Ludwig: una bella intervista alla Zornetta e un punto di dissenso
(umt) E' di un paio di giorni fa una bellissima intervista su Ludwig di Agoravox a Monica Zornetta, autrice di un saggio sulla vicenda della banda nazi-esoterica tornata alla ribalta mediatica in questi giorni per gli addentellati emersi con l'ennesima inchiesta sulla strage di Brescia.
Il libo è prezioso, in generale perché a 30 anni circa dai fatti offre una visione d'assieme sintetica ed efficace del fenomeno mentre, per quel che mi riguarda, è utile il lavoro, apparentemente marginale, che evidenzia l'ambiguità delle rivendicazioni sui delitti della prima fase e quindi, in qualche modo invita a ragionare sulla possibilità che in qualche caso si sia trattato di appropriazione indebita...
Ciò chiarito, mi corre però l'obbligo di precisare che c'è un passaggio dell'intervista che mi trova in totale dissenso. E siccome io penso che compito degli intellettuali sia portare la discordia nel proprio campo e non in quello avversario (a questo scopo bastano gli agitprop) mi ripromettevo di argomentare la mia confutazione ma sono giorni di incasinamento totale e quindi per ora vi invito alla lettura dell'intervista, suggerisco l'acquisto del libro e mi limito a bookmarkare quel che ritengo sia un errore, ripromettendomi di obiettare, appena avrò un attimo di respiro (atteso che nel weekend toccherà sicuramente parlare degli showdown romani e milanesi):
Il libo è prezioso, in generale perché a 30 anni circa dai fatti offre una visione d'assieme sintetica ed efficace del fenomeno mentre, per quel che mi riguarda, è utile il lavoro, apparentemente marginale, che evidenzia l'ambiguità delle rivendicazioni sui delitti della prima fase e quindi, in qualche modo invita a ragionare sulla possibilità che in qualche caso si sia trattato di appropriazione indebita...
Ciò chiarito, mi corre però l'obbligo di precisare che c'è un passaggio dell'intervista che mi trova in totale dissenso. E siccome io penso che compito degli intellettuali sia portare la discordia nel proprio campo e non in quello avversario (a questo scopo bastano gli agitprop) mi ripromettevo di argomentare la mia confutazione ma sono giorni di incasinamento totale e quindi per ora vi invito alla lettura dell'intervista, suggerisco l'acquisto del libro e mi limito a bookmarkare quel che ritengo sia un errore, ripromettendomi di obiettare, appena avrò un attimo di respiro (atteso che nel weekend toccherà sicuramente parlare degli showdown romani e milanesi):
Il livello occulto di Ordine Nuovo veronese, soprattutto quella frangia cui appartenevano loro e altri soggetti, si dedicava a pratiche esoteriche (tra cui la “magia sessuale”) e ad un certo tipo di destra legato al cattolicesimo tradizionalista, fortissimo a Verona. Forse gli ordinovisti alla Pino Rauti non avrebbero approvato questo tipo di concezione. C’era sicuramente un richiamo al nazismo, però ammantato di altre idee. Oltre ai simboli, loro usano parole come “nazismo” e “sterminio”, ma al contempo scrivono frasi come “all’Eros [il cinema a luci rosse di Milano dato alle fiamme il 14 maggio 1983, nda] non si scopa più” o “rogo dei cazzi”, temi forti che dubito si rifacciano direttamente al nazismo.A mio giudizio si tratta di un errore di anacronismo. Monica, che - beata lei - è giovane, retrodata agli anni 70 un dispositivo tipico della destra veronese degli anni 90, cioè l'ampio fronte fascio-nazi-leghista-cattointegrista che è cementato dalla repressione a vasto raggio scatenata da un pm come Papalia. Ma negli anni 70 nazisti magici e catto-esoterici erano protagonisti di autentici duelli sulla falsariga di Merlino e Magò nella disneyana "Spada nella Roccia". E di questo parleremo nel mio prossimo pezzo.
