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Ancora a proposito della morte di Zeev Sternhell: Zarelli, Reale, Colella

EDUARDO ZARELLI: FORNI' L'OGGETTO ALLA MIA PRIMA TESI

Scompare lo storico Zeev Sternhell, un non conformista della riflessione storiografica e nella analisi delle idee politiche contemporanee. Scomodo, quindi naturalmente emarginato dai benpensanti di ogni colore e tonalità. Io gli devo l'oggetto della mia prima tesi di laurea e uno stimolo intellettuale fondante e non tradito per cui in ogni frangente della modernità vi sono state delle "destre" e delle "sinistre", ma le diverse e variegate componenti di queste due "famiglie" si sono incrociate e contaminate nel divenire storico con passaggi rivoluzionari annessi, mentre all'oggi si presentano come simulacri tanto artificiosi quanto funzionali. Il venir meno di modelli alternativi al nostro presente e quindi di un pensiero critico persuasivo, fa sì che ci si contrapponga dialetticamente esclusivamente sui mezzi, non più sulle finalità, senso e significati. La questione del nostro tempo è quindi legata alla egemonia di un "pensiero unico", di cui le nozioni di destra e sinistra sono parte in commedia che non hanno più alcun valore descrittivo e indicativo per una trasformazione reale dell'esistente. Solo l'originalità di nuove sintesi potrà cogliere sincronicamente ciò che si manifesta contraddittoriamente, declinando un mutamento di paradigma. 

GIACINTO REALE: C'E' TUTTO GIA' NELL'ORIGINALE


Sia chiaro. Massimo riconoscimento a Sternhell per aver espresso, pagandone il prezzo, idee coraggiose e “controcorrente”, come fecero –con lui- altri intellettuali scomodi, a cominciare da De Felice (più attento ai “fatti” che alle idee, e per questo a me più congeniale).
Però, sia chiaro, essi non fecero altro che rendere pubblica una realtà che si voleva nascondere...non si “inventarono” niente. La capacità di un’analisi e di una narrazione che sembrarono rivoluzionarie, altro non erano che la esplicitazione su carta della realtà che si voleva cancellare....e cmq già questa fu una bella prova di coraggio intellettuale.
Poco fa, per esempio, ho letto il post di Ugo Maria Tassinari che rende onore, definendolo “fondamentale per la sua ricerca” a “Né destra né sinistra” di Sternhell, ed è giusto.
Il caso ha voluto che avessi pronto per pubblicarlo al pomeriggio in “Primavera di bellezza” questo brano....lo anticipo ora.
Non pretendo che Ugo conosca per intero l’Opera Omnia, ma un militante neofascista mediamente “attrezzato”, almeno alcuni passaggi fondamentali dovrebbe conoscerli, e quindi evitare di cascare dal pero ogni volta che “altri” fanno qualche (timida) ammissione Ecco il brano:
“….è tempo di aggiungere che queste parole di “destra” e “sinistra” non hanno più alcun concreto significato, e che in ogni caso, ne hanno uno diverso da quello dell’anteguerra.
….Il fascismo, che siede a destra, ma poteva benissimo sedere alla montagna del centro, è reazionario nei confronti del socialismo, il quale, pur sedendo a sinistra, è oggi tipicamente, borghesemente si potrebbe dire, conservatore e reazionario.
Ma il fascismo, che siede a destra ed è reazionario nei confronti del socialismo, è invece rivoluzionario nei confronti dello Stato liberale e del liberalismo, in quanto che vuole ridurre lo Stato alle sue necessarie funzioni, vuole rianimare le gerarchie, e rinnega, nello stesso tempo, il modo di governo liberale. 
Si vuole forse significare che a destra c’è la borghesia e a sinistra il proletariato ? Lasciamo andare che anche i termini di “borghesia” e “proletariato” non corrispondono a nessuna concreta realtà sociale; ma sta di fatto che i veri borghesi –di abitudini, di temperamento e di portafoglio- stanno precisamente fra le democrazie, non esclusa quella di estrema sinistra…..
Dopo quel piccolo episodio della storia umana che è stata la guerra mondiale, le vecchie posizioni mentali e politiche si sono alterate e capovolte. Non è un paradosso affermare che i rivoluzionari oggi possono stare a destra ed i reazionari a sinistra
Queste parole non hanno insomma un significato fisso ed immutabile, ne hanno uno variabile e condizionato dalle circostanze di luogo, ti tempo e di spirito. Noi ce ne infischiamo sovranamente di queste vuote terminologie e soprattutto disprezziamo coloro che si appalesano terrorizzati da queste parole”
(il Direttore, su “Il Popolo d’Italia” del 29 luglio 1922) 

MARIO COLELLA: CI INSEGNO' CHE IL FASCISMO E' UNA STORIA CHE CI APPARTIENE
Nei giorni scorsi ci ha lasciato lo storico israeliano Zeev Sternhell. Su alcuni suoi libri ("Né destra né sinistra") ci siamo formati e grazie ad essi abbiamo capito ciò che ancora molti storici ufficiali stentano a recepire, per non dire i colti ignoranti della sinistra attuale. Sternhell era un marxista, anzi un trotzckjsta, eppure fu lui a dire, per primo, credo, che l'ideologia fascista aveva forti radici nella estrema sinistra (in particolare, francese, specificamente nel sindacalismo rivoluzionario di Sorel). Insomma, grazie a quest'uomo e ai suoi accurati studi, possiamo affermare - noi cresciuti nella sinistra - che il fascismo è una storia che ci appartiene. Leggete Sternhell, insomma, per vaccinarvi contro ogni stupido manicheismo.

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