ANNO e CURTI. In particolare, riferiva che le relazioni tra i due rimontavano al “duemilaotto, duemilanove”, che era stato contattato da IANNILLI, il quale gli aveva riferito: “me vonnò ammazza’.. me vonno ammazza”, in quanto aveva ricevuto un’ingente somma di denaro da MOKBEL e COLA: “gli avevano preso sette, otto milioni”per fare“l’operazione Digint”. CARMINATI narrava di aver contattato MOKBEL, al quale aveva riferito “pijate i soldi tuoi per sto...disturbo...piano, piano, senza che fai caciara, che alzi tutta questa… questo polverone”, evidenziando che non gli avrebbe dato alcuna garanzia,sostenendo, al contempo, che il denaro gli sarebbe stato restituito a rate, affermando:“te li danno i soldi, non è che..(inc)..e infatti in parte..glieli hanno dati...piano piano”. Ha precisato che il suo intervento era stato remunerato da IANNILLI:“ ..io ti... io ti dò una mano, ma tutto c’ha un costo..”.
Inoltre, il successivo 19 agosto 2013, presso il bar “Vigna Stelluti”, CARMINATI, dialogando con Angelo Maria MONACO, confermava, ancora una volta, il suo intervento a favore di Marco IANNILLI, il quale si sentiva pesantemente minacciato da MOKBEL, dopo aver messo in luce il timore che le pressioni investigative esercitate su IANNILLI avrebbero potuto indurlo a fare delle ammissioni e ad accusare CARMINATI: “[…] loro probabilmente vogliono che lui dica una cosa falsa …  inc ... qui il discorso è ... io sono intervenuto ... a favore suo ... con Gennaro. Loro probabilmente vogliono far ... fargli dire che ... io sono intervenuto ..... prima chiamato da lui con Gennaro e poi con Gennaro abbiamo usato la ... inc … cosa che non è vera, io l'ho sempre difeso, io ho litigato con Gennaro ... ho litigato, gli ho detto ‘a Genna' non me rompe er cazzo... lascialo perde’, capito? Poi ... loro ... gli stai commerciando si sono messi d'accordo per far arrestare a Gennaro eh! Arrestato Gennaro la storia ... non dico che è finita lì, però ... inc ... conosciuti. Però... inc… si sono fatti a Marco senza guadagnare una lira, loro invece vorrebbero che lui dicesse guarda anche per te sono... sono nel palla...inc…[…] ma lui abitava, lui abitava, no abitava vicino … vicino a me, lì a Sacrofano, mi ha cercato ... mi ha fatto chiamare … incompr … ha detto ‘guarda a Mà, sto impicciato .. chiami te, gli ho fatto compà io ... inc .. concentrà, stamo in buoni rapporti vediamo se riesco a sistematte questa cosa, però l'importante è che i soldi glieli dai, io non è che posso andà lì .. stiamo a parlà di una grossa cifra’ ... sono andato da Gennaro, Gennaro ha meditato un po' poi mi ha detto ‘a Mà, va bene a livello di cortesia, la cortesia te la faccio a me me deve ridà i soldi, quelli anticipati, però me li dà, chiaro un poco per volta,ma se tu lo terrorizzi lo pigli per il collo i soldi non li riprendi non fare il Giannararo [fonetico], capito?"  No, tranquillo loro si stavano cominciando ... inc ... e poi è successo tutto l'hambaradam ...”
A tal proposito, tuttavia, CARMINATI si mostrava fiducioso che IANNILLI non avrebbe ceduto e che avrebbe confortato la sua tesi (“ma lui fuori busta glielo avrà detto ‘guardate che io a questo non l'ho mai conosciuto se no quello me se magnava, è intervenuto Massimo, stava un amico mio mi ha aiutato quindi’ ...”), evidentemente, contando sul credito morale acquisito. È a tal specifico riguardo che assume particolare rilievo il premuroso supporto morale e materiale prestato da CARMINATI alla moglie di IANNILLI, al momento dell’arresto di quest’ultimo, sul quale ci soffermeremo nel prosieguo della presente richiesta.
Il diretto interessamento di CARMINATI, affinché MOKBEL cessasse dal proprio atteggiamento vessatorio nei confronti di IANNILLI, era confermato anche dalle esternazioni del primo rivolte a Massimo PERAZZA, nel corso di una conversazione tra presenti registrata in data 29.08.2013 .In tale occasione, tra l’altro, CARMINATI affermava che un proprio eventuale coinvolgimento nelle vicende di “Finmeccanica” era limitato all’intercessione prestata a protezione di IANNILLI: “Finmeccanica io sono entrato per trovà .. perché Iannilli là non c'annava perché se no se lo magnava, capito?”.
Le affermazioni di CARMINATI con valenza accusatoria nei confronti di MOKBEL, riportate nel corpo delle conversazioni del 18 aprile 2013, del 19 agosto 2013 e del 29 agosto 2013, costituiscono gravi indizi per provare il tentativo di estorsione ai danni di IANNILLI.
