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Fabbricava armi in 3d: 6 anni e mezzo all'hacker suprematista




Un suprematista bianco di estrema destra per gli investigatori. Un giovane hacker annoiato per la difesa. Ora, per “Kilob” – questo il suo nickname nel dark web – è arrivata la condanna, con rito abbreviato, a sei anni e sei mesi di reclusione (la procura ne aveva chiesti otto). Nel maggio 2024 gli investigatori della Digos scoprirono, nella cameretta di un 21enne di Roma nord, un vero e proprio laboratorio bellico. Gianmarco Fiacchi, figlio di un funzionario della Farnesina e di una donna rumena, costruiva (e secondo qualche suo contatto web tentava di vendere) armi e proiettili fabbricati con una stampante 3D. E cercava proseliti su Telegram, difendendo “l’orgoglio del potere bianco”. Tra i suoi idoli c’era Brenton Tarrant, l’autore della strage di Christchurch, in Nuova Zelanda, dove nel 2019 vennero uccise circa 50 persone in un centro islamico durante la preghiera del venerdì.

Fiacchi, era un abile hacker, gestore uno dei tanti siti di dati rubati sul dark web, Vilebin. Tra questi dati c'erano, secondo la polizia postale, c'era anche materiale pedopornografico. Ma una precedente inchiesta del 2022 che lo vedeva coinvolto era finita con il suo proscioglimento.  Tra i file trovati sui suoi canali social c’era anche una lista di obiettivi da colpire. Milionari e politici, tra cui Jeff Bezos e lo stilista Ralph Lauren, considerati nemici della razza bianca. Un sottogenere nel sottobosco del dark web.

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