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Omicidio Pecorelli, Tilgher: non so nulla, indagassero sugli articoli di Op

"Si aprissero gli archivi segreti dei servizi che non sono mai stati deviati ma espressione dello scontro interno alla politica democristiana, socialista e comunista. Ma finchè saranno in vita ciò non avverrà, forse poi per una ricostruzione storica le cose usciranno fuori". A parlare con i colleghi dell’Adnkronos è Adriano Tilgher, fondatore di Avanguardia Nazionale, commentando le notizie della sparizione dei quattro proiettili che il 20 marzo 1979 uccisero a Roma il giornalista Mino Pecorelli, depositati nel magazzino dei
corpi di reato del Tribunale di Perugia e della Beretta 765 sequestrata a Monza nel 1995 a un uomo legato in passato ad Avanguardia Nazionale e distrutta nel 2013, come riportato in un verbale recuperato a Milano.
"Non so’ nulla di questa storia, precisa Tilgher, dovrebbero indagare sulle cose che scriveva Pecorelli, sugli attacchi che ha fatto". L’omicidio Pecorelli, su cui da ultimo la Procura di Roma ha riaperto una nuova inchiesta dopo l’istanza presentata dalla sorella Rosita che chiedeva di svolgere accertamenti balistici
sulle armi che vennero sequestrate a Monza nel 1995, "fa parte dei misteri d’Italia irrisolti e che a mio avviso, conclude Tilgher,come scelta politica non si vogliono risolvere. Perchè sono scontri di potere che farebbero emergere gli altarini che per decenni hanno scaricato sulla nostra parte politica per coprire i loro traffici".

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