Header Ads


Guerriglia a Roma, anche Giannuli vuol fare i conti col centrosinistra

 Rubate le statue del santo 
misero le porte di ferro alla cattedrale
(umt) Così, il Viminale, travolto dalle ondate di critiche per l'inetta gestione dell'ordine pubblico sabato a Roma, scatena in tutt'Italia una grande retata alla ricerca di armi ed esplosivi (le antiche leggi antiterrorismo esonerano così da un mandato di perquisizione specifico e motivato) negli ambienti della sinistra più estremista. Aggiungendo cazzata a cazzata: perché sostiene che così si trovano i responsabili dei disordini di sabato. Come se i guerriglieri urbani ben organizzati del giorno dell'indignazione si fossero riportati a casa tubi Innocenti, manici di piccone e l'altro strumentario usato...

Se il Viminale continua (apparentemente) a non ragionare, non significa che non dobbiamo farlo noi. E così mentre infuria il dibattito su Indymedia tra fautori della delazione contro i violenti, riciclatori della vecchia  tesi dei "compagni che sbagliano" e supporter puri e semplici della violenza di piazza, vi propongo un contributo interessante di Aldo Giannuli, il ricercatore storico salito a pubblica fama per il ritrovamento dell'archivio degli Affari riservati negli uffici di via Appia, quando lavorava come consulente della Commissione Stragi. Giannuli accompagna a un talento straordinario di topo d'archivi una passione militante che lo porta a dialogare con tutte le componenti del movimento. Il suo lungo intervento è articolato in due parti: la prima è dedicata all'analisi degli scontri. Per lo storico ad agire sono state tre componenti, tutte significative: provocatori e teppisti professionali, militanti arrabbiati, soggetti espressione della rabbia sociale. La seconda parte, invece, sviluppa una riflessione che potrebbe sembrare in contrapposizione alla mia tesi sulla responsabilità politica del centrosinistra ma che in realtà è soltanto l'altra faccia della stessa medaglia. Eccola.

C'è un prezzo da pagare per Berlusconi premier di Aldo Giannuli
(...) Ed ora veniamo alla seconda parte del discorso, quella meno semplice. Stigmatizzare la violenza, come diceva don Vitaliano in Tv, è la cosa più facile e più scontata che si possa fare, ma, in una situazione del genere non è una grande trovata per uscire dai guai in cui ci troviamo.
Giornali e politici hanno fatto a gara per dire che le violenze sono inammissibili e bisogna rispettare la legalità.
Dunque: siamo in un paese nel quale il Presidente del Consiglio usa cellulari schermati come i mafiosi e va scampando la galera inseguito da torme di Procuratori della Repubblica; nel quale il Parlamento da due anni non fa altro che occuparsi di improbabili riforme della giustizia, con lo scopo  apertamente dichiarato di consentire al summenzionato statista di restare a piede libero; nel quale un referendum ha bocciato a valanga una di quelle leggi e la maggioranza prosegue imperterrita a farne altre ancora più incostituzionali e senza che il Capo dello Stato rivolga un messaggio alle Camere per dire che, forse, stante l’esito del referendum, sarebbe il caso di soprassedere.
E voi mi venite a parlare di rispetto della legalità? Riesce difficile mantenersi seri.
Ma voi credete davvero che si possa dare lo spettacolo di un capo del governo come Berlusconi e non pagare un prezzo? Che messaggio credete che arrivi ai giovani?
In secondo luogo, i politici hanno fatto a gara a dire che i giovani vanno ascoltati perchè hanno ragione, ma si sono guardati bene dal dire perchè e cosa si debba fare per rispondere alle loro domande. Il mio vecchio amico Nichi ha detto: “oggi la politica non parli ma ascolti”. Appunto: un bel tacer non fu mai detto. E’ molto facile dare ragione ai movimenti quando poi non si assume alcun impegno concreto.
Ma veniamo al merito: cari Bersani, Di Pietro e Vendola, fra una dichiarazione stampa ed una poesia, vi spiacerebbe narrarci cosa avete intenzione di fare? Insomma, se uno di voi tre fosse al posto di Berlusconi, i soldi alle banche li darebbe o no? ed a quali condizioni?

2 commenti:

  1. tra i tanti giovani che non amano berlusconi che sono a milioni e non fanno casino ce ne sono alcune migliaia che sono delinquenti e fanno azioni di terrorismo come mai ??

    zuz

    RispondiElimina

Powered by Blogger.