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Dopo il blitz di Montesilvano cresce la paura nella comunità Rom

(ANSA) - MONTESILVANO (PESCARA), 8 MAG - Prosegue spedita l'inchiesta dei Carabinieri sul grave episodio di ieri, quando un gruppo di una ventina di sconosciuti ha effettuato un blitz al «Bingo» di Montesilvano alla ricerca di eventuali rom. Sono al vaglio degli inquirenti le immagini riprese dalle telecamere per il riconoscimento, c'era anche gente a volto scoperto. C'è molta preoccupazione per questo secondo episodio di intolleranza, dopo la tentata spedizione punitiva di domenica mattina quando, alla testa del corteo che si dirigeva verso il quartiere Rancitelli a Pescara, base principale dei rom del capoluogo adriatico, si erano posti gli esponenti di Forza Nuova proprio di Montesilvano. L'ipotesi di reato va da minacce a quella, molto più grave, di discriminazione razziale. A breve dovrebbe essere aperto un fascicolo in Procura sull'episodio. (ANSA). PRO/IC 08-MAG-12 11:52 NNN

 Dal Corriere Immigrazione
di Luigi Riccio 
C'è paura tra la comunità rom pescarese che vive al quartiere Rancitelli di Pescara. Molti sono scappati, altri stanno per farlo, dopo che un corteo anti-rom guidato da ultrà ed esponenti di Forza Nuova ha provato a raggiungere il quartiere
ATTUALITA'. Nel quartiere Rancitelli cresce la paura: la paura di un raid punitivo, sulla falsariga di ciò che accadde al quartiere Ponticelli di Napoli o Le Vallette di Torino. Al Rancitelli abita gran parte della comunità rom pescarese, di cui faceva parte anche Massimo Ciarelli, accusato dell’omicidio dell’ultrà Domenico Rigante e arrestato sabato.
L’identificazione del presunto assassino con l’intera comunità rom cittadina ha spinto molti abitanti del quartiere a fuggire: la presenza, durante le proteste anti-rom, dell’ala estrema degli ultrà nonché di militanti di Forza Nuova di Pescara e Montesilvano, ha riportato alla memoria cupi scenari. Come quello di Ponticelli: un intero campo rom dato alle fiamme dopo l’incriminazione di una giovane per il rapimento di un bambino. O del campo adiacente al quartiere Le Vallette: anch’esso bruciato, dopo la diffusione della (falsa) notizia di stupro ai danni di una ragazza.
La materia è incandescente, e anche i tutori dell’ordine ne sono consapevoli. – I rom sono spariti- ha confermato il questore di Pescara, Paolo Passamonti, durante la conferenza stampa convocata per illustrare i particolari dell’arresto di Ciarelli. Secondo il questore, molti abitanti hanno abbandonato il quartiere e in qualche caso la città per sfuggire a possibili persecuzioni. Ma ha ricordato: - I rom pescaresi sono cittadini italiani a tutti gli effetti che vivono da queste parti da circa 40 anni. Si sono perfettamente integrati, una parte di questa comunità delinque mentre un'altra lavora”.
LA MANIFESTAZIONE. Nella mattinata di ieri circa un migliaio di persone, molti ultrà ma anche semplici cittadini, si è assiepata nella piazza antistante il comune per protestare contro la comunità rom pescarese. I manifestanti, al cui interno c’erano anche elementi di Forza Nuova, hanno gridato slogan contro la comunità rom, invocando l’intervento delle istituzioni. “Gli zingari dovete emarginarli voi”, hanno gridato dalla folla. “È dal tribunale che nascono i problemi, dopo due ore stanno a casa loro”, hanno continuato. Alla manifestazione era presente anche il fratello gemello della vittima, Antonio Rigante, che ha dichiarato: “Bene le forze dell'ordine, ora devono prendere i complici se no sono guai”.
CORTEO CONTRO IL QUARTIERE RANCITELLI. Dopo lo scioglimento della manifestazione alcune centinaia di ultrà hanno sfilato verso il quartiere Rancitelli. Alla testa del corteo anche Marco Forconi, candidato sindaco a Montesilvano (Pescara) nelle liste di Forza Nuova, e con lui molti esponenti delle sezioni di Pescara e Montesilvano. La polizia, in tenuta antisommossa, è accorsa a proteggere il quartiere Rancitelli, ma gli stessi capi ultrà, accompagnati dal fratello gemello della vittima, hanno sedato gli animi, invitando i manifestanti a desistere dai loro intenti.
CACCIATE I ROM. A denunciare il clima di intimidazione nei confronti della popolazione rom locale ci aveva già pensato Nazzareno Guarnieri, presidente della Federazione Romanì, intervistato da Radio Radicale venerdì scorso. Guarnieri ha puntato il dito contro le istituzioni locali, colpevoli di non aver rimosso lo striscione (“Avete cinque giorni per cacciarli dalla città”), attaccato sotto il comune dagli ultrà del Pescara, e lasciato lì per molte ore. “Non accettiamo che il sindaco, le forze dell’ordine, i vigili urbani, abbiano permesso che lo striscione rimanesse appiccicato per tutta la mattinata. E’ gravissimo. Dimostra il clima che c’è dalla parte della politica verso il popolo rom”. Guarnieri ha messo in guardia dal clima di vendetta che serpeggia nella città, e come esempio ha citato gli insulti e le minacce subite da alcune donne rom giovedì scorso. “Temiamo che questa ondata xenofoba vada oltre i confini della regione Abruzzo” ha dichiarato.
SCRITTE ANTIROM. Scritte contro i rom sono apparse non solo a Pescara, ma anche nei comuni limitrofi. A Montesilvano, su un muro che costeggia una della principali strade della città, sono apparse scritte come “zingari al rogo” e “domenico nel cuore” a firma della “curva Nord”.

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