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La morte di Mattei, Moffa propone la pista israeliana

(umt) C'è Israele dietro la morte di Enrico Mattei? A contestare l'audace tesi, presentata ieri da Claudio Moffa, in un convegno  a Bologna sul sessantennale della sua morte, ci pensa, in toni liquidatori, la Repubblica: l'ultima del professore negazionista, che prontamente replica sul suo sito, argomentando nel dettaglio l'ipotesi

di Claudio Moffa

Se si fosse abbassata la testa, sarebbe stato un ritorno al passato, quando bastava - appena qualche anno fa - che qualcuno di estrema destra (foibe, convegno nelle Marche promosso da un gruppo di area PRC, proibito per l' "indignazione" di un esponente locale di AN) o quasi sempre di estrema sinistra protestasse perché le autorità di polizia e le prefetture vietassero l'iniziativa contestata, anziché opporre un saldo muro difensivo contro le proteste dei facinorosi. Invece a Bologna, come già a Reggio Emilia lo scorso anno e altrove, le minacce dei soliti, cosiddetti "antifascisti", non hanno impedito lo svolgimento del convegno promosso dall'Associazione Eur-Eka su Enrico Mattei a 60 anni dalla sua morte, l'attentato di Bascapé del 27 ottobre 1962.
E' andato tutto bene: una cinquantina di persone di diversa estrazione politica a seguire i filmati e gli interventi, nessuna contestazione nemmeno tra le domande a fine relazione (anzi). Unico vero difetto - oltre all'assenza del collega e amico Nico Perrone, costretto a letto dalla febbre - il powerpoint che non ha funzionato, e a cui cerco adesso di supplire ricaricando qui in prima schermata, i documenti sul "fattore Israele" nella vicenda e nella morte di Mattei.
"Ultima di Moffa"? come titola oggi Repubblica.it in prima schermata, a sintesi un po' forzata del mio intervento? Ma no, i documenti e le carte su cui ho argomentato per sostenere, come ho detto esplicitamente, l'ipotesi Mossad per la morte di Mattei, e la centralità comunque del conflitto arabo-israeliano nella vicenda entusiasmante del fondatore dell'ENI, risalgono addirittura a un convegno del Master Enrico Mattei anno 2006, e sono stati pubblicati sia su Eurasia sia su un libro, Enrico Mattei, il coraggio e la Storia, presentato all'ISIAO di Roma (partecipanti tra gli altri Giulio Andreotti e l'ambasciatore Antonio Napolitano) nel dicembre 2007.
Perché l'errore di Repubblica.it? A parte la solita maliziosità di appiopparmi il titolo di "negazionista" come se io avessi passato e passassi la mia vita professionale a occuparmi solo e sempre della Shoah, la svista è un fatto normale: perché il problema del silenzio attorno al mio libro e ai miei saggi - segnalati a suo tempo alle pagine culturali de Corriere della sera e de la Stampa, quotidiani cui peraltro avevo sia pure occasionalmente collaborato - rientra nel grande fenomeno dell'occultamento della Storia. Sic. Non perché ne ho scritto io, ovviamente, ma perché quando si parla di determinati Poteri forti, che si tratti di Israele e di sionismo, o di Banche, o di certi attentati terroristici, la censura cala inesorabile, e tutti fanno finta di non vedere. E chi avendo "visto", ne parla, diventa subito o "negazionista" o "complottista", confuso col vero ciarpame neonazista (che è altra cosa della lettura storica del nazismo) e con il vero complottismo maniacale. Eppure carta canta, i documenti dell'archivio dell'ENI di Pomezia sono oggettivamente importanti. Eccoli qui sotto, nel Re-Post, assieme a un mio articolo sull'occultamento appunto della storia che risale all'attentato di Oslo.

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