Innanzitutto, va rilevato che risultano in sè pienamente credibili, perché sono state rese in circostanze (si ripete, rispettivamente: all’interno dello studio legale DELL’ANNO, presso il bar “Vigna Stelluti” e dialogando con Massimo PERAZZA) nelle quali CARMINATI non poteva immaginare di essere sottoposto a intercettazione. La sua caratura criminale certifica l’autenticità del suo racconto come la sua dimostrata conoscenza della spinta motivazionale ad agire e di specifiche informazioni anche inedite, sulla vicenda.
Dalla conversazione del 18 aprile 2013, più volte citata, infatti, emergeuna particolareggiata conoscenza delle vicende nelle quali MOKBEL era coinvolto e dei fatti a ciò connessi, corredata di retroscena e arricchita dal possesso di esclusive informazioni - rispetto all’emergenze giudiziarie - che gli consentivano di apprezzare la fondatezza delle contestazioni (“…tutta quell’operazione Digint era vera, eh?.. non era un operazione…”). La circostanza induce a ritenere sussistente un suo interesse diretto nelle medesime questioni e una strettissima familiarità di rapporti con i protagonisti. Dal medesimo dialogo, si evince, inoltre, una dettagliata conoscenza del profilo personale, delle attitudini e delle inclinazioni di Lorenzo COLA e, più ampiamente, delle dinamiche di potere e dei rapporti interpersonali che si svolgevano in seno alla gestione di “FINMECCANICA” coeva e partecipe ai fatti in trattazione. E, ancora, nell’ambito del procedimento penale nr. 6429/06 R.G.N.R., convenzionalmente denominato “Broker”, a carico, tra gli altri, di Marco IANNILLI, di Lorenzo COLA e di Gennaro MOKBEL, l’intercettazione telefonica dell’utenza in uso a quest’ultimo consentiva di captare una conversazione  tra MOKBEL e una persona non identificata, alla quale l’indagato, negli attimi che precedevano la risposta della moglie a una sua telefonata, evidenziava l’esigenza di regolare talune pendenze economiche di matrice sospetta tra sé e un soggetto denominato “er pirata” (“ ... cioè tipo ER PIRATA, quanto deve prendere ancora? ... dobbiamo vedè quanto gli abbiamo dato ... perchè caso mai ce li deve ridà lu .... I BADci devono ridà loro ... capito? ... perché poi dobbiamo vedè qual è la differenza tra tutti quelli che mettono i soldi e quello che avanza ... quello che avanza escluso il TEC (fonetico, ndr) so i nostri ...”).Le risultanze, acquisite nell’ambito del presente procedimento penale, consentono di identificare “er pirata” in Massimo CARMINATI . Invero, lo stesso, nel corso di svariate conversazioni telefoniche e ambientali, è stato appellato dalle persone appartenenti alla sua cerchia relazionale, con il nomignolo “Massimo pirata” o “il pirata” . Lo stesso CARMINATI, il 18 aprile 2013, ha affermato di essere “il pirata”, in relazione alla predetta vicenda processuale e con esplicito riferimento all’intento perseguito dall’ufficio inquirente, nella fase istruttoria e/o dibattimentale, di identificare la persona indicata con tale pseudonimo; circostanza dalla quale è logico far derivare un’implicita ammissione del proprio coinvolgimento nei fatti di cui all’indagine “Broker” .
Si noti che il 19 agosto 2013 CARMINATI discutevacon Angelo Maria MONACO e appare evidente che il primo si è prodigato per tutelare IANNILLI, rassicurando il proprio interlocutore che le somme pretese gli sarebbero state restituite, cosa che, in parte, sarebbe già avvenuta. L’intervento effettuato da CARMINATI, a favore di IANNILLI, si giustifica proprio perché era in corso un’attività estorsiva ai suoi danni, che è stata interrotta. La mediazione di CARMINATI ha ottenuto una remunerazione (“io ti dò una mano, ma tutto c’ha un costo”) nella cessione, di fatto, dell’immobile di Sacrofano (RM), da parte di IANNILLI a CARMINATI, sulle quali ci soffermeremo nel prosieguo della presente richiesta. Va sin d’ora sottolineato che, effettivamente, CARMINATI è risultato occupare e vivere, unitamente alla propria compagna Alessia MARINI, la villa di Sacrofano (RM), ubicata in via Monte Cappelletto, nr. 12 e 12 bis, risultata formalmente di proprietà di IANNILLI. Dato che irradia attendibilità al narrato di CARMINATI, anche con riferimento al delitto di tentata estorsione che ci occupa.
Alla stregua delle indicazioni di CARMINATI, fornite all’interno dello studio DELL’ANNO, il 18 aprile 2013, i rapporti tra MOKBEL e IANNILLI rimontano al “duemilaotto e duemilanove” e MOKBEL a distanza di oltre un anno non ha ottenuto la resituzione dell’ingente somma. Dal momento che la cessione di fatto della villa di Sacrofano si colloca a ridosso del gennaio 2011, allorché è stato stipulato il contratto di locazione per mascherare l’attribuzione fittizia, la condotta estorsiva di MOKBEL deve considerarsi comsumata prima che lo stesso venisse tratto in arresto, vale a dire nel febbraio 2010 e, comunque, in epoca antecedente al gennaio 2011.




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