Mattarella, un docufilm nato morto
Forse perché male informato o forse per amicizia Aldo Grasso oggi sul Corriere inciampa commentando un docufilm nato morto.
Piersanti Mattarella aveva 44 anni ed era un dignitoso dirigente regionale della Democrazia cristiana neppure lontanamente paragonabile per importanza politica a Moro. Non era il 𝘥𝘦𝘭𝘧𝘪𝘯𝘰 di Aldo Moro (anche se questa espressione si avvia a diventare il suo epiteto formulare, come il 𝘱𝘪𝘦’ 𝘷𝘦𝘭𝘰𝘤𝘦 Achille o il 𝘱𝘪𝘰 Enea). Nel 1978 si era adeguato alla tendenza nazionale del suo partito accogliendo il Partito comunista nella maggioranza della regione Sicilia ma l'esperimento era fallito.
Era durato poco, nel marzo del 1979 i comunisti si erano ricollocati all’opposizione e tre settimane prima dell'omicidio era entrata in crisi anche la nuova giunta regionale. Si era realizzato il disegno di Aldo Moro, altro che “compromesso storico”, il PCI era stato rosolato a fuoco lento dalla democrazia cristiana degli Andreotti, dei Gava e dei Piccoli che alla fine presero atto che non esistevano più le condizioni dell’alleanza tra DC e PCI.
Piersanti Mattarella si rivolse al ministro dell’Interno Rognoni, che apparteneva alla sinistra democristiana dal quale però non ottenne alcun sostegno mentre Gava, il responsabile degli enti locali del partito, prendeva tempo in attesa del congresso nazionale programmato a febbraio.
Mattarella se ne tornò dunque a Palermo e sfogò la sua frustrazione con una funzionaria la cui testimonianza è stata utilizzata in maniera tendenziosa e deviata dagli autori del docufilm.
Il congresso della Democrazia cristiana mise fine alla 𝘤𝘰𝘳𝘳𝘦𝘴𝘱𝘰𝘯𝘴𝘢𝘣𝘪𝘭𝘪𝘵à 𝘥𝘪 𝘨𝘦𝘴𝘵𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘤𝘰𝘭 𝘗𝘊𝘐 e Flaminio Piccoli scalzò il buon Benigno Zaccagnini dalla segreteria del partito.
(umt) Un pensiero umile e reverente va rivolto anche agli scienziati che si sono scimuniti sulla targa ma non hanno mai detto niente del guanto scomparso. Quelli che fino a pochissimo tempo fa erano fermi a Fioravanti prima che finalmente venisse preso atto che il killer era Nino Madonia di cui continuano a sbagliare la foto.
Mattarella se ne tornò dunque a Palermo e sfogò la sua frustrazione con una funzionaria la cui testimonianza è stata utilizzata in maniera tendenziosa e deviata dagli autori del docufilm.
Il congresso della Democrazia cristiana mise fine alla 𝘤𝘰𝘳𝘳𝘦𝘴𝘱𝘰𝘯𝘴𝘢𝘣𝘪𝘭𝘪𝘵à 𝘥𝘪 𝘨𝘦𝘴𝘵𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘤𝘰𝘭 𝘗𝘊𝘐 e Flaminio Piccoli scalzò il buon Benigno Zaccagnini dalla segreteria del partito.



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