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Ricordando Pannella nel quinto anniversario della sua scomparsa e la discesa in campo dei radicali in difesa di Avanguardia Nazionale





Il 19 maggio di cinque anni fa, andava oltre Marco Panella, storico leader radicale, strenuo difensore delle libertà politiche e civili. Per ricordare degnamente la sua figura voglio ricordare l'impegno per la difesa delle libertà politiche attingendo da l'Aquila ed il Condor, l'autobiografia politica di Stefano Delle Chiaie, lo storico leader di Avanguardia Nazionale andato oltre il 10 settembre del 2019 nel quale è presente un episodio che ci ricorda il ruolo fondamentale giocato da Pannella e dai radicali per la difesa delle libertà politiche e civili in questo Paese.




Mentre questo accadeva in Spagna, in Italia iniziò l'ultima fase dell'inchiesta Ciampoli contro Avanguardia Nazionale con decine di militanti arrestati. Le indagini erano iniziate nel 1973 su sollecitazione del ministro dell'Interno. Furono inviate a tutte le questure richieste di informazioni sulle attività del movimento e si dispose l'iscrizione nel registro zeta dei quadri dirigenti.
L'inchiesta languiva da tempo per mancanza di fatti che potessero giustificare l'incriminazione di Avanguardia.
Si tentò, allora di ricorrere a un decreto di scioglimento, suggerito da Andreotti in Consiglio dei ministri. Ne fummo informati da Paolo Andriani, ex dirigente di Ordine Nuovo che era rientrato nel MSI e facemmo uscire subito un manifesto contro il decreto. La sinistra extraparlamentare, temendo che uno scioglimento di Avanguardia non attraverso l'applicazione della legge Scelba ma per decreto governativo potesse essere esteso poi anche ai suoi movimenti, scatenò una violenta campagna contraria che ebbe il sostegno anche del PCI.
Il timore non era peregrino, come dimostrerà l'appunto sequestrato al generale Maletti in cui si legge : Avanguardia Nazionale, organismo eversivo come Lotta Continua( partire da Lotta Continua per arrivare ad Avanguardia Nazionale) Dare una sintesi a Taviani : cosa fa in questo momento Lotta Continua? Quale atteggiamento di fronte a pericolo di scioglimento.
La reazione della sinistra sortì l'effetto voluto. L'idea del decreto fu abbandonata e si ritornò all'iniziale inchiesta giudiziaria. A fine novembre, dopo i primi arresti di avanguardisti, si articolò un meccanismo diabolico: presunte verità, che partivano dai servizi, venivano propinate dai giudici, ai politici, alla stampa e da questa all'opinione pubblica.
L'inchiesta giudiziaria, rivitalizzata da una volontà politica, portò al processo e alla condanna per i militanti di Avanguardia Nazionale attraverso la legge Scelba. Ma ciò significava una derubricazione dell'iniziale accusa fatta in base alla legge Reale, per l'applicazione della quale erano indispensabili reati di terrorismo, che non furono contestati.
La sentenza, infatti, non indicò atti di violenza, ma giustificò la condanna erogata e lo scioglimento disposto con la pericolosità in prospettiva rappresentata dalle idee di Avanguardia.
Durante il processo i radicali affermarono che si vogliono processare gli aderenti di AN non già per i loro delitti ed i loro crimini, ma per i loro pensieri ed i loro scritti.
Cosi malgrado la Costituzione preveda tre gradi di giudizio per stabilire una responsabilità definitiva, per Avanguardia ne fu sufficiente uno.
Prima che la condanna fosse eseguita, il presidente di Avanguardia, Tiglher ne dispose l'autoscioglimento con un telegramma, nello stesso giorno, immediatamente dopo la sentenza.

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