Header Ads


Dossier contro Baldini: c'è anche "Marione" Corsi tra gli indagati


La storia la racconta da par suo Carlo Bonini su "La Repubblica" di oggi, una storia tutto sommato divertente. Con il giornalista "grande firma" finito in pensione che avrebbe tentato di rifilare un falso dossier contro la nuova dirigenza della Roma, accusata di essere composta da massoni e di fare la "cresta" sul mercato, alle Iene e si trova a sua volta infilzato:
La "Iena" cui il falso appare macroscopico - racconta Bonini - registra di nascosto la conversazione. Il nastro finisce alla Digos, dove vengono ascoltati come testimoni Baldini, Baldissoni  e il ds Walter Sabatini. Nella stangata "stracciona" - accerta rapidamente l'indagine con pedinamenti e testimonianze - Renga ha dei compagni di merende. Suo figlio Francesco e un paio di voci delle radio libere. Giuseppe Lo Monaco e Mario Corsi, detto "Marione". Un tipo con un passato neofascista che, da anni, usa il microfono come un randello. Ora sono tutti indagati per diffamazione. Mentre la Digos, pochi giorni fa, ha bussato a casa Renga, dove ha recuperato le prove del falso da "soliti ignoti".
Un'accusa comunque pesante, anche se si indaga per diffamazione e non per truffa: perché "Marione" è uno dei commentatori radiofonici più autorevoli e al tempo stesso controversi. Capace di attirarsi l'odio dei leghisti, che ne rievocano maliziosamente i trascorsi politici giovanili, per la campagna scatenata in difesa della lesa romanità. Ma anche di organizzare, all'inizio dell'era Sensi, una dura campagna di contestazione contro la nuova proprietà. Un'iniziativa che vide finire agli arresti domiciliari esponenti di spicco della curva giallorossa (equamente divisi tra ultrà puri e neofascisti). In sede processuale, però, furono talune delle presunte vittime a testimoniare in difesa degli imputati. A ogni buon conto, per meglio difendersi dalle accuse, "Marione" si è autosospeso dalla radio. Qui invece la versione di Renga sull'episodio contestato, dai microfoni di Radio Radio, in cui il cronista indagato - invocando la sua specchiata fama: è consulente dell'Ordine dei giornalisti per lo sport - annuncia una querela contro Bonini e la Repubblica. Pur invocando il segreto istruttorio Renga fornisce alcuni particolari: il documento non era scritto a mano, conteneva particolari inquietanti, sono state le Jene a contattarlo e non viceversa, anche nelle carte della Procura non si parla di ricatto.
 

Nessun commento:

Powered by Blogger.