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Io e la fascinazione dei neri per il Che: una storia personale

 Ci sono molti libri che riconoscono un esplicito tributo a "Fascisteria": da Vita spericolata di Albert Spaggiari di Giorgio Ballario, folgorato dalla storia del combattente dell'OAS che si fa bandito, a "Scirocco" di Girolamo De Michele, che usa il testo come ordito per la sua trama. Ma il credit più sorprendente è quello che mi riconosce Mario La Ferla, ex corrispondente dell'Espresso, per il suo "L'altro Che"(1), un testo che mi darà occasione di partecipare a due tra i più "interessanti" meeting tra i numerosi che ho fatto nella lunga fase di "osservazione partecipata" nell'arcipelago nero. Eventi che, proprio perché attingevano a un'icona della sinistra sono sempre state fonti di fomento. Eppure  ho un ricordo vivo e positivo di entrambe, mentre sulla lunga distanza ho maturato qualche riflessione più autocritica e distaccata sulla modalità in cui ho praticato la scelta complessiva di specchiarmi nell'abisso.

Una gita a Matera

Il primo incontro, a Matera, fu organizzato dai giovani di CasaPound, il 1 aprile del 2010, il mio onomastico, e non fu un pesce di aprile. Il confronto tra Gabriele Adinolfi e me fu arricchito da uno strepitoso fuori programma di Nicolino Buccico. L'ex sindaco di Matera si era da poco dimesso per non cedere alle pressioni del partito del cemento che voleva allungare le mani sull'ex pastificio dismesso. Attivista da giovane del Fuan e poi del Msi, il leader degli avvocati italiani aveva aderito alla scissione di Democrazia nazionale per poi riavvicinarsi al partito dopo Fiuggi. Intervenne a sorpresa, e con grande brillantezza e simpatia prese le distanze (e anche in giro) la corrispondenza di amorosi sensi guevaristi degli autonomi rosso e nero. Il confronto fu arricchito da un'incursione di contestatori di sinistra che intervennero abbastanza tranquillamente al dibattito. La serata finì con una cena in uno splendido agriturismo in periferia, una masseria fortificata della famiglia della signora Buccico (il figlio era uno degli organizzatori del meeting). 

La cosa ebbe seguito un paio di mesi dopo.

Sul “Quotidiano della Basilicata” di oggi leggo “ricordando nuovamente a uno come Ugo Maria Tassinari di provare realmente a capire che danni fa quando si presenta alle iniziative, per esempio lui, di quelli di Casa Pound”. Non ho il piacere di conoscere Nunzio Festa ma lo ringrazio per l'onore che mi fa eleggendomi con grande rispetto a suo antagonista nella polemica. 

Replicai così, prontamente, sulla testata, diretta allora da Paride Leporace, e sulla neonata Fascinazione. Era il 12 giugno 2012: aveva appena tre giorni. 

La rassegna stampa di Matera 

          La Gazzetta del Mezzogiorno

          

La "svolta" di Salerno

A Salerno - l'invito era nato a cena a Matera: c'era anche una delegazione salernitana all'evento -  i giochi cominciarono con ampio anticipo.  L'annuncio anticipato innescò una baruffa webbotta. E fu bravo il responsabile salernitano del Corriere del Mezzogiorno, Gabriele Bojano, a intervistarmi venti giorni prima del "fatto"

Un bell'intervento di Buttafuoco, ispirato dallo scempio del cadavere di Gheddafi, mi stimolò un ritorno sul tema che avevo appunto citato nell'intervista (il cadavere del Che ricorda quello di Mussolini). La cosa continuò a montare. 

Il 9 novembre, in aperta polemica con i "fascisti del Terzo millennio" che flirtano con i comunisti, i Fini boys tappezzano i muri della città di striscioni sulla caduta del Muro ... E il CdM rilancia ancora
Il viaggio a Salerno fu tragicomico con una doppia foratura per cui dovemmo attendere una seconda auto per portarci al meeting.  Il ritardo mi risparmiò lo stress del "confronto" iniziale. E il dibattito previsto con Luca Lezzi si trasformò in un due monologhi. La serata conviviale fu molto sciolta, con giro dei bar. Il viaggio di ritorno fu più fortunato. Tra le cose migliori l'intervista ottima con un giovane collaboratore sannita di Linkiesta, Carlo Maria Miele, davvero bravo

NOTE

1. Un riconoscimento evidente sfuggito, per mia fortuna, allo stroncatore del volume, Antonio Moscato, che sul "Manifesto" del 6 ottobre 2009 parla solo di un testo ripreso dal sito di Gabriele Adinolfi. Un particolare raccontato al "Giornale" dal fondatore di Terza Posizione in occasione della presentazione di Genova organizzata da CasaPound, senza l'autore

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