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Un'esecuzione a freddo l'omicidio del "patriota della preghiera" a Portland


Dopo i due morti a Kenosha, gli scontri anti-razzismo hanno fatto una vittima anche a Portland, in Oregon, e hanno infuocato ancora di piu' l'accesa campagna elettorale per le presidenziali degli Stati Uniti. Mentre a Kenosha è sospettato un 17enne bianco, accusato di aver sparato sui dimostranti per difendere una proprietà (una pompa di benzina) questa volta il decesso è avvenuto tra le fila dei sostenitori del presidente Donald Trump. La sparatoria è avvenuta intorno alle 20.45 di lunedì (le 5.45 di domenica in Italia), nel centro della città sulla costa nord-orientale. Gli agenti, intervenuti sul posto, hanno trovato a terra un uomo raggiunto al petto da un colpo d'arma da fuoco.
Il video, presumibilmente girato dalle telecamere di sorveglianza dell'incrocio stradale, fissa la scena precisa dell'omicidio di Portland. Un uomo attraversa la strada, si gira, tira due colpi sul "bersaglio", a una decina di metri, arretra con calma fino all'incrocio poi scappa. 
Dalle foto pubblicate dai media, emerge che la vittima indossava un berretto e una maglietta dei "Patriot Prayer", un gruppo locale di estrema destra attivo contro le manifestazioni antirazziste. Portland è stata teatro di proteste quotidiane contro la violenza della polizia negli Usa dalla morte di George Floyd, un afroamericano ucciso per soffocamento sotto il ginocchio di un poliziotto bianco, lo scorso maggio. Le manifestazioni sono tornate a infiammarsi con il caso Jacob Blake, un altro afroamericano, rimasto gravemente ferito da colpi di arma da fuoco sparati della polizia a Kenosha, nel Wisconsin.
Diverse centinaia di auto guidate dai sostenitori del capo della Casa Bianca, con bandiere pro-Trump, si sono riunite in una manifestazione, nella stessa zona dove si trovavano i manifestanti di Black Lives Matter. Gli scontri tra le due parti, con lancio di oggetti, sono stati inevitabili. La polizia è intervenuta e ha fatto alcuni arresti. La notizia dell'omicidio a Portland ha ulteriormente irritato il presidente Trump che da settimane critica il sindaco della città, Ted Wheeler, per la sua "pessima gestione dell'ordine".
Il capo della Casa Bianca ha attaccato in una decina di tweet e retweet Wheeler e la sua ostinazione a non fare intervenire la Guardia nazionale, come più volte da lui proposto. "La nostra grande Guardia nazionale potrebbe risolvere questi problemi in meno di un'ora. La gente di Portland non sopporterà più questa insicurezza. Il sindaco è un matto. Mandate la Guardia nazionale!", ha scritto Trump che chiede "il ripristino della legge e dell'ordine".
A Portland, "continuano a rifiutare qualsiasi forma di assistenza governativa per fermare gli atti di violenza che vanno avanti da quasi 90 giorni", ha aggiunto il segretario per la sicurezza interna Chad Wolf sul canale Abc. Dal fronte opposto, in pieno clima di campagna elettorale, i democratici accusano il presidente di aggiungere benzina al fuoco e di alimentare la violenza per pura strategia politica.
Il sindaco di Portland aveva scritto venerdì una lettera aperta a Trump denunciando la sua "politica di divisione e demagogia". "Sappiamo che sei giunto alla conclusione che le immagini di violenza e vandalismo sono il tuo unico lasciapassare per la rielezione", ha scritto Wheeler. Il presidente "vede la violenza e la sua capacità di aggravarla come una risorsa per la sua campagna", ha aggiunto il deputato democratico Adam Schiff sulla Cnn.

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