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Il dibattito sul Che/1: ce n'è per tutti

Non stavo pregando ma leggendo sul tablet il pezzo di Ciro Pellegrino su l'esternazione di De Magistris (foto Crizia) 
di Emanuele De Vito
SALERNO. La montagna ha partorito il topolino. Dopo tante polemiche che avevano messo in preallarme anche le forze dell'ordine, la conferenza di Casa Pound sul comandante rivoluzionario Ernesto Che Guevara è stata "solo" un momento di cultura e dialogo. Proprio uno di quei momenti che mancano alla città di Salerno.
Inutile quindi lo spiegamento di forze di polizia, presenti con una camionetta e almeno 3 pantere, allarmate dalle polemiche che hanno preceduto l'appuntamento di ieri pomeriggio al Centro Studi "Marconi" di Torrione.
A rubare la scena a tutti è stato il giornalista e saggista Ugo Maria Tassinari, ospite d'onore di un dibattito animato dal responsabile culturale campano di Casa Pound, Luca Lezzi, e moderato dal giornalista Mario De Fazio.
Non sono mancate le polemiche, con la risposta dei ragazzi del circolo culturale a Emiliano Torre, consigliere comunale di "Sinistra Ecologia e Libertà" che nei giorni scorsi aveva bollato come "fascistelli ignoranti" i ragazzi di Casa Pound, colpevoli, a sua detta, "di volersi appropriare di un simbolo della sinistra". Il Che Guevara di cui si è parlato ieri è però un Che Guevara «senza etichette», di cui sono state esaltate gesta e battaglie da feroce oppositore di politiche capitaliste e liberali.
Senza etichette perché, lo sottolinea Lezzi prima e Tassinari poi, «è molto più offensivo il marketing selvaggio che sfrutta economicamente la sua effige(quella che troviamo sopra le magliette, i braccialetti, le sigarette) piuttosto che quest'omaggio compiuto da ragazzi che non si definiscono, al contrario dei ragazzi che finanziano chi ne sfrutta l'immagine, né antifascisti né pacifisti». Così come né antifascista né pacifista era Che Guevara, sottolinea Lezzi, «in quanto egli non ha mai combattuto il fascismo ed anzi era amico dell'ultimo capo di stato che si è definito tale, Juan Peròn, né tantomeno si può definire pacifista lui che ha combattuto tante battaglie in prima linea». Approfittando del ritardo di Tassinari, fermato da un foramento, Lezzi risponde anche ad Emiliano Torre: «noi possiamo pure studiarci meglio Che Guevara, ma lui, che ha promosso il referendum contro la privatizzazione dell'acqua, ma in consiglio comunale ha votato a favore del passaggio della gestione dell'acqua nelle mani di Salerno Sistemi, società con il 40% di capitale privato, non può darci lezioni».
Appena arrivato, Tassinari è salito in cattedra, con la sua sfavillante simpatia e il suo linguaggio colorito, ritenendo «inadeguate le distinzioni tra destra e sinistra» ed opportuno «leggere le problematiche economiche per capire le dinamiche conflittuali». Tassinari ha spaziato su tutti gli argomenti di attualità, da De Magistris che «non compie un gesto democratico volendo vietare ai fascisti la manifestazione del 26 novembre contro la crisi», a chi esalta le gesta del Che ma condanna i cassonetti incendiati delle recenti manifestazioni, «ridicolo».
Una battuta, infine, anche su De Luca, «non è vero che non fa niente per la cultura, le opere architettoniche da lui promosse ne sono una prova. Non credo però lo si possa etichettare come di sinistra, anzi è un peronista»
fonte: Roma
Il pezzo di Primo Piano nel Corriere del Mezzogiorno:
http://www.fascinazione.info/2011/11/il-dibattito-sul-che2-nel-divieto-di-de.html

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