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Ci scrive Ferorelli: mai stato con Vallanzasca, ero solo amico di Cochis

Nei giorni scorsi sull'Alter Ugo abbiamo ricostruito alcuni passaggi della complicata vita di Rossano Cochis, un bandito legatissimo a Renato Vallanzasca, che si è trovato imputato in maxiprocessi per terrorismo, sia rosso, sia nero. In merito ai legami con i neri mi scrive su Facebook Gianni Trepunti, ovvero Gianni Ferorelli che con Cochis fu arrestato a Roma nel febbraio 1977. Il leader sanbabilino ci fornisce qualche particolare interessante sul suo ruolo e sulla dinamica dell'arresto:

Non ho mai fatto parte della Banda Vallanzasca, alcuna sentenza finora è riuscita a dimostrarlo .La mia amicizia con Rossano Chochis risale al 1970 poiché avevamo la medesima amicizia in comune con Gianni Nardi con il quale avevo stretti legami. Difatti Rossano nel 1967-68 era militare a Pisa nei corpo dei paracadutisti e Gianni era il suo ufficiale superiore. L' amicizia con Rossano è proseguita anche in altra località e tempi diversi che non accenno e sono proseguiti poi fino alla mattina della sua morte. I miei rapporti con la Banda Vallanzasca si concretizzarono nel 1976/ 77 solo attraverso il rapporto di amicizia che mi legava a Rossano e unicamente a seguito della richiesta di aiuto a reperire armi, documenti e logistica. La tematica del fermo di polizia dell'11 settembre 77 [in realtà febbraio, ndb] non fu' poi indolore come lo descrivi tu , durante il fermo un poliziotto fu da me disarmato e poi tenuto sequestrato da Chochis ove poi riusci sottrarsi all'arresto per le strade di Roma. Paolo Bianchi si dimostrò da subito - mentre io subivo torture alla mobile - un uomo di Arcangeli e della Vetrani al servizio della squadra mobile di Roma. Paolo Bianchi non è stato la fonte dell'arresto di Vallanzasca, bensì la delazione avvenne dalla padrona di casa dell'appartamento/rifugio di Renato che aveva soffiato al Colonnello dei Carabinieri Paoletti di Roma. Le due operazioni furono distinte e separate anche dalla delazione. Difatti da me, durante il fermo di polizia, mi chiedevano solamente ove si nascondesse Renato.

Dell'arresto dei tre aveva parlato anche (vedi sopra) l'allora commissario Achille Serra (poi questore, prefetto, parlamentare berlusconiano). Conversazione riportata nel volume "Etica criminale" del criminologo Massimo Polidoro.



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