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Caso Cecchin, perché mi sottraggo al rito della celebrazione

di Miro Renzaglia 
Basta… basta… basta… Ogni volta, la stessa storia: intitolare una strada, una targa, un viale, un giardino a questo o quel militante ucciso nella mattanza degli anni 70 e, puntuale e contestuale, ogni volta tornare ad essere afflitti dai cori dei “sì.. sì… facciamola” e dei “no… no… non s’ha da fare”.
Smettetela, per dio…
Sta ricapitando a Roma, in questi giorni, con l’idea del sindaco Alemanno di dedicare a Francesco Cecchin i giardini di piazza Vescovio, zona dove il giovane fu ucciso.
Sciacalli. Sciacalli tutti: quelli che la propongono, quelli che la vogliono e quelli che pretendono di impedirla.
Si stanno disputando le spoglie della memoria di un ragazzo che è rimasto ucciso per gli ideali in cui credeva… Ma che, neanche per un momento, avrebbe pensato che il suo nome rinfocolasse, quasi 40 anni dopo, le stesse identiche ottuse dinamiche che lo portarono a morire.
Lui, Cecchin. E, con lui, tutti gli altri che sono morti per le belle e inutili bandiere che ci agitarono all’alba della nostra giovinezza…


Avrei potuto essere uno di quei ragazzi uccisi. E, se lo fossi stato – lo dico a ragion veduta, quindi - mi rivolterei nella tomba, maledicendoli per sempre i danzatori zoppi del balletto macabro che avrebbero potuto fare anche intorno al mio cadavere. Sciacalli…
Se ci avete fattto caso, da anni non celebro più sul Fondo le ricorrenze dei nostri caduti… credete non lo faccia perché li ho dimenticati? Non lo faccio, semplicemente per non usarli…
Oggi, attempati e ben piazzati uomini che condivisero quegli anni e che con quella loro stagione hanno tutti – dico: tutti – preso le distanze recitando la formula del “mai stati fascisti”, “mai stati comunisti”, pretendono di lavarsi la coscienza, con il bel gesto della titolazione alla memoria. Lo ha fatto Veltroni. Ci riprova Alemanno.
Piantatela. Vi dico: piantatela, una volta per tutte.
E se non lo potete (piantarla: intendo) accogliete almeno l’invito di Ugo Maria Tassinari: intitolate valle Giulia a TUTTI i caduti di quegli anni e concedete la grazia a TUTTI i condannati per chi ancora sconta con la galera responsabilità che furono le loro. Ma non furono soltanto le loro.
Tutto il resto è manfrina della più bieca politica. E’ coazione a ripetere. E’ sciacallaggio. E’ opera di zombie.


fonte_ Il Fondo

8 commenti:

  1. Questa nota del fondo mi da da pensare, ma tra i tanti se e i tanti ma quello che viene enunciato mi sembra un tantino retorico , chi scrive dice che uno di quei morti poteva essere lui...ma non lo e' stato: Tra le righe del suo fondo non commemora mai ''quei'' ragazzi caduti, e' una sua libera scelta ma dicendo che non li ha dimenticati nella sua testa non gli da il diritto di chiamare sciacalli chi ancora vuole ricordarli a modo loro, non so se e' Renzaglia che scrive queste cose, ma nonostante anche io credo che quegli anni sono stati anni di profonda manipolazione dei giovani, non si puo' negare che quei giovani sono stati i pochi che nel dopoguerra abbiamo dichiarato guerra allo Stato prendendosene tutte le logiche conseguenze, quindi prima di dare dello sciacallo a questo e quello il signore che scrive dal fondo elabori i se ed i ma...saluti
    Prati Roma 1975

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  2. E' Renzaglia che scrive queste cose. La stessa persona che il 3 marzo 1979 subiva un tentato omicidio di cui porta ancora le tracce (uno dei proiettili non è stato asportato dal torace): sì, effettivamente Miro poteva essere uno dei tanti morti di quegli anni. Non è un'espressione retorica.

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  3. "Se ci avete fattto caso, da anni non celebro più sul Fondo le ricorrenze dei nostri caduti… "

    No Renzà non ci abbiamo fatto caso, ce ne faremo una ragione....

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  4. si parlava di retorica d'insieme , non del fatto che Renzaglia fu ferito e forse Miro oggi intrinseco di oltre gli schemi solo virtuali ciancia emerite panzane....Gli sciacalli

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  5. nella deflagrazione in atto del cosidetto “nostro ambiente”, c’è anche questo. continuare a non capirsi. sono convinto che tu, Miro, sia vicino ai nostri caduti, ma, ripeto, la deflagrazione confonde ruoli, posizioni, interpretazioni e tanto altro. al punto tale che chiunque apre bocca e da fiato…troppe volte con la pancia, quasi mai con la testa, purtroppo mai con il cuore. e l’effetto che si genera è l’opposto di ciò che si vuole. in questo caso, per me, lo sciacallo sei tu. la proposta di Tassinari, si scontrerà con quel mondo, che tu blandisci, che ci vorrebbe ancora sotterrati….

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  6. ha ragione, ricordare i vostri martiri fascisti rinfocola vecchi rancori. percio' se insistete a dare fastidio con le vostre festicciole non lamentatevi se vi fanno male
    micio

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  7. ...sei vittima di un tentato omicidio, ma evidentemente nn hai visto un tuo camerata morire vicino a te mentre tu eri sanguinante e vicino alla morte come me, perchè forse nn ti esprimeresti così, anche se rispetto il tuo pensiero che ovviamente nn condivido.
    per quanto rigurda ugo tassinari è solo uno delle tante "zecche" che ha fatto soldi su le nostre disgrazie e sulle nostre debolezze.
    meglio essere sciacalli (e nn mi riferisco ai vari alemanno e company, che neanche considero)e ricordare ogni anno al mondo i nostri caduti che vivere nell'ipocrisia.
    io sarò pronto ad un reciprogo rispetto dei caduti, quando anche il mio "nemico" inizierà ad rispettare le mie scelte, la mia lotta e i miei caduti.
    micio, sono proprio quelli come te che ci danno la forza di continuare, xkè siete delle nullità.
    zengattamelata 29.10.1975 roma

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  8. Ma proprio allora vi costa fatica capire il commento di Miro? Ma vi pare vi sia coerenza nel pensiero di Alemagno / Aledanno, con le commemorazioni? Suvvia, è che siete sempre pronti a portargli la vostra manciata di voti e lui se la cava con ricompense che per voi/noi toccano il cuore ma per lui sono mera merce di scambio tra una feste e un'latra (guardate il vostro sindaco in Ultracafonal....)

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