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Strage di Bologna, Carlos nomina difensore l'avvocato di Signorelli

Carlos pronto a parlare: "Tutta la verità sulla strage del 2 agosto"

Esclusivo: la lettera dal carcere parigino

Il terrorista Carlos, detto 'Lo sciacallo': "Troppi innocenti uccisi"

di Gilberto Dondi

Il terrosista Carlos, detto 'Lo sciacallo' (Ansa)
Il terrosista Carlos, detto 'Lo sciacallo' (Ansa)
Bologna, 6 aprile 2012 - CARLOS lo Sciacallo torna a farsi vivo. E lancia un messaggio forte: «Sono pronto a dire tutto ciò che so per trovare i veri responsabili della strage del 2 agosto». Ilich Ramirez Sanchez, 62 anni, venezuelano, il terrorista più famoso del mondo, è attualmente detenuto nel carcere di massima sicurezza di Poissy, a Parigi, e proprio da lì ha mandato due lettere a un avvocato bolognese, Gabriele Bordoni, per nominarlo quale difensore di fiducia ed esprimere la propria posizione sulla bomba alla stazione e non solo.
Sulla strage la Procura ha da tempo aperto un fascicolo bis e, di recente, c’è stata una svolta clamorosa. Il pm Enrico Cieri ha infatti indagato i due terroristi di sinistra Christa Margot Frolich e Thomas Kram, tedeschi, entrambi ex membri del gruppo di Carlos. Si tratta della cosiddetta ‘pista palestinese’, per la quale la bomba fu la punizione dei palestinesi all’Italia che aveva violato il ‘lodo Moro’. Per la strage, va ricordato, la magistratura ha invece condannato in via definitiva i terroristi ‘neri’ Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini.
Carlos, dal canto suo, ha un’idea diversa. Per lui furono la Cia e il Mossad, ma non ha mai voluto fornire prove.
QUANDO Cieri è andato a interrogarlo, anni fa, si è fermato subito: «Voglio parlare davanti a una commissione d’inchiesta in Italia». Ora fa molti passi avanti: si dice pronto a parlare ai magistrati e a dire tutto ciò che sa, chiedendo di essere trasferito in Italia (di recente, peraltro, la giustizia francese l’ha condannato per uno dei numerosi attentati di cui è accusato).
Scrive lo Sciacallo, in inglese:
«Egregio signore, ho appena ricevuto la sua lettera del 12 marzo scorso. Vorrei aiutarla ad eliminare gli ostacoli al fine di trovare i veri responsabili dell’attacco terroristico di Bologna. Sono inoltre pronto a rilasciare dichiarazioni sotto giuramento alla magistratura italiana competente».
Non si ferma solo alla strage di Bologna, Carlos, ma promette rivelazioni su altre stragi: «Tuttavia — continua —, dovremo incontrarci qui di persona non appena possibile al fine di preparare il miglior approccio tecnico per smantellare il muro di bugie che hanno bloccato la verità degli anni di sanguinari massacri di civili innocenti avvenuti in Italia. Qui le allego una lettera in francese, designandola come mio avvocato difensore per tutte le mie faccende in Francia… per prevenire ogni conflitto che potrebbero impedire la sua difesa degli interessi della famiglia Signorelli».
Paolo Signorelli, morto nel 2010, ideologo ‘nero’ accusato e poi scagionato per la strage, era assistito proprio da Bordoni. Conclude Carlos: «Ci faccia sapere con largo anticipo la data della sua visita». Poi la firma: «Vostro nella Rivoluzione, Carlos». L’altra lettera, in francese, è la designazione ufficiale dell’avvocato bolognese.
BORDONI sta già studiando le prossime mosse: «Carlos già nel settembre 2010 mi fece arrivare un messaggio, tramite il collega Sandro Clementi, dopo aver letto un articolo del Carlino. L’intenzione mia è da tempo quella di andarlo a sentire in Francia. L’ho chiesto alla Procura, ma il pm ha ritenuto non fosse utile. Mi sono rivolto inutilmente al magistrato di collegamento italo-francese e al nostro ministero. Per questo alla fine l’unica strada era quella della nomina. Domani (oggi; ndr) tornerò dal pm e gli chiederò di andare insieme a Parigi, visto che Carlos dice di avere nuovi elementi e di volerli rivelare. In caso negativo, ci andrò io e raccoglierò le sue indicazioni». La parola, ora, passa alla Procura.
fonte: Il Resto del Carlino

1 commento:

  1. Speriamo finalmente adesso si chiudano per sempre le bocche infami di quei fasciosionisti che parlano a vanvera di pista palestinese.

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