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Consigli di lettura/ Il viaggio delle Br in Libano entra nella storia della vela

(umt) Andrea Cappai è un velista veneziano che vive a Trieste e studia la storia dello yachting. Nel mese di luglio ha dato alle stampe (Nutrimenti, 112 pagine) Papago, quattro racconti di barche che incontrano la storia. La traversata del Papago  (nella foto) dall'Italia al Libano, il più grande trasporto clandestino di armi mai avvenuto in Mediterraneo, con un equipaggio formato da quattro militanti delle Brigate Rosse guidati da Mario Moretti: quasi un mese di crociera fuorilegge raccontato per la prima volta dallo skipper Massimo Gidoni in ogni dettaglio sulla vita di bordo. Il destino di un vecchio peschereccio divenuto suo malgrado, con il nome di Rainbow Warrior, la bandiera di Greenpeace, e per questo squarciato da una bomba dei servizi segreti francesi nel porto di Auckland, in Nuova Zelanda. L'eroico ruolo giocato dai renaioli nell'alluvione di Firenze, con le loro barchette riesumate dall'oblio a cui sembravano condannate. Le riflessioni di un grande intellettuale italiano, Giulio Bollati, bloccato l'8 settembre 1943 a bordo di un piccolo Dinghy alla deriva nel lago di Como.
A noi ovviamente interessa la prima storia. Perché nelle scorse settimane quel viaggio è tornato d'attualità nella polemica in corso intorno alle nuove ipotesi investigative sulla strage di Bologna quel rifornimento di armi della sinistra palestinese alle Brigate rosse. Perché gli scopritori della pista tedesco-palestinese hanno dedicato sul loro blog un lungo saggio all'Operazione Francis, il viaggio del Papago, appunto, considerato come l'ultimo tassello del lodo Moro e il primo anello di una catena che, passando per l'arresto dei militanti autonomi e del delegato del FPLP per il trasporto dei lanciagranate palestinesi, arriva a configurare la strage di Bologna come rappresaglia palestinese o incidente di trasporto (con la subvariante di una trappola o sabotaggio siglato Mossad). Poiché però io continuo ad accumulare le obiezioni a questa ipotesi è la volta buona per decidermi a farne una sorta di decalogo. Che pubblicherò più tardi... (1-continua)


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