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Sangue a San Siro/2. Piovella abiura e gli tolgono la sorveglianza


Mirko Piovella, il "rosso", 36enne condannato all'obbligo di dimora per gli scontri a San Siro prima di Inter-Napoli del 26 dicembre 2018, rinnega la vita da ultras e ottiene la revoca della sorveglianza speciale. Ora può tornare a viaggiare per il suo lavoro, una piccola impresa nel design delle luci. La sorveglianza gli era già stata dimezzata nel 2019, quando era ancora in carcere. Il lavoro è stato determinante per fargli ripudiare il mondo ultras, per non rovinare le prospettive di carriera. La sua pericolosità sarebbe esaurita, dopo quasi quindici anni negli ultras dell'Inter con posizioni di vertice, nel direttivo della Curva Nord come responsabile delle coreografie. Ha collezionato anche alcuni Daspo.

Piovella, la sera di Natale, era a casa di Daniele Belardinelli a Varese, dove secondo l'accusa sarebbe stato "pianificato" lo scontro con i tifosi napoletani durante il quale proprio Belardinelli è morto, schiacciato da un Suv di tifosi campani. Piovella si è sempre dichiarato estraneo agli scontri, ma è stato condannato in primo grado a due anni e pooi a tre anni in appello. 

Secondo la richiesta di revoca, è stata proprio la morte dell'amico a fargli capire che la vita da ultras non fa più per lui: la morte come conseguenza di azioni da ultras che, fino a quel momento, non era stata da lui prevenivata.


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