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"Fuori dal cerchio"/10: per finire, il poeta e il fasciocomunista

Io la mia recensione al libro di Antolini, che poi era una metarecensione (proprio per non parlare direttamente di un libro in cui sono intervistato) l'ho pubblicata sul blog, e quindi mi limito a mettere il link. Comunque, giunti quasi alla fine della 24 ore pro-Antolini e contro la violenza, mi sembra giusto concludere la kermesse su "Fuori dal cerchio" con una stroncatura. L'autore è un giovane poeta lucano, Nunzio Festa, che ha scritto un cumulo di fesserie sul "Quotidiano di Basilicata" in occasione del meeting di Matera sul Che Guevara, organizzata da Casa Pound con la partecipazione mia e di Adinolfi. Tante da costringermi a replicare due volte, cosa che considero abnorme, pur di ristabilire un minimo di rapporto con la realtà e la verità dei fatti. Anche in questo testo scovato in rete non mancano grossolani errori (elenca Morucci tra i fascisti) ma il tutto è riscattato da un'idea sublime: per contestare un autore bisogna leggere il testo ... (e non menarlo, mi piace credere che abbia pensato)


Con molto ritardo abbiamo accolto il libro di Nicola Antolini, “Fuori dal cerchio. Viaggio nella destra radicale italiana”. Con molto ritardo, nonostante tutto, l'autore aveva inteso spingersi dentro una questione che da anni ricercatori vari, da giornalisti a scrittori hanno voluto far entrare nelle loro opere. Con molto ritardo, Nicola Antolini s'accorge che esistono, ovviamente a sinistra (non a destra destra che a leggere il volume si vive un momento di massimo splendore, un rinascimento sotto le mentite spoglie della rinascita) tanti problemi politici. Con molto ritardo, dobbiamo ricordare che è proprio la generazione, soprattutto, degli ex comunisti e similari, ma quelli d'almeno quarant'anni, va specificato, ad aprirsi, “democraticamente”, al dialogo – considerato comunque sempre fecondo - coi fascisti, o almeno con chi fascista oggi si dichiara. Ma, per fortuna, a parte pure in quel caso, un pizzico di ritardo, generale e generalizzato, avevamo avuto l'inchiesta di Mario Caprara e Gianluca Semprini, eppure evidentemente non solo quello, dal titolo “Neri! La storia mai raccontata della destra radicale, eversiva e terrorista” (Newton & Compton). Composta in circa 600 paginette. Punture che giustamente non hanno intaccato la volontà dell'Antolini. Che, ed è giusto per lo scopo prefissato, ha tolto dalla 'analisi' buona parte delle piccole vicende da Semprini e Caprara evidenziate, ricordate, narrate, riprese. Perché, tanto per cominciare, oltre alla premessa che il libro di Nicola Antolini va assolutamente letto, e poi si dirà il motivo, l'autore ha scelto di stare proprio dentro al cerchio. Ovvero ha voluto portare un microfono da reggere a persone come: Gianluca Iannone, Francesca Giovannini, Valerio Morucci, Miro Renzaglia, Marcello De Angelis, Gabriele Adinolfi, Gabriele Marconi ecc. E la maggior parte di questi, anche per questo è necessario leggere il libro di Antolini, oggi, 2010, si dice “Fascista”. Altro che, solamente: “fascista del terzo millennio”. Non, quindi, quel “nuovo”, o ripulito, che, tanto per citare, il fasciocomunista Ugo Maria Tassinari sponsorizza andando in lungo e in largo per l'Italia. E, assolutamente, puntualizzazione già venuta da altri territori, il sottotitolo dell'opera, a parte il titolo, è decisamente utile a portare fuori strada. Lanciato, infatti, quale libro che accompagna nella destra attuale, in realtà il lavoro di Nicola Antolini permette semplicemente di descrivere dall'interno, certamente ai protagonisti e promulgatori di questa idea di fascismo d'oggigiorno, che diamine sono davvero CasaPound e simili – o quel che sono per chi le vive e, di più, le deve pubblicizzare. Tralasciando le parole, di molti degli intervistati, che in certi momenti fanno ridere per carica di farsa e in altri fanno piangere per arretratezza culturale, quell'elemento che è sottocultura, è non sicuramente la professata “cultura di destra”. Finalmente, perlomeno, abbiamo il testo che riporta (se pur esistano you tube eccetera) le comiche 'confessioni' e drammatiche del capo dei capi Iannone. Dell'eminenza nerissima G. Adinolfi. Di nostalgici alla Marconi. E la chiusura che farebbe ridere, se fosse un film d'epoca, alla Turbodinamismo. Nicola Antolini, nato a Modena nel '71, ex Pci, appunto, dimostra con questa “ricerca”, senza dubbio di seguire bene una strada immaginata. Ma, di contro, di non saper interagire con il materiale che si trova davanti. Tanto che, è questo libro va per forza letto, dall'opera sappiamo quanto si radichi sempre di più la CasaPound, e da dove nasce, e non incontriamo, nemmanco per accenni, però le prove che l'antifascismo militante tanto odiato cerca di far conoscere all'Italia stordita. Che, per aggiungere, deve nello stesso tempo fare i conti con l'astuzia di Berlusconi e compari di destra e sinistra; insieme, è ovvio, a punte di diamante che possono, a seconda delle occasioni, essere l'associazione “CasaPound” oppure il movimento “Fascismo e Libertà”. Bella storia. Questa non Storia.


PS: Me ne hanno dette di tutti i colori ma nessuno mi ha mai chiamato fasciocomunista. C'è sempre una prima volta.

3 commenti:

  1. Questo Nunzio Festa sarebbe un giornalista/scrittore?
    No perchè a sto punto mi candido direttamente per il premio Pulitzer. Ogni periodo è totalmente sconnesso, imbarazzante.
    E glisso sul contenuto che stasera ho mangiato parecchio e non vorrei dover ricorrere ad un antiemetico...

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  2. Ancora lui??
    Madò, ho paura a leggere questo post.

    @anonimo: E non hai letto gli articoli precedenti.

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