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Mogol: No, quelle braccia tese non erano un saluto romano


Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”.

Maestro Mogol, dopo i funerali di donna Assunta si parla ancora di saluti fascisti. E certa destra ci ha sempre visto un riferimento nella sua "La collina dei ciliegi", dove si plana, appunto, su boschi di braccia tese.

«Una forzatura totale. Le braccia alzate, verso l'interno, invocavano la benedizione del Signore. È anche sulla copertina del disco. I paragoni col saluto fascista sono stati chiaramente un'interpretazione forzata».

Anche Battisti è passato spesso come uno di destra. Lei ha già detto mille volte che non era così.

«Non gliene fregava nulla, non l'ho mai sentito parlare di politica».

Alla convention di Meloni le casse sparano "Acqua azzurra, acqua chiara", quasi a rivendicare un legame politico. Che effetto le fa?

«Mi fa piacere sempre quando suonano una mia canzone, che lo facciano da Meloni o nel Pd. Per me è come quando cantano "I Giardini di marzo" i tifosi della Lazio».

Anche lei è stato dipinto a volte come un intellettuale di destra. È così?

«Ho sempre votato il meno peggio. Guardo le persone: se uno è cretino, è cretino, a prescindere da destra e sinistra».

Il Movimento Sociale l'ha mai votato?

«Mai. Sono un liberale, ma all'acqua di rose».

Giorgia Meloni le piace?

«Non ragiono sui nomi, ma sugli argomenti. Come per l'Ucraina. Oggi abbiamo persone che sono state invase, da altre persone terribili che ammazzano la gente per strada, i bambini. E sento chi dice: ma dobbiamo vedere il tipo di armi...Non ha senso. Fare distinguo è un discorso imbecille».

I saluti romani al funerale di Assunta Almirante, le braccia tese politiche, come le giudica?

«Se passa Almirante io dico una preghiera, non faccio il saluto fascista. Ma non mi metto neanche a criticare chi lo fa. Per me uno che fa il braccio teso per salutare Almirante è un ex fascista che saluta a suo modo, un saluto diciamo di onore, di chi aveva quella fede politica. Ma provengo da una famiglia antifascista, mio padre non mi ha mai voluto vestire da balilla».

Lei parla da privato cittadino. Ma un leader politico che aspira a fare il premier non dovrebbe usare parole più severe di «gesto antistorico»?

«Per me ha fatto bene, non ha senso. E non è che sono per Meloni. Io sogno gli Stati uniti d'Europa: un solo ordinamento, un solo esercito. Tanti politici ancora fanno discorsi sul nazionalismo. Che senso ha? Affrontiamo i problemi un po' da dilettanti».

È molto distante dai sovranisti...

«Assolutamente sì, siamo in un altro momento della Storia. Ma stiamo sempre a parlare delle stesse cosette». 

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