Monica Zornetta risponde:
RispondiEliminaciao. Leonardo Bianchi è stato molto bravo e ho apprezzato anche io, e molto, quella intervista. ti ringrazio per avermi considerata giovane...a questo punto mi sto quasi rassegnando ad essere forever young... in merito alla tua nota di dissenso, vorrei fare 2 precisazioni. la prima richiede una tua lettura della chiacch che ho fatto con Maggi e che trovi postata in bacheca da me. in essa troverai una sua risposta molto significativa. alla domanda: ha conosciuto Stimamiglio,? sa chi è? Maggi risponde sì, senza esitazione, e aggiunge: "era un cattolico tradizionalista, stava per conto suo". Maggi ovviamente non si riferisce agli anni 90 ma a quegli anni, ovvero tra i 70 e gli 80. la seconda precisazione tocca la vicinanza, anzi, i tentativi di "infiltrazione" dentro l'associazione Ananda Marga da parte di soggetti aderenti o vicini ad Ordine nuovo veronese. Questi tentativi, talvolta riusciti, non sono di certo cominciati negli anni 90 bensì ala metà dei '70 e la conferma l'ho avuta anche da persone che, appartenenti fin da allora all'associazione, in quegli anni (ancora i '70) venivano sentite sovente dalla polizia proprio in merito alla presenza degli ordinovisti veronesi. so per certo inoltre che questi comportamenti non erano affatti graditi agli ordinovisti "classici", diciamo. un ramo, una emanazione di ordine nuovo a Verona, guarda caso (e solo a Verona, per giunta negli anni 70) si chiamava I guerriglieri di Cristo re.. nomen omen.. infine, non posso non rammentare che la commistione tra tutti quei fattori (religiosi, spirituali, fascisti, esoterici etc) ha avuto terreno fertile a Verona, e nel gruppetto di On veronese, proprio per la natura della città e per la sua stessa storia. ciao!Monica
Monica Zornetta, ha data alle stampe un libro che fa il paio, con quello già scritto fin dal 1986, dal suo collega Augusto Caneva del Gazzettino.Entrambi hanno colpevolmente ignorato, la contro inchiesta svolta dall'autorevole giornale democratico progressista di Monaco di Baviera il Suddeutsche Zeitung.Entrambi hanno sposato in pieno il teorema colpevolista, che vede Wolfang Abel responsabile, in base a solo indizi e non prove certe, di tutti i 27 omicidi attribuiti a Ludwig...perché tedesco di Monaco di Baviera. Giudici,psichiatri, giornalisti,tutti succubi del clima di germanofobia,esistente in Italia,per cui era il Furlan succube di Abel, non viceversa, come ampiamente testimoniato, poiché questo non corrisponde ai stereotipi del tedesco, malvagio e feroce, in pratica nazista fin dalla nascita. Anche se Abel era in realtà uno spinellato frichettone, rocchettaro.Niente da fare in Italia, la germanofobia, a Joseph Raztinger,per esempio non perdona il fatto che da adolescente, ha servito la propria patria nella contraerea...ma che diamine doveva disertare, magari arruolandosi nella brigata ebraica, o meglio nel commando gappista di via Rasella!L'Italia è l'unico paese al mondo a detenere in cattività, l'ultimo prigioniero di guerra del secondo conflitto mondiale,colpevole di essere tedesco, di 98 dico 98 anni!L'Italia a distanza di settanta anni chiede soldi alla Germania per le rappresaglie di guerra,prima però dovrebbe dare l'esempio e risarcire le vittime libiche ed etiopiche, gassate dal Maresciallo Graziani.L'Italia mantiene in vita una magistratura militare, che conduce inchieste e condanna all'ergastolo ultranovantenni, sempre e solo tedeschi! Concludendo non comprate e non leggete il libro di Zornetta,è un libro inutile e ripetitivo, scritto nell'ottica e nel clima soprascritto. Temistocle Vaccarella.
RispondiEliminaCome al solito, Vaccarella recensisce (sconsigliando) libri che non ha letto. Ci sono lunghe pagine nel testo di Zornetta che evidenziano le piste alternative e le contraddizioni delle rivendicazioni tardive per i primi delitti di Ludwig, così come c'è una approfondita disanima delle divergenze tra le due perizie sulla questione della "follia a due" e della dinamica psicologica tra i due...
RispondiEliminaIl libro di Zornetta lo ho letto di sfuggita saltuariamente in libreria, mentre quello di Augusto Caneva "Il caso ludwig" edizioni Reverdito 1986 Trento, è ben presente, nella mia personale biblioteca. Ho voluto sottolineare quello che Abel, ha sempre ribadito, cioè la sua estraneità ai fatti,con l'eccezione dell'epilogo in discoteca.Anche durante la trasmissione di Bruno Vespa, "Porta a porta", affermò che egli era stato condannato perché tedesco e nato a Monaco di Baviera, ove era sorto il nazismo.UMT che contro di lui,ci sia stato un grave pregiudizio etnico, lo scrisse anche l'autorevole giornale di Monaco "Suddeutsche Zeitung" che non mi pare sia il "Der Angriff"il giornale, nonché l'organo di propaganda, del dottor Goebbels.Ma anche in questo caso la contro inchiesta era a firma di giornalisti ...tedeschi, ergo dei cripto nazisti! Molto meglio i colleghi della stampa italiota,non ti pare,siamo o non siamo il paese di Schettino? Temistocle Vaccarella.
RispondiEliminaChe Caneva, Vespa, l'arcivescovo di Trento e il rabbino capo abbiano perseguito il povero Abel per vendicarsi di Hitler non me ne può fregare di meno.
RispondiEliminaQui si parla del libro della Zornetta e tu hai invitato a non comprarlo sulla base di un tuo pregiudizio del tutto infondato. Invece di parlare di altro dovresti avere il coraggio civile di chiedere scusa all'autrice...
Ribadisco che per Abel è valso il pregiudizio etnico per condannarlo,partendo dal teorema che il gruppo Ludwig,siccome era tedesco,ergo Abel era Ludwig! Così come per Amanda Knox è valso lo stesso criterio per dichiararla innocente perché americana; mentre l'africano Guende, si trova tuttora in galera per concorso in omicidio con ...ignoti.Chiedere scusa per i propri gusti letterari e le proprie ipotesi di innocenza o colpevolezza? UMT ho un sospetto,nella mia replica,ho forse toccato un nervo scoperto? Temistocle Vaccarella (partenopeo verace pure lui).
RispondiEliminaNo, semplicemente perché è una condotta cialtronesca invitare al boicottaggio di un libro attribuendogli contenuti e discorsi che non gli appartengono.
RispondiEliminaQuanto alla condanna isolata in concorso con ignoti non è rara: lo è stato ad esempio Digilio per la strage di piazza fontana. Condannato come "autore" della bomba e prescritto grazie alla collaborazione...