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Walter Rossi, i compagni rifiutano l'omaggio dei fascisti nelle istituzioni

(umt) E' stata nel segno delle divisioni la commemorazione dell'omicidio di Walter Rossi, con il padre critico nei confronti dei suoi compagni di piazza Igea (ora a lui dedicata: nella foto il monumento), che hanno impedito l'accesso ai rappresentanti di Comune e Regione, in nome di un ferreo principio antifascista. Condividiamo le obiezioni dell'anziano signore ma una ciucciaria almeno il vicesindaco Belviso se la poteva evitare: Rossi non è un caso irrisolto ma impunito. Si sa benissimo che ad ammazzarlo è stato il "pentito" Cristiano Fioravanti che ha confessato il concorso con Alessandro Alibrandi ma è stato assolto sebbene la descrizione del killer da parte dei testimoni dell'epoca indicasse lui (più basso e tarchiato dell'amico) come responsabile del delitto. Qui  la ricostruzione storica della vicenda. Ecco comunque il lunghissimo articolo del Corriere.it

Walter Rossi, ancora polemiche 
sulla commemorazione
Allontanate dalla piazza la vice sindaco Belviso e l'assessore regionale Brindelli. Il fratello contro il padre
La corona del Comune in piazza Walter Rossi (o piazza Igea) Foto Jpeg ROMA - Ancora polemiche per la commemorazione di Walter Rossi, il militante di Lotta Continua ucciso con un colpo alla testa nel 1977 a una manifestazione. Sveva Belviso, vicesindaco di Roma, e Angela Birindelli, assessore regionale alle Politiche agricole, sono state allontanate dal giardino di piazza Walter Rossi. È potuta accedere invece la Provincia di Roma, rappresentata dall'assessore alla Cultura, Cecilia D'Elia. E infuriano le polemiche. Che coinvolgono anche la famiglia di Walter Rossi: da un lato Franco Rossi il padre, che al Corriere ha denunciato di essere stato estromesso dal ricordo del figlio. Dall'altra Gianluca il fratello del militante di Lotta Continua ucciso nel 1977.
BANDIERA ROSSA - A sventolare sul monumento in ricordo di Walter Rossi, è una bandiera rossa con falce e martello. La giornata, organizzata in memoria del giovane comunista dall'associazione dei suoi amici e compagni, è iniziata in modo movimentato: quelle corone di Comune e Regione portate nella piazza che ha il nome di Walter non sono state ben accette. In un primo momento le coccarde rosse e gialle del Comune e blu della Regione erano state staccate dalle corone di fiori e gettate in un cestino dell'immondizia. Poi la contestazione nei confronti del vicesindaco Sveva Belviso mentre sullo sfondo sventolavano bandiere rosse e veniva intonata Bella ciao. E' stato allestito un palco dove comparirà lo striscione «Walter Rossi un ricordo senza pace»; attorno al suo monumento sono stati collocati anche dei pannelli con foto e articoli di giornale che ripercorrono i vari momenti di quella storia di passione politica finita nel sangue. Alle 17 da via delle Medaglie D'oro partirà un corteo in ricordo di Walter che terminerà nella piazza romana a lui dedicata. A concludere la giornata sarà poi un concerto. Due giorni fa il comitato organizzatore delle celebrazioni in piazza aveva detto di non volere la presenza del sindaco Almeanno perchè «infamante» in quanto un ex rappresentate dell'Msi.
BELVISO: «NON ACCENDIAMO FOCOLAI D'ALTRI TEMPI - Fuori dalla piazza, il vice sindaco Belviso, che - come Birindelli e D’Elia - ha consegnato una corona di fiori in ricordo di Walter, depositata sulla piazza dai Vigili urbani. «Rispettiamo quello che ci viene chiesto da organizzatori anche se non lo condividiamo», dice Belviso, sottolineando che «lo facciamo per non accendere focolai d'altri tempi. Siamo qui per portare l'abbraccio di Roma alle vittime del terrorismo, in particolare ad amici e familiari di Walter Rossi, cittadino romano che perse la vita a vent'anni, dovrebbero essere orgogliosi che l'amministrazione sia qui». Tutte e tre le corone, spiega ancora il vicesindaco, «saranno poste dai Vigili, dopo essere state portate dentro dalla Provincia che aveva il permesso di accedere, non essendo espressione della giunta Alemanno». I militanti, aggiunge, «mi hanno detto che noi non rappresentiamo Roma, ma la Roma fascista. Ho provato a dire loro che sono nata nel '73, e gli anni di piombo li ho solo letti su giornali, sono qui solo per rappresentare la città. Ma non c'è stato verso». Belsviso ha anche ricordato che la morte di Walter Rossi resta uno dei 19 casi irrisolti degli anni del terrorismo. Cecilia D'Elia, a nome della Provincia ha detto: «Qui c’e’ una ferita aperta e un dolore ancora vivo», ha detto l'assessore, che comunque considera «una sconfitta dover rinunciare ai gesti simbolici delle istituzioni. Dobbiamo costruire un percorso che ci aiuti a creare una memoria condivisa - ha aggiunto - ma e’ sbagliato non far partecipare le istituzioni a questa commemorazione. Le corone istituzionali - ha aggiunto - sono state deposte e questo è l'importante. Noi abbiamo deciso di farle portare dalla polizia provinciale in solidarietà al Comune di Roma a cui hanno impedito la deposizione da parte delle autorità. Comunque oggi abbiamo fatto un passo indietro». 
ALEMANNO: «VENITE ALLE CELEBRAZIONI DI DESTRA» - «Mi rifaccio alle bellissime parole che il padre di Walter Rossi ha rilasciato su un giornale (Corriere della Sera, ndr): ha detto che non sarebbe stato presente alla commemorazione. Basta solo questo per capire quanto grave sia stato quell'atteggiamento». Così il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha commentato quanto avvenuto. «Il padre di Walter Rossi- ha spiegato il primo cittadino- ha deciso di non partecipare perchè ha sentito una strumentalizzazione politica. Il mio invito non è di rispondere con la rabbia alla rabbia degli altri, ma di riflettere. Alle 30-40 persone che erano presenti, che magari erano anche in buona fede, dico di riflettere su questo messaggio e sull'atteggiamento del padre di Walter. Aggiungo che se loro mi vogliono parlare, io sono disponibile. Io invito tutte le persone di sinistra, anche chi ha vissuto gli anni di piombo, a venire alle manifestazioni o celebrazioni dei ragazzi di destra, e vorrei fosse fatto altrettanto anche dall'altro lato».
FRATELLO: «IN PIAZZA CI SONO GLI AMICI» - «È una cosa assurda che mio padre faccia dichiarazioni e sputi sulla memoria di mio fratello». Gianluca Rossi, fratello di Walter, non usa mezzi termini nel commentare l'intervista del padre Franco, in cui l'uomo criticava la scelta degli amici di Walter di non consentire la partecipazione del sindaco Alemanno alla commemorazione. «Non doveva rinnegare l'ideale di Walter», aggiunge Gianluca, «purtroppo gli interessi sono interessi e non è Alemanno ad usare mio padre, ma mio padre ad usare Alemanno. Ci sono tante cose che si possono ottenere con queste amicizie», spiega sibillino per poi riportare l'attenzione sulla mobilitazione che prevede un corteo alle 17 e un concerto in serata: «la cosa bella è che qui in piazza Walter Rossi, ogni 30 settembre, ci sono gli amici che si riuniscono per ricordare Walter e portare un omaggio al suo ricordo e al suo ideale antifascista».
IL PADRE : WALTER STRUMENTALIZZATO- «Questa gente qui non fa altro che approfittarsi del nome di Walter per fare casino. Non si fanno sentire per commemorarlo, anzi... dicono che sono amici suoi e poi? Cosa hanno fatto se non trascurarlo? Del 30 settembre rimane solo il dolore mio e di mia moglie», così Franco Rossi, 83 anni, ha commentato l0'allontanamento delle rappresentanto di Comune e Regione. «Questa mattina hanno fatto un ulteriore sfregio a Walter - ha detto - perchè le autorità non vogliono altro che riconoscere quanto accaduto a mio figlio. Loro l'hanno impedito. È una cosa schifosa. Alemanno viene da me come sindaco. Come rappresentante di milioni di cittadini romani. Non c'è nessun trappolone in cui io sono caduto. Quando uccisero Walter ero così pieno di odio che avrei bruciato Roma come Nerone. Poi l'odio si è trasformato in compassione per tutte le vittime e i genitori che avevano perso i loro figli. Quando muoiono non c'è destra e sinistra perchè la morte appiana tutto». In quanto alle dichiarazioni del figlio Gianluca, Franco Rossi ha aggiunto: «È stato plagiato e si è allontanato dalla famiglia. Non riesce a capire che questa gente sta sfruttando il nome di Walter».
GLI ANNI DI PIOMBO - Walter Rossi fu ucciso durante una manifestazione il 30 settembre 1977 in via Medaglie d'Oro a Roma. Era un militante di Lotta Continua e un proiettile lo raggiunse alla nuca, uccidendolo sul colpo. Le forze dell'ordine presenti in quella zona furono accusate di aver protetto un gruppo di militanti di destra che miravano a sparare al gruppetto di sinistra che stava facendo volantinaggio. Nel 2011 la Procura dei minori chiese il rinvio a giudizio per omicidio volontario dell'ex terrorista nero dei Nar, poi pentito, Cristiano Fioravanti (fratello dell'ergastolano Giusva), all'epoca dei fatti minorenne. Ma Fioravanti fu ritenuto colpevole solo di detenzione di armi e subì una condanna a 6 mesi di carcere. 
POLVERINI CONTRO LA PROVINCIA - In cosa a auna brutta giornata c'è stato anche spazio per una polemica Regione-Provincia. «Sarebbe stato un bel gesto se la Provincia non fosse entrata con la sua esponente». Così la presidente della Regione Lazio Renata Polverini ha attaccato l'assessore provinciale Cecilia D'Elia. «L'assessore D'Elia - ha aggiunto - magari in un momento di confusione non ci ha pensato, ma forse era opportuno che nemmeno la Provincia entrasse per la consegna delle corone. Noi continueremo a mandare il nostro rappresentante perchè non credo che ci si debba far spaventare da quattro facinorosi. Bisogna rimettere ordine: non è possibile che qui prevalgano sempre i violenti». Polemica rispedita al mittente dalla Provincia: «Ci dispiace dover sottolineare come il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, non sia stata correttamente informata. Questa mattina infatti in piazza Walter Rossi il vice presidente della Provincia di Roma, Cecilia D’Elia, senza mai avere momenti di confusione, come ha sostenuto la Polverini, per l’intero svolgimento della celebrazione è rimasta sempre accanto al vicesindaco Sveva Belviso all’esterno della piazza. Per solidarietà istituzionale la corona della Provincia di Roma è stata deposta, come quella del Comune di Roma, dai dipendenti dell’Ente». città dove i neofascisti sono riusciti ad installarsi.

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