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Il poliziotto torturatore è stato commissario della Fiamma tricolore a Napoli

Nicola Ciocia è l'uomo bassino con la "chierica" alle spalle di Cossiga a via Caetani
Alla fine a soffiare sul cerino ci ha pensato Fulvio Bufi, corrispondente napoletano del "Corriere della Sera". Il poliziotto torturatore che ha "spezzato le reni" alle Brigate Rosse, che si era dato il banale soprannome di professor De Tormentis, è Nicola Ciocia. In effetti, dopo il bel libro di Nicola Rao sull'uso delle torture nell'ultima fase della guerra al terrorismo, era stato l'ex brigatista Paolo Persichetti a disegnare un perfetto ritratto del personaggio. Del resto, senza accorgersene, già Rao aveva offerto elementi sufficienti: perché alla fine degli anni Settanta i commissari della Digos a Napoli si contavano sulle dita di una mano ma l'unico proveniente dai vertici della Mobile era, appunto, Ciocia. Bufi precisa, grazie alla vista di un busto di Mussolini, l'identità politica "fascista" del vecchio funzionario. Omette, però, un particolare. Che quell'adesione ideale si è espressa anche in un impegno diretto: Ciocia nel 2003-2004 è stato federale della Fiamma tricolore a Napoli.

5 commenti:

  1. si ma certi metodi erano in uso sin dagli 70 nella questura di napoli, uno per tutti, per esempio, l'uso di far bere acqua e sale che gli uomini del dottor ciccimarra usavano per far "parlare" i fascisti fermati o arrestati senza prove...

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  2. credo sia utile riportare la testimonianza di una delle prime vittime dell'ex commissario "combattente" MSFT napoletano :

    Alcune doverose precisazioni sul “caso de tormentis”

    Dopo aver letto alcuni articoli sparsi qua e là nella rete ho comprato il libro, “Colpo al cuore”, e ritengo di dover fare alcune precisazioni e considerazioni.
    Precisazioni e considerazioni sul libro del giornalista Nicola Rao, e considerazioni sul “Nobile Servo dello Stato” denominato “professor De Tormentis” .
    Inizio con il “Professor De Tormentis” che in quanto “Nobile Servo dello Stato” credo meriti la precedenza.
    Esso tenta di nobilitarsi e giustificarsi dichiarando: “Io sono stato un combattente perché quella contro le Brigate Rosse era una guerra. Una vera e propria guerra.” Un combattente???????
    “Professor De Tormentis” se lo lasci dire, Lei è solo un vigliacco, al servizio dello Stato, ma un vigliacco che ha la necessità di nascondersi dietro l’anonimato e come le Blatte ha vissuto negli interstizi della Storia. Ha ragione quando dice che è stata una guerra ma una guerra rivendicata dalle Brigate Rosse e sempre negata dai suoi Padroni. Quando una guerra è fatta da “combattenti” ci sono regole e codici di comportamento da rispettare tutte cose che Lei, da NON combattente ma da vigliacco, non ha fatto.
    Anche le Brigate Rosse hanno fatto dei prigionieri, ed il suo Stato ha tentato in tutti i modo di accreditare l’idea che tali prigionieri venivano maltrattati e torturati, lampanti sono state le lettere dell’Onorevole Aldo Moro che erano diventate le lettere di un pazzo, un drogato. Poi con il prigioniero Dozier avete dovuto ammettere che facevano colazione con i Corn Flakes. Ecco questa è la differenza tra un COMBATTENTE e uno squallido mercenario al soldo dello Stato. Combattente uno che a 30 anni di distanza deve tentare di darsi un tono con le spalle spiaccicate al muro, nascosto nell’ombra?……………………… Sia serio Professore!

    Ancora il “Professor” dice: “E lì si usarono “metodi forti”, gli stessi che portarono due degli ufficiali della CIA che ci affiancavano ogni giorno, a mettersi le mano nei capelli: “Non credevamo, davvero, che gli italiani arrivassero a un livello di “pressione” tale”. Suvvia “professor” si rilassi, tenga a bada la sua boria, la CIA ha una lunga storia e tradizione di “metodi speciali” conosciuta in mezzo mondo e non credo proprio che devono imparare da Lei!
    P.S. Caro “Professor De Tormentis” sicuramente qualcuno Le riconoscerà lo Status di combattente ma io posso affermare, senza possibilità di essere smentito, che Lei oggi entra a pieno titolo e con encomio nel Club degli infami, perché con le sue (spontanee) dichiarazioni chiama direttamente in causa il suo collega Domenico Spinella, allora capo della DIGOS, che in quanto responsabile della mia detenzione non può non sapere a chi mi ha consegnato la notte del 17 maggio 1978.
    Cordiali saluti “Prof”.


    Roma 10/01/2012 Enrico Triaca

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  3. E dove poteva finire un infame simile, ricordiamo anche diversi capi dei "Servizi", finiti deputati del m.s.i.

    Maurizio

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  4. martedì mattina ho acquistatouna copia del libro di Rao "Colpo al cuore" del quale giovedì notte ho terminata la lettura e ancora non comprendo cosa c'enmtrino nel libro la storia degli ultimi NAR a Roma (dopo che erano stati catturati i Fioravanti e la Mambro) e le torture a Palladino

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  5. Andrebbe preso e interrogato con i suoi metodo questo fascista di merda parassita dello Stato

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