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La pratiche fasciste della polizia di Maroni

Gianguido Saletnich Il concetto di libertà in Italia. Che vuol dire compiuta identificazione? Se sono persona nota e ti ho anche dato i documenti, perchè portarmi in questura? Mah...
Orwell, Orwell quanto avevi ragione...

Gianguido Saletnich è il dirigente romano di Forza Nuova che ci ha raccontato stanotte in tempo reale come ha funzionato la contestazione goliardica ai danni del ministro Maroni. E', come sottolinea nel suo status di Facebook, personaggio pubblico e ben noto a tutti i questurini romani (e non solo: è lui il pelato, l'unico ultratrentenne, riconoscibilissimo nel video del fermo dei militanti del Blocco studentesco dopo gli scontri di piazza Navona). Tant'è che l'hanno fermato a cinquecento metri dalla festa della giovane destra. Su una cosa, però, lo devo correggere: non Orwell, ma Mussolini dovrebbe invocare nel caso. Perché la pratica del fermo preventivo dei dissidenti in occasione di manifestazioni del regime è prassi specifica della polizia fascista. E a questa pratica si stanno adeguando le forze dell'ordine di tutta Italia da quando il ministro di polizia, pregiudicato per resistenza a pubblico ufficiale, ha subito lo smacco della contestazione in casa (la festa della Lega a Bergamo). Questa è infatti la testimonianza di un ultrà juventino (fonte: Ultrasblog) su quello che è successo domenica a Torino, alla festa della Lega (negli stessi giorni la polizia non ha dimostrato analoga solerzia alle feste del Pd, poi se ne viene Brunetta e straparla ...):
Stasera a Torino c'era la "festa" di chiusura della Lega Nord e come ospite indesiderato (per noi) c'era il ministro-né Maroni. Lo si voleva contestare in maniera democratica, civile, ma purtroppo non viviamo più in un paese democratico, dove manifestare é un diritto di ogni singolo cittadino. Il fautore della famigerata, ha organizzato ogni particolare, non ha tralasciato nessun dettaglio, in primis lo squadrismo che, ricorda gli anni del fascismo in Italia, dove le persone venivano controllate a vista. Infatti, un gruppo di bianconeri e qualche cane sciolto granata, è stato respinto con vere e proprie azioni di forza e incostituzionalità, degne del regime che, stiamo subendo. Il blocco di ffoo che si schierava nei pressi della festa era pari ad un G8, la digos era al completo, il gruppetto di tifosi bianconeri, è stato fermato a mò di imboscata e retata, faccia al muro, mani in alto e intimati a ritornare indietro, perchè a loro detta non potevano manifestare, essendo privi di autorizzazione.
Invece io, sono riuscito a passare i varchi, vuoi perchè la mia carrozzina è un lascia passare, e vuoi perchè, non trovano, forse, il coraggio di fermarmi, nonostante sia ben conosciuto. Ma una volta giunto, con altre tre persone quasi sotto il palco, eravamo circondati da ffoo e da digos, manco fossimo i peggio delinquenti. Della tessera non ne ha minimamente parlato il ministro che, si rivolgeva a 4 gatti che battevano le mani come le scimmie ad ogni assurdità che fuoriusciva dalla sua bocca. A quel punto abbiamo tolto il disturbo, con tutto il disgusto possibile, vergognandoci di avere come ministro un pregiudicato e un ''uomo'' che impedisce ai cittadini italiani la libertà di espressione.
EVVIVA LA LIBERTA'!

Simone

17 commenti:

  1. non capisco come mai si dice PRATICHE FASCISTE DELLA POLIZIA..sono pratiche anche comuni nei regimi COMUNISTI

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  2. Bhè ... se è per questo in tutte le democrazie occidentali, notoriamente " anti-fasciste ed anti-comuniste " , si attua da sempre il fermo indiscriminato di polizia per personaggi indesiderabili e politicamente non-corretti, che gravitano in prossimità di personaggi politicamente corretti.

    Se guardiamo quello poi a quello che faceva la polizia italiana ed i carabinieri prima del fascismo e del comunismo si ritorna al discorso della " questione meridionale " e dei genocidi ... E cosi via all'indietro nella storia ... Dicamo che il fermo di polizia prescinde molto dall'ideologia e riguarda una " magra e neutra questione di triste Ordine Pubblico " ...

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  3. non capisco perché vi rizelate tanto: la pretesa dell'autodafé è una pratica dell'Inquisizione che è riciclata dallo stalinismo, i campi di lavoro sono comuni a entrambi i totalitarismi, la polizia sabauda non esitava a sparare sui contadini ma aveva qualche remora in più a praticare il fermo sistematico e preventivo dei dissidenti in occasione di manifestazioni pubbliche, che era una tecnica di controllo praticata metodicamente dalla polizia fascista e non certo da quella repubblicana

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  4. Ugo,
    il controllo "preventivo" di polizia non è a mio avviso "una tipicita' delle sole dinamiche autoritarie" , ma una prassi ben consolidata e normale nello Stato Assoluto monarchico, nello Stato Giacobino repubblicano, fino alle modernissime democrazie liberali.

    Tanto che , tu mi insegni che in Italia, quelle che venivano chiamate leggi fasciste nel ventennio, sono state ricreate in piena democrazia costituzionale repubblicana ( anni 70') e le hanno chiamate "leggi speciali" tra le quali si annoverano in particolare la legge Reale, e l'introduzione del 270 bis che amplifica a dismisura i famigerati articoli 40 - 41 T.U.P.S. (1926-1931) e le misure di polizia in essi contenute.
    Non ho la strumentazione storica e giuridica a mia disposizione ma ti posso garantire che le guardie piemontesi svolgevano ben altro che controlli preventivi sulle masse " meridionali " insorgenti.

    Ora io sono convinto che tutto cio' che riguarda "l'ordine pubblico nella modernità" dipenda dalla filosofia della difesa dello Stato ereditata da Hobbes, che anticipa di fatto anche lo Stato Etico ereditato da Hegel, e tutto questo ancor prima che Nazismo e Comunismo nascessero con le loro filosofie totalitarie.

    Quindi le misure preventive di polizia nazionale o internazionali che siano non possono definirsi "fasciste" , pena di definire fasciste tutte le operazioni militari preventive americane compiute nel mondo a difesa e tutela della democrazia occidentale.

    Secondo me il termine " fascista " non dovrebbe semplicemente mai essere usato mai come aggettivo, ma come sostantivo nel bene e nel male.

    Un saluto

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  5. Francesco,
    non riesco a farmi capire. Quando dico che è una modalità specifica non dico che è la peggiore infamità.
    Capisco che l'uso denotativo generalizzato (in negativo) del termine possa generare equivoco ma non è il mio caso.
    Le modalità di repressione del conflitto del governo sabaudo erano sicuramente + feroci. Così negli Stati uniti le lotte operaie erano schiacciate nel sangue dalle squadracce Pinkerton con il totale supporto dei poliziotti corrotti innescando processi di gangsterizzazione di certi sindacati (vedi la storia di C'era una volta in America): ma non esisteva questa modalità specifica. Tutto qui.

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  6. lo stao di polizia piu' autoritario e' sempre stato attuato con ferocia nei regimi comunisti in special modo..non per niente che il muro di berlino e' crollato

    ma ormai la moda e' definire metodo fascista quando una cosa e' negativa tanto che anche la sinistra giudica a volte "fascisti" anche i suoi esponenti di sinistra radicale quando eccedono..

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  7. ...sembra che solo nel fascismo ci siano state repressioni verso i dissidenti !!...

    la repressione squadrista della polizia non ha una ideologia fascista o comunista...e' dettata solo dai governi in carica e dal loro modo di inquadrare l'ordine pubblico piu' o meno duro in certi momenti..


    quando reprime movimenti di destra radicale o neofascisti come puo' essere definita fascista ?..

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  8. Nel secolo scorso lo stalinismo ha ucciso molti più comunisti (e contadini ricchi) del nazionalsocialismo (che invece aveva come bersagli principali ebrei, zingari, omosessuali).
    Non c'è dubbio che i metodi repressivi dello stalinismo fossero molto più aggressivi, pervasivi, feroci di quelli del fascismo.
    Ma la polizia stalinista non fermava i dissidenti la vigilia del 7 novembre: perché quelli non ci provavano nemmeno a manifestare.
    Io ho affermato un semplice concetto: la pratica del fermo preventivo di (presunti) dimostranti, adottata a Roma e predisposta a Torino per impedire una contestazione a Maroni è una novità nella storia della polizia repubblicana.
    Qualcuno mi sa indicare qualche precedente specifico? Se sì, fatelo, se no tacete.
    Ho affermato che questa pratica ha un precedente in Italia: lo usava la polizia politica fascista. Qualcuno può sostenere che non è vero? Lo faccia, citando qualche riferimento storico non agiografico.
    I Savoia sparavano sulla folla a cannonate e Mussolini no: vero.
    I servizi segreti repubblicani sostenevano i terroristi per destabilizzare il quadro politico e Mussolini no: vero.
    Ma non c'entra un cazzo.
    Non ho fatto un discorso di quantità repressiva, di violenza del potere, di dannazione della memoria del fascismo.
    E' così difficile circoscrivere la discussione al suo oggetto?

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  9. E' chiaro che definire "metodi fascisti" quelli usati dalla polizia nel reprimere gli antagonisti politici del potere in carica, è una sorta di operazione propagandistica,che dovrebbe essere definitivamente archiviata.Anche l'attuale Ministro dell'Interno Maroni, è finito al Pronto Soccorso, spedito dai digos di Verona, quando su mandato della toga rossa Papalia,fecero irruzione in via Bellerio.Quando si scrive di polizia fascista, in riferimento alla attività di repressione dell'antifascismo attuata dalla stessa, è una operazione di mistificazione.Ne fanno uso anche storici alla moda, che scrivono delle assurdità tipo che il povero Pinelli,fu accusato dal Questore di Milano Marcello Guida,perché negli anni trenta era addetto al confino di polizia di Ventotene, quindi era un fascista a prescindere.Naturalmente tali storici, si guardano bene dal ricordare che il capo dell'OVRA (polizia politica)Guido Leto, riceveva sia a casa propria che in Ufficio al Viminale, Rosario Bencivegna, un antifascista dei GAP noto per l'attentato di via Rasella, esortandolo alla prudenza. Tutti (Guida compreso) durante la RSI collaboravano con la resistenza, acquisendo benemerenze con l'antifascismo, tanto da poter proseguire indisturbati la loro carriera, a cui tenevano, sicuramente più del regime mussoliniano,in quanto tali alti funzionari si identificavano più nella casa regnante dei Savoia, che nel partito al governo.

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  10. Tutto molto interessante.
    tutto OT.
    PS: Neanche Leto era fascista?

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  11. Comunque e a parte "le nostre quisquiglie" Vi posso assicurare che Maroni ha una metodologia
    " fascista " ( nel senso molto ampio dello Stato che difende se stesso da tutti i Suoi nemici) molto piu' degli amici/camarati di Forza Nuova ( inserito uno smile) , e questo nel bene e nel male.

    E' indubbio ad es. che nella lotta contro la criminalità organizzata Maroni ha fatto molto di piu' che 65 anni di paraculaggine demo-comunista.

    L'altra faccia della medaglia è questa maniacalità nella schedatura e nella prevenzione della violenza degli stadi, che potrebbe significare anche una prossima schedatura prossima di " tutti gli avversari politici " non allineati alla "maledizione democratica" come la chiama M. Fini.

    Nel qual caso ci potrebbero essere frange di antagonismo fascista, schiacciate da metodologie di "fascistica democrazia" a difesa di se stessa.
    D'altra parte " la destra che massacra i fascisti" non sarebbe la prima volta.

    Se il senso che voleva dare Ugo è questo non fa una piega.

    Un saluto

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  12. Ah dimenticavo un dedica super-partes che inquadra perfettamente i concetti di giustizia, ordine e potere, che và come il cacio sui maccheroni ...

    Certo bisogna farne di strada
    da una ginnastica d'obbedienza
    fino ad un gesto molto più umano
    che ti dia il senso della violenza
    però bisogna farne altrettanta
    per diventare così coglioni
    da non riuscire più a capire
    che non ci sono poteri buoni
    da non riuscire più a capire
    che non ci sono poteri buoni

    tratto da Nella Mia ora di libertà F. De Andre'
    (Storia di un impiegato)

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  13. Confermo neanche Leto era fascista (solo iscritto al PNF mai stato marcia su Roma, sciarpa littorio ecc.ecc.) era un ingegnere palermitano entrato nella Amministrazione dell'Interno, prima della marcia su Roma del fascismo. Grazie alle sue capacità professionali, percorse tutta la carriera,ma con lo stesso zelo bonario (nulla di paragonabile ad Himmler o a Beria della NKVD)con cui perseguitò gli antifascisti, represse subito dopo il colpo di stato di Badoglio i fascisti.Aderì alla RSI facendo come quasi tutti i questurini il doppio gioco, a favore dei partigiani, acquisendo benemerenze resistenziali. Ebbe un breve incidente di percorso,con l'arresto e la breve detenzione a Regina Coeli. Fu interrogato personalmente prima da Togliatti poi da Nenni, non si è mai saputo quali rivelazioni fece ai due uomini politici (Ignazio Silone, alias Silvestri, Max Salvadori, spie dell'OVRA?)ma sopratutto curò personalmente il trasporto dell'archivio dell'OVRA da Valdagno in provincia di Vicenza, ove era stato trasferito durante la RSI al Viminale.L'archivio dell'OVRA è stato la sua carta vincente, con il quale ha potuto ricattare mezzo mondo politico sia antifascista che fascista.Caro UMT, sarò pure fuori tema, ma ti lancio una sfida, pensi che Beria o Himmler avrebbero ricevuto prima a casa propria,poi negli Uffici ove comandavano le varie polizie, un antifascista del calibro di Rosario Bentivegna, esortandolo alla prudenza?Leto concluse la carriera nel dopoguerra come Prefetto della Repubblica. In pensione divenne direttore della catena di alberghi Jolly Hotel del conte Marzotto, che aveva conosciuto quando era al nord durante la RSI.

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  14. Epifanio, è ovvio.
    Comunque Bertoldi condivide il tuo giudizio sulla bonarietà di Leto:
    http://archiviostorico.corriere.it/1994/agosto/08/segreto_dell_OVRA_diabolico_refuso_co_0_9408088197.shtml

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  15. la repressione non e' ne fascista ne comunista e' solo repressione DEMOCRATICA..in Italia almeno

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  16. CIAO UGO MARIA.
    PECCATO NON POTERNE DISCUTERE SU FB.
    GENNARO SCOTTO PAGLIARA

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  17. Gennaro, ma se ne discute anche su Fb, e comunque tu qua sei il benvenuto